sabato 19 marzo 2016

SUFFRAGETTE




La donna, la metà della popolazione, la madre di ciascuno di noi, proprio lei, quella donna che ognuno di noi ha nel cuore, nella mente, nel dna, non angelo e non strega, semplicemente donna, ripresa mentre resiste allo strapotere degli uomini, dei padri e dei mariti, di coloro che la umiliano non riconoscendole la dignità di essere umano.
Dal generale al particolare: siamo in Inghilterra all'inizio del 1900. Le donne povere ,cioè la maggior parte, sono costrette a lavorare più dell'uomo e ad essere pagate meno, sono costrette a subire le molestie e le violenze sessuali dei padroni, sono costrette ad accettare le decisioni degli uomini, sono considerate prostitute se parlano e pensano, se combattono e resistono.
La regista racconta storie di eroine, che minacciate, umiliate, picchiate, violentate, incarcerate, private dei figli, non si piegano.
Donne che per essere ascoltate arrivano a suicidarsi, affinché la loro causa possa finalmente essere raccontata.
Il potere della carta stampata, della parola scritta, ieri come oggi, può portare a fare di tutto pur di balzare all'onore della cronaca, per convincere chi non vuole ascoltare le mille e mille ingiustizie perpetrate  sotto gli occhi di tanti indifferenti.
Ecco ancora una volta apparire quella umanità grigia che permette, che ha permesso e permetterà sempre ogni ingiustizia.
E ancora una volta l'umanità per cambiare ha bisogno di martiri.
Questa storia è memoria per alcuni popoli, questa storia è realtà per altri popoli.
E noi assistiamo, spettatori al cinema, forse spettatori nella vita.


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