venerdì 9 giugno 2017

CINEMAMBIENTE 2017


L'Antropocene

Ancora una volta ho partecipato ad un evento culturale torinese ricco di spunti per riflettere sul nostro stare al mondo. Avevo scritto un breve ed incompleto report per te, lettore, lettrice, ma, a seguito dei fatti di Piazza San Carlo del 3.06, ho preferito aspettare e tacere. E non solo per i gravi fatti di Piazza San Carlo, ma per i molti che ascoltiamo attoniti, anzi che alcuni di noi non riescono più ad ascoltare.
Nel mio blog non ho mai parlato di queste storie, avendo scelto di raccontare storie vere e/o verosimili legate al mondo letterario, cinematografico e artistico.
Dopo il silenzio, torno a scriverti, anche se il Festival del CinemAmbiente è terminato il 6 giugno. Spero che tu lo abbia seguito.



Viviamo nell’ Antropocene, l'era in cui l'uomo condiziona la natura, è una forza della natura.
Gli scienziati non sono ancora d'accordo su quale sia la data da indicare come inizio di questa nuova era: c'è chi ritiene che sia il lancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki il 6 agosto del 1945, chi ritiene che sia l'inizio del 1800, ovvero la Rivoluzione Industriale ad indicare il cambiamento.
Così Luca Mercalli inizia la sua lezione al pubblico presente a Torino al cinema Massimo il 31 maggio per l'inaugurazione del  Ventesimo festival del cinema ambiente diretto da Gaetano Capizzi.
Il famoso meteorologo ricorda Aurelio Peccei e il libro che molti di noi,  adolescenti negli anni 70, abbiamo letto " I limiti dello sviluppo" libro profetico, che avvertiva sui rischi che il pianeta stava per correre, che fu ignorato, dati che si stanno rivelando corretti.
Mercalli espone argomenti sostenuti da dati, che si succedono sulle slide, dai quali si deduce che i morti per inquinamento e per il calore eccessivo sono decisamente superiori a quelli per il terrorismo, eppure tutti i giorni discutiamo di terrorismo e quasi mai di come arginare i cambiamenti climatici, anzi, le conquiste vengono cancellate con un colpo di spugna all’avvento di un nuovo presidente americano.
Il festival è  un momento prezioso per tutti coloro che vogliono essere informati sulla situazione effettiva della nostra unica vera casa comune, senza la quale per noi non c'è alcun futuro.
Il film della sera del inaugurazione è " The Age of consequences” di Jared Scott.
Il regista, presente in sala, al termine della proiezione, intervistato da Mercalli, chiarisce che il film ha lo scopo di informare l'opinione pubblica americana che si colloca a destra, e appositamente manca di apparato scientifico per puntare tutto sull'autorevolezza degli intervistati, ovvero degli alti gradi in pensione dell’esercito americano.
Il messaggio è l'importanza della connessione tra cambiamenti climatici, disordini politici dovuti a siccità, migranti climatici e sicurezza nazionale.
La sicurezza nazionale americana è legata strettamente ai cambiamenti climatici, al dover affrontare calamità naturali di portata epocale, come l’uragano katrina, quindi alla sfida di modificare il modello di sviluppo, creare nuovi modelli sociali ed economici.
Il film è stato mostrato al Parlamento Europeo, in prima assoluta a Torino, ma, a me pare che, come il film di Al Gore, sarà inascoltato, visto che D. Trump ha deciso di tornare al carbone, che dà lavoro a 70 mila persone, mentre il solare a 270 mila.
Eppure l'umanità possiede conoscenze tali da poter cambiare questa situazione ed in alcune parti del mondo si tentano piani alternativi.

Uscendo dal cinema, con la solita sensazione di vivere in un mondo capovolto, alzo la testa e osservo la Mole antonelliana illuminata da immagini di animali destinati al l'estinzione.
Un monito per un animale del Pianeta?




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