mercoledì 22 giugno 2016

UN VIAGGIO - TERZA PARTE


Il viaggio continua in direzione di Cracovia.
Lungo la strada molti boschi di betulle e qualche centrale nucleare.

Cracovia è una scoperta. Città colorata, allegra, viva, giovane.
Città europea, non distrutta durante la seconda guerra mondiale, ha conservato i suoi monumenti, le sue piazze, i suoi castelli.

 
la Vistola dal Castello



Il Castello



Molte i luoghi da vedere, i luoghi che mi interessavano, pochissimo il tempo a disposizione, una giornata.
Un giro veloce e la scelta di andare nel luogo che è il più grande cimitero europeo, Auschwitz, il luogo che ho imparato a conoscere attraverso Primo Levi, il luogo che è stato ritratto nei film sulla shoah, il luogo che per tutti è IL campo di sterminio nazista.
Una storia che mi ha sconvolto quando ero giovanissima, che ho raccontato molte volte ai miei allievi, sempre con la speranza di crescere uomini migliori.
Un luogo dove tutti dovrebbero andare almeno una volta nella loro vita, in pellegrinaggio.

Credevo di sapere molto sulla crudeltà dei nazisti, ma ho ascoltato e visto particolari che non conoscevo.
Quando entro nelle baracche, quando guardo il filo spinato, quando ascolto i racconti della fame e del freddo, del lavoro, delle notti, le parole di Primo Levi tornano vive nella mia mente.

Tutti siamo in fila, ordinati seguiamo la nostra guida e ci incontriamo sulle scale del museo, la fila che sale a sn e quella che scende a dx.
Tutto perfettamente organizzato per raccontare l'orrore.

Non tutti sanno prima di entrare, tutti però sanno all'uscita dal campo ciò che l'uomo è capace di fare all'altro uomo, uomo innocente.
Percorriamo la strada della morte, quella percorsa dagli ebrei che, dopo essere scesi dal treno, venivano scelti dal medico per la camera a gas.



 
Birkenau



Raggiungiamo le camera a gas, i forni crematori, tutti distrutti dai tedeschi prima di abbandonare il campo, nella speranza di distruggere le prove dei loro crimini.

E' un luogo che toglie le forze, le energie, che annienta ancora oggi.
È un luogo dove è bene andare, dove sei felice di uscire, che vorresti dimenticare, che non devi dimenticare, che devi raccontare, seppure così, per cenni, senza particolari, cercando di vivere il presente vigilando che nessun altro popolo corra il rischio di essere deportato, isolato, sfruttato, ucciso.







Nessun commento:

Posta un commento