mercoledì 22 giugno 2016

UN VIAGGIO - PRIMA PARTE


l'Adda a Trezzo


Mi piace viaggiare, mi è sempre piaciuto, forse per questo motivo non ho avuto alcun problema a salutare parenti ed amici, colleghi e lavoro, ed una città maestosa e da me amata come Roma e trasferirmi a 22 anni a Torino, quando, 38 anni fa, coloro che emigravano erano alla ricerca di un lavoro, non certo di amore.

Mi è sempre piaciuto viaggiare e ho già fatto il giro del mondo diverse volte: Torino-Roma per 34 anni, almeno quattro volte all'anno.

Mi è sempre piaciuto viaggiare, ma il mondo è immenso ed io ho visitato pochissimo di questa meravigliosa immensità.

Torno da un breve viaggio, che mi ha regalato nuovamente la magia della domanda: 

dov'è casa?

Ciò che è necessario alla mia, alla nostra sopravvivenza si può fare ovunque, perchè abbiamo bisogno di una casa che ci lega ad un territorio, stessi orizzonti, stessi problemi, stesse persone?
La casa è il mondo, i fratelli sono coloro che incontri e che ti aiutano.
C'è altro?

Viaggiare è vivere l'imprevisto, è sentirsi estranei, diversi, è scoprire e meravigliarsi.

Sono partita da Torino martedì scorso alla volta di Bergamo per volare fino a Varsavia, dove mio figlio stava per concludere il suo master presso il College of Europe.
L'imprevisto è stato il maltempo, il volo annullato, la difficoltà di prenotarne un altro, l'incontro di storie, la giornata trascorsa invece che nel centro di Varsavia, nel centro di Trezzo d'Adda!

Sull'aereo non partito per Varsavia, oltre a noi due vi era una coppia di italiani quarantenni. Lei aveva preso un giorno di ferie per seguire il marito a Varsavia, per festeggiare con lui il compleanno, appunto 40, per annunciargli l'arrivo di un figlio! L'ho vista stanca, seduta su una panca, in attesa di un posto letto per riposare un po', prima di ripartire con il primo volo trovato, a un prezzo indecente, per permettere al marito di arrivare al lavoro puntuale, la mattina dopo e annunciargli, insieme agli auguri, la dolce notizia.
Ha senso che tutti noi studiamo altrove, lavoriamo altrove, altrove da dove sono i nostri affetti?
Quali costi affettivi ed economici reali la nostra società sta pagando per questo vorticoso movimento di esseri umani? Non tutti sono scienziati o medici, indispensabili per il loro sapere.
Molti svolgono lavori comuni, perchè mai altrove?

L'altra coppia era mista: un italiano e una polacca, che si lamentava per il brutto tempo dell'Italia!
Anche questo è un bel cambiamento, se vogliamo.

Gli altri passeggeri erano tutti polacchi. Ci siamo ritrovati in un motel di Trezzo d'Adda, senza macchine, parcheggiate a Bergamo Orio, senza mezzi.

Un bel paesino, Trezzo, sull'Adda, peccato che per comprare il biglietto per il pulman che ci avrebbe portato alla metro per Milano, dove ciascuno di noi aveva trovato un altro volo per Varsavia, abbiamo dovuto camminare per 4 km all'andata e 4 km al ritorno.

Quando in Italia sarà possibile pagare il biglietto sull'autobus? Non è una gran riforma, ma un piccolo aiuto quotidiano alla gente, sì.

In queste ore ho scoperto che mi piaceva tutto: la stazione centrale di Milano, regale, l'aereoporto di Linate con il bar Motta, i suoi lampadari e l'aria un po' retro, le persone incontrate, con le loro storie, Trezzo sull'Adda con il suo castello, il suo parco, l'Adda che scorre ai suoi piedi e la statua di Giacometti, che ho scoperto al museo di Zurigo e ora ritrovo qui, in questo parco sconosciuto e deserto e che ho saputo riconoscere.

L'abbraccio


Mi piace tutto perchè sono in viaggio, perchè sono aperta al cambiamento, sono desiderosa di conoscere.



Volo su Berlino, che non conosco e la guardo dall'alto e mi piace.

Anche Berlino mi piace.










2 commenti:

  1. Cara Roberta, dovresti "atterrare" a Berlino in uno dei tuoi prossimi viaggi ed innamorarti di questa splendida citta'. Puoi contare su una camera ospiti, un bicchiere di vino (italiano!) e la mia ospitalita'. Ti aspetto!

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  2. Cara Isabella, grazie per il tuo graditissimo invito. Mi farebbe molto piacere conoscere Berlino. Un abbraccio.

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