venerdì 5 febbraio 2016

MATISSE E IL SUO TEMPO



Premetto che amo Matisse, premetto che ho un poster del suo magnifico quadro“La danza” nel mio salotto, sopra il divano.
Premetto che non so quasi nulla di storia dell'arte, qualche reminiscenza dei tempi del liceo, che viene puntualmente rispolverata in occasione di viaggi o mostre. Qui, più che il tempo di Matisse, a me interessa raccontarvi ciò che mi piace del maestro francese.
Decidete, dopo ciò, se continuare a leggere il mio racconto della visita alla mostra a Palazzo Chiablese oppure desistere.

Sono entrata a Palazzo Chiablese e ho deciso di non affittare le audioguide, desiderosa di comprendere il messaggio contenuto nei quadri del maestro e degli artisti a lui contemporanei senza suggerimenti. L'arte, come la poesia, arriva dritta al nostro cuore. Poi avere delle conoscenze è sicuramente un gran bene, ma oggi ho preferito osservare i quadri e me stessa, senza mediatori.
Via via che osservavo i quadri esposti, ho iniziato a provare gioia, mi sono sentita catapultata in un mondo irreale, un mondo pieno di energia e di luce, dove tutto ciò che viene disegnato può acquisire la forma del gioco.
La natura morta con cioccolateria” del 1900 non ha nulla di morto, i colori sono caldi, ci sono farfalle e energia. C'è un dinamismo intrinseco.
Questo vale anche per i suoi contemporanei, a lui vicini, per esempio il quadro “Caffè all'Estaque” del 1908di R. Dufy è caratterizzato da forme rotonde e persino i tavolini dove sono sedute le persone mi appaiono come palloni su cui sedere e con cui giocare.
Mi colpisce una scultura in bronzo, realizzata da Matisse, dal titolo “Nudo di spalle. Terzo stato”.
Il corpo ha delle gambe che paiono tronchi, senza piedi, affondano direttamente nella terra e sostengono un corpo possente con un oggetto portato sulla schiena, oggetto che potrebbe raffigurare anche la stessa colonna vertebrale, simbolo del Terzo stato, che, come la colonna vertebrale, regge la società intera. E' un'opera del maestro che mi appare diversa dalle altre, mi sembra avere un carattere sociale, politico, che nelle altre opere non colgo.
Proseguo la visita, osservo e confronto, come i curatori della mostra hanno suggerito, i vari soggetti raffigurati da Matisse e dai suoi amici oppure da Picasso, non proprio amico di Matisse. Osservo le “Odalische”e, pur notando delle differenze, mi rattristano, così come sono pigre, in perenne attesa e in una tacita autoammirazione.
Molti dei quadri che sono esposti furono realizzati durante periodi bui della storia europea, eppure non c'è traccia, al mio occhio, del terrore che invadeva i cuori in quel periodo storico. In verità in un quadro di Braque si notano la ripetizioni di grate, ad evocare il periodo storico e nei quadri esposti di Picasso, noto sempre, nelle forme contorte dalla sperimentazione cubista, una certa inquietudine.
Superata la II guerra mondiale ecco il quadro “Il tempo libero” di F. Léger del 1948-49. Mi colpiscono le donne, con costume che lascia vedere le gambe,a cavallo delle loro biciclette. E' iniziata una nuova era della nostra società.
Tutti gli autori nominati sono importanti per l'arte contemporanea, eppure io ho occhi solo per lui, Matisse e sono quasi infastidita dalla presenza degli altri.
Ed infine la meraviglia dei suoi collages, semplici, quasi infantili, ma efficaci nel trasmettere ancora una volta gioia. Nell'ultima sala della mostra si può godere la visione del mare e del cielo dell'Oceania, dove il maestro si recò per tre mesi. Forme in movimento, fluttuanti nell'oro della luce.
Una visione paradisiaca della realtà, dove cielo e mare sono esattamente uguali, un unicum di luce ed energia.
Non posso non consigliarvi la mostra, magari con le audioguide!





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