domenica 2 gennaio 2022

CIELO STELLATO

 


 

Ho trascorso gli ultimi minuti del 2021 contemplando il cielo stellato di Balboutet, un piccolo borgo delle Alpi Cozie.

Anche quest’anno non era opportuno invitare conoscenti per brindare.

La frenesia di festeggiare il tempo che passa devo dire che non ce l’ho e forse non l’ho mai avuta. Da piccola mi piaceva ritrovarmi con i parenti e giocare a tombola e allo scoccare della mezzanotte accendere le stelline. Mi piaceva assistere ai fuochi artificiali, al baccano che si scatenava per le strade romane o napoletane, quando ci recavamo dai parenti. Mille raccomandazioni su dove parcheggiare l’auto, su l’orario del rientro per paura di qualche oggetto lanciato dai terrazzi, sui fuochi pericolosi mi hanno sempre lasciato l’amaro per questa festa strana di passaggio. Ma passaggio di cosa?

Perché il 31 dicembre?  Per me l’anno inizia a settembre, quando si fanno i buoni propositi, ristorati dalle ferie, pieni di energia: le lingue da studiare, i viaggi da fare, gli amici da incontrare, i libri da leggere, la scuola che riprende, il lavoro dopo le ferie.

Comunque è un rito che in qualche modo ho sempre assolto, prima in famiglia e dopo in coppia e con pochi amici.

Da due anni siamo rimasti soli.

Abbiamo cenato e poi speravo di giocare, ma l’altro da me si è seduto in poltrona ad ascoltare i nostri coetanei o quasi cantare in TV. Ho capito che lo spettacolo era proprio per i sessantenni/settantenni e ho provato un po’ di tristezza per la nostra società di vecchi.

Tristezza per i cantanti che fingono di essere giovani, cantano, ballano ma sono anziani come noi: cantano e piroettano al punto che temo che cadano.

Le loro canzoni sono di un'altra epoca, un altro mondo, che non esiste più o forse solo nei nostri ricordi.

Meglio leggere, da sola o ancor meglio contemplare il cielo.

La temperatura esterna mi avrebbe concesso di stare con il naso in su, ma un leggero raffreddore improvviso, come sempre succede, ma in questi tempi pandemici un semplice raffreddore può generare timori e paure mai avute prima, ho preferito contemplarlo dal velux, che ritaglia un quadratino di cielo, piccolo ma meraviglioso ed immenso.

Sdraiata sul divanetto al buio, le luci intermittenti poste sul balcone della casa a me confinante, mi impedivano di godere appieno della magnificenza e della bellezza di quelle stelle che come diamanti incastonati stavano appese e si lasciavano ammirare come una star che scende le scale dell’Ariston.

Le luci natalizie intermittenti posizionate a festone lungo tutto il lungo balcone alteravano la visione e mi infastidivano.

 Sono qui, a 1550 mt, mio marito ed io, soli, in tempi pandemici, e l’umanità porta anche qui le luminarie delle città.

Qui basta alzare gli occhi al cielo e se le nuvole sono state spazzate dal vento la festa è apparecchiata senza fatica, con enorme risparmio energetico e le stelle sono mille volte più belle delle lampadine elettriche.

Non è però questo che voglio raccontarti cara lettrice, caro lettore ritrovato in questi primi giorni del 2022.

Voglio raccontarti che guardando le stelle ho pensato che stavo ammirando dei morti, o meglio che quelle stelle non esistono più, così ci dicono i fisici quantistici ed io gli credo, loro sanno cose a me ignote o forse sono gli astrofisici a dircele,  ma io le stelle le vedo anche se loro non esistono più, ancora possono donare bellezza e mistero a chi le guarda, a me che le guardo. E’ vero che non esistono più o è vero che esistono per me e per te?

Io le vedo  e sono bellissime, le vedo proprio adesso e mi regalano una gioia infinita per la loro bellezza.

Cosa pensare dell’uomo, che è fatto della stessa materia delle stelle?

 Quando sparisce dal palcoscenico della vita, quel che resta di lui è ciò che ha fatto nella vita. Dante, il nostro sommo poeta, ce l’ha cantato chiaramente. La sfilata dei personaggi storici danteschi sono immortalati nelle loro azioni, le migliori o le peggiori, per sempre.

Si resta. Le stelle ce lo dicono chiaramente. Si resta e si può lasciare luce e incanto o buio e inquietudine. Tocca a noi decidere.

 

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