martedì 4 settembre 2018

NON MI SONO MAI ARRESO: una settimana per Bruno Segre



Tornare in città vuol dire partecipare al movimento culturale e sociale che solo le città possono offrire, incontrare persone che lasciano segni nella vita di molti, magari anche nella tua.
Ieri sono andata a festeggiare l’Avvocato e giornalista, Bruno Segre che oggi 4 settembre ha compiuto 100 anni. Tutti i cittadini sono invitati alla settimana di festa in suo onore, una settimana per Bruno Segre dal titolo “Non mi sono arreso”.
Resistente durante la Seconda Guerra Mondiale e resistente nella vita.
Come insegnante ho avuto l’onore di conoscerlo personalmente, anche se purtroppo superficialmente e rimasi affascinata dalla forza interiore di un uomo già molto anziano, che continuava a spendersi per testimoniare ai giovani la vita durante il Fascismo per coloro che fascisti non erano.
Ieri presso il Centro Sereno Regis si è ricordato il processo contro il primo obiettore di coscienza laico, Piero Pinna difeso da Bruno Segre, allora appena trentenne. Oggi ha  tanti capelli, bianchi e luminosi,  sopracciglia  cespugliose,  orecchie  grandi, usa  fazzoletti di stoffa, l’abito che indossa appare più grande del suo corpo, come è normale per un centenario, è perfettamente lucido e attivo.
Gli storici Sergio Albesano e Marco Labbate hanno disegnato la storia dell’obiezione di coscienza: il difficile iter di una proposta di legge che divenne legge effettiva dello Stato solo nel 1972, dopo aver imprigionato molti giovani che si rifiutavano di imparare ad usare le armi. I giovani obiettori degli anni ‘50 e ‘60, venivano processati, imprigionati e al termine del periodo di detenzione erano obbligati a riprendere il servizio militare dal punto in cui lo avevano interrotto. Quasi sempre si rifiutavano nuovamente e ricominciava tutto l’iter, per cui molti di loro andarono in prigione molte volte fino a quando una commissione medica non trovava qualche malattia utile per riformarli, per timore del clamore dei mass media non certo per pena verso dei giovani pacifisti il cui unico scopo era quello di escludere la guerra dalla storia.
Magari ci riuscissimo.
Quando è stato il momento di ascoltare la testimonianza di Bruno Segre, lui, centenario, si è alzato in piedi. Che splendida abitudine, così disattesa, che indica rispetto per coloro che ascoltano, che dà rilievo a colui che parla.
Un altro mondo. Oggi nessuno si alza in piedi.
Ed è un altro mondo quello che ci racconta. L’incontro con Capitini e la difesa di centinaia di obiettori di coscienza, la maggior parte testimoni di Geova. Ricorda quando proiettò il film “Non uccidere” alla Gam, film censurato in Francia e poi anche in Italia.
Nel film  del 1961, presentato alla Mostra di Venezia, si racconta che a Parigi nello stesso giorno, nello stesso tribunale, si condanna un obiettore di coscienza e si assolve un seminarista tedesco che ha ucciso un partigiano francese per obbedire agli ordini.
Anche Giorgio la Pira decise di disobbedire e organizzò una proiezione privata a Firenze del film, spaccando così il mondo cattolico.
Affascinante ascoltare la storia da un testimone autorevole: la prima marcia della Pace, le posizioni del Psi e del Pci rispetto a questo tema, il digiuno di Marco Pannella che sdoganò definitivamente il problema, le posizioni ideali di Ernesto Balducci e Don Lorenzo Milani.
Il tema è ancora attuale perché vi sono Paesi che non riconoscono l’obiezione di coscienza e vi sono coloro che vorrebbero reintrodurre la leva obbligatoria in Italia.




Nessun commento:

Posta un commento