lunedì 16 maggio 2022

SOLI TRA LE STELLE

 

“ Secondo Lacan l’amore è offrire qualcosa che non si ha a qualcuno che non lo vuole. Sembra tragico ma credo abbia a che fare con la gratuità dell’amore”.

 


 

Elena Biondo ha scritto il suo primo romanzo. E’ autrice di diversi racconti pubblicati in antologie. Psicologa torinese, madre di tre splendide creature e insegnante.

Inizio dall’analisi del titolo “Soli fra le stelle”, nel senso letterale la parola soli può essere inteso come plurale di sole, che non esiste, in quanto il Sole  è unico per il nostro sistema planetario, ma in fin dei conti noi cosa ne sappiamo di quanti soli esistono nell’Universo? Infiniti ci dicono gli astronomi.  Siamo qui sulla piccola e verde terra, contornati dall’azzurro e del resto sappiamo solo ciò che riusciamo a vedere. Siamo piccolissimi di fronte all’infinitamente grande. Crediamo di sapere ma in realtà sappiamo ben poco.

Oppure “soli” è aggettivo sostantivato plurale di solo. Ovvero noi uomini siamo tutti soli tra le stelle. E abbiamo bisogno di amore e di riconoscimenti, in altre parole di energia e calore.

Nel suo libro si racconta la storia di Angelina, una psicoterapeuta che per guadagnare  ha dovuto cambiare l’etichetta del suo studio e scrivere “Psicoastrologia e sviluppo individuale” così i suoi pazienti sono più tranquilli a raccontare che “noi del Capricorno per due mesi abbiamo avuto urano in opposizione?”   Perché questo a volte crea meno ansia che dichiarare di aver bisogno di un aiuto psicologico.

Lei, Angelina fa sempre la stessa cosa, ascolta e osserva.

Nella sua routine di pazienti che affrontano le difficoltà della vita, dal vuoto di senso che nasce nel tempo della pensione, alla solitudine e senso di esclusione di chi è stato abbandonato dai genitori, alla fatica di chi viene regolarmente tradito da chi si ama profondamente, improvvisamente scopre che una sua paziente, Barbara Vallora, è “letteralmente sparita”.

Il romanzo si trasforma ben presto in un giallo quando il marito di Barbara, il Prof. Zinaldi, stimato professore universitario e critico letterario torinese, viene trovato morto sul marciapiedi di Via Verdi.

La dott.ssa Sperperi, Angelina appunto, si interroga se Barbara,  moglie tradita e offesa del Prof., possa essere l’autrice del probabile omicidio e decide di cercarla ripercorrendo luoghi e incontrando persone di cui la stessa paziente le aveva parlato durante le sedute.

Una psicoterapeuta che diventa investigatrice (non è poi questo, in - vestigare, seguire tracce, ricercare con cura per scoprire, conoscere, che fa colei o colui che ascolta i nostri dolori esistenziali?) e coinvolge nelle ricerche un suo paziente e il suo adorato nipotino Davide. A te lettore, lettrice lascio il seguito: riuscirà la nostra eroina a svelare questo mistero?

Un romanzo che ho letto tutto d’un fiato, come spesso mi capita quando la storia mi coinvolge.

L’autrice ha saputo raccontarci la vita di una psicoterapeuta che ascolta e osserva, che entra  nella vita dei suoi pazienti, di cui tiene memoria in tanti piccoli quaderni “che alla fine sono una piccola enciclopedia di dolori, speranze, sogni paure e ricordi”.

Poi “suonano, Barbara sparisce di nuovo, è già ora di Claudia”.

 Una giornata piena “ma ci vivo meglio che nel vuoto”.

Soli fra le stelle, appunto.

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