mercoledì 25 maggio 2016

IL MONDO DI STEVE McCURRY




Complice la luminosa giornata di sole e la presenza di un'ospite a me cara, ho deciso di dedicare la mattinata alla mostra allestita nelle scuderie juvarriane di Venaria Reale.
La mostra comprende 275 foto scattate in trent'anni di carriera professionale in varie zone del mondo.
Ogni fotografia racconta una storia e, grazie alla suggestiva istallazione di Peter Bottazzi, ogni foto è sospesa su un telo, accoppiata ad un'altra, posta sul lato opposto del telo, che affronta un altro tema in un altro tempo, quindi si avanza , tra le 275 fotografie e piano piano si entra nel mondo emozionale di McCurry, si colgono i temi a lui cari e i luoghi dove si è recato molte volte, luoghi amati.
Sono quindi 275 storie, collocate senza un esplicito criterio, temporale, spaziale, tematico.
Lo spaesamento, l'apparente disordine, forse, ha il merito di portare il visitatore nella stessa situazione dell'autore, ovvero quella di cogliere il momento, l'attimo, la situazione e la relativa emozione.
Ha il merito di mostrare la ricchezza della diversità umana che, nonostante la globalizzazione culturale del mondo contemporaneo, ancora esiste, cosa che è testimoniata da questi scatti.
La mostra ha il merito di mostrare tutti i temi cari all'autore: la devastazione delle guerre, la violenza nei confronti delle donne, la devastazione della forza della natura o del terrorismo, gli ultimi nomadi esistenti sulla Terra, la situazione dei tibetani, le disuguaglianze sociali.
Insieme ai macrotemi incrociamo i volti degli individui e le loro emozioni colte negli sguardi: paura, rassegnazione, fierezza, curiosità, fino all'assenza dello sguardo nelle donne in burqa, alcune di spalle, in fila come le scarpe che devono comprare, altre frontali, che indossano stoffe uguali alle tende, oggetti tra gli oggetti.
Sono immagini da cui si può imparare, sono immagini che ti cambiano.


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