Il 27 gennaio sappiamo
che è il giorno istituito per ricordare la liberazione dei pochi
sopravvissuti all'inferno di Auschwitz da parte dell'esercito
dell'Urss, Stato che a sua volta ha perseguitato, segregato,ucciso
milioni di presunti o reali dissidenti al suo regime.
Quella data per tutti noi
rappresenta la fine di un progetto diabolico, l'inizio di una lunga
riflessione sulle cause, il primo processo per crimini contro
l'umanità, la nascita di uno Stato, la nascita dell'U.E., la
dichiarazione dei diritti dell'uomo, la ferma convinzione che la
libertà individuale sia un valore supremo da difendere ad ogni
costo.
Ho sempre spiegato ai
miei alunni l'importanza di ricordare, affinché non si ripetano
eccidi simili e giustamente i miei ragazzi mi hanno sempre fatto
notare che nella storia recente i genocidi si sono ripetuti, anzi che
erano oggetto di cronaca quotidiana, appresa dai TG.
I ragazzi sono
meravigliosi, non devono difendere teorie, non devono piacere a
nessuno, sono semplicemente sinceri e costantemente ci interrogano,
con le loro domande.
Sono le risposte il
problema.
Oggi sappiamo in tempo
reale, non abbiamo più scuse.
La storia, lo studio, il
ricordo non sono sufficienti a produrre profondi cambiamenti nel dna
dell'uomo.
La conoscenza da sola non
basta, serve la virtù, ci suggerisce Dante.
In classe mi accorgevo
che la parola virtù era sconosciuta e con essa le virtù,
decisamente più importanti della parola stessa, l'onestà, il
coraggio, la lealtà, la generosità, valori sconosciuti, Era
necessario leggere, ragionare, cercare esempi, per avvicinare loro a
questi concetti astratti, ma molto concreti negli effetti della vita
di ciascuno di noi e degli altri.
L'esercizio delle virtù
richiede di avere la consapevolezza del potere che ognuno di noi ha e
delle scelte che ogni giorno facciamo.
Quindi le parole sono:
Memoria
conoscenza
virtù
potere
scelta
Io voglio ricordarmi che
ho la possibilità di scegliere di essere compassionevole (Papa
Francesco direbbe “misericordioso”) con chi non ha potere, perché
è povero, perché è recluso, perché è malato, perché è in
minoranza, oppure posso scegliere di essere spietato contro chi non
può difendersi.
Tutti i giorni assistiamo
a questo dramma, in ogni parte del mondo il diritto di vivere una
vita felice viene negato alle donne dagli uomini, ai bambini dagli
adulti , ai dissidenti politici da chi governa, ai religiosi da altri
presunti religiosi, ai malati dai sani, ai bombardati da coloro che
bombardano, dai legislatori a coloro che devono sottomettersi alla
legge, agli affamati da coloro che li affamano, agli onesti dai
delinquenti.
Oggi voglio ricordare
tutto questo e sono terribilmente in crisi tra il credere che prima o
poi l'uomo saprà convivere pacificamente con gli altri uomini, che
l'educazione e l'esempio servano a migliorare l'uomo e la
constatazione che gli agnelli sono condannati perennemente a perire
sotto i colpi dei lupi.
In questo quadro io dove
sono? Chi sono? A cosa decido di credere?