giovedì 20 aprile 2017

IL SEME DEL NEMICO









In questi giorni mi è sembrato di tornare bambina, quando negli anni ’60 sentivo aleggiare la paura  della guerra nucleare, alimentata dagli armamenti nucleari dislocati lungo la cortina di ferro, a dividere due mondi, il Primo dal Secondo. Noi in mezzo.

In questi giorni mi sono chiesta come mai così tanto silenzio rispetto a minacce precise, a sfilate militari con testate atomiche, all’esibizione dei muscoli, che seguono ad un riarmo crescente in molti Paesi, ad elezioni democratiche che incoronano politici dai programmi autoritari e nazionalisti.

In me la paura di nominare quella cosa che si chiama guerra, non più tante  guerre locali, ma la Guerra.

Ho riletto in questi giorni un libro, "Il seme del nemico" di Euro Carello, che consiglio a tutti perché ci racconta la guerra di oggi, i suoi orrori, il dolore, la follia, le torture, la morte, attraverso dei racconti. Sfilano davanti a noi uomini e donne artefici o vittime della guerra.

 Leila e la sua borsa con il carico di morte. Leila non ha più nulla da perdere: non ha più madre, né padre, né sorella, né fratello, né casa, né rispetto. Diventerà un’eroina, il suo nome sarà tramandato, così le ha detto l’uomo dalla barba nera.

 Il soldato che muore su una mina, dopo aver salvato miracolosamente una bambina.

Due cecchini in una città spettrale.

Soldati superarmati che uccidono per prevenire attacchi e per il gusto del potere.

 Prigionieri terrorizzati e uccisi.

Nemici salvati che hanno solo un seme da regalare al loro salvatore.

 Euro Carello mette al centro dei suoi racconti gli uomini e ciò che la guerra nega loro per sempre.

I suoi racconti sono da leggere ad alta voce, da recitare, così come è accaduto il 5.10.2016 al teatro Gobetti di Torino ad opera di Eugenio Allegri e Mariella Fabbris.

Fui colpita in quell’occasione dalla capacità descrittiva di Euro, tipica degli scrittori. Io  conoscevo Euro Carello come volontario della pace: era il benvenuto nelle mie classi, dove  svolgeva incontri con gli studenti per raccontare le guerre contemporanee attraverso l’impegno di Emergency. Le ore trascorse con lui e con i suoi colleghi sono sempre state importanti per i miei allievi.

 Le  descrizioni precise e accurate permettono al lettore di non dimenticare i da lui personaggi creati al fine di scuotere le nostre menti e i nostri corpi e ritornare a desiderare la Pace, così come i nostri genitori e i nostri nonni dopo le due guerre mondiali.

Un mondo in Pace è l’unico contesto nel quale è possibile vivere le nostre vite, già cariche da sole di problemi a volte insolubili.

Buona lettura.


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