venerdì 28 luglio 2017

SCRITTO MISTO

DUE DONNE SPECIALI al Festival Letterario “Scritto misto”

Chi osserva palazzi dei centri storici può osservare i segni perenni di battaglie del passato attraverso fori di proiettili o di cannoni.
A Torino, per esempio, in Piazza San Carlo, che solo a nominarla ormai mi vengono i brividi dopo i fatti del 3 giugno, un palazzo ha i segni del cannoneggiamento del 1706.
Ci sono persone che portano dentro di sé i segni della guerra, le violenze, le sofferenze, a volte portano dentro di sé delle pallottole, rimaste lì a ricordare sempre ciò che è la guerra, a volte i segni dell’odio dell’uomo che hanno amato.
Sabato  sera ho conosciuto a Laux, in occasione del Festival Letterario Scritto misto, una donna che porta dentro di sé un proiettile vero, mai estratto, che ancora non le permette di dormire per il dolore.
Il ricordo di ciò che accadde tanti anni fa è sempre con lei.
Una donna partigiana, una staffetta, come si usava dire, oppure oggi potremmo usare il termine di ufficiale di collegamento, perché queste donne coraggiose portavano in bicicletta ordini, armi, esplosivi, cibo, medicine a rischio della loro vita.
Maria Airaudo ha superato i 90 anni ma continua a testimoniare ovunque la chiamino, ai ragazzi nelle scuole oppure alle persone desiderose di ascoltare, come è successo sabato scorso nella splendida cornice del lago del Laux.
La testimonianza di Maria Airaudo ha tratteggiato un’epoca: le donne non avevano alcun diritto, lavoravano fino al momento del parto, così come una sua collega che partorì in fabbrica tra i telai e fu Maria, appena 13enne a tagliare il cordone ombelicale memore dell’esempio datole dal padre quando nacque un vitellino. Partorire in ospedale era un lusso in quegli anni, siccome la gravidanza non era una malattia, ingiustamente le donne non avevano diritto al ricovero gratuito, quindi preferivano partorire in casa, con tutte le conseguenze del caso.
Maria, seppure giovanissima, decise di aiutare questa mamma e lavorava anche per lei, facendo girare non 8 ma 16 telai. Si lavorava a cottimo e la mamma aveva bisogno di denaro per sostenere una numerosa famiglia con un capofamiglia dedito al bere.
Le donne della fabbrica scioperarono per ottenere diritti per la giovani mamme e ottennero una settimana di permesso dopo il parto. Una grande conquista in quegli anni in cui non esistevano i diritti e dovremmo ascoltare più spesso queste storie per evitare di vivere in un mondo in cui, mentre si discute di permessi per il padre, le madri, a causa del lavoro precario, rinnovato di mese in mese, non hanno più alcun diritto.
Le donne della sua fabbrica volevano pane e pace, quel po’ di pane a cui avevano diritto con la tessera non bastava. Avevano fame.
 Maria racconta l’eccidio di ventidue uomini a Bagnolo Piemonte il 30.12.1943. Questa tragedia le permise di scegliere la pericolOsa vita della staffetta partigiana.


Il sabato precedente ascoltai Lucia Annibali, che non vorrebbe essere ricordata come vittima della violenza cieca del suo ex fidanzato, ma che porta sul volto ancora molto bello i segni di quell’odio.
Una donna che, dopo aver lottato per sopravvivere  nel migliore dei modi, oggi è consulente presso il Ministero delle pari opportunità per aiutare tutte le altre donne che come lei soffrono e rischiano, affinché trovino aiuto, consiglio, protezione, lavoro, ciò di cui hanno bisogno per liberarsi dalla tirannia di un rapporto sbagliato.
Anche lei, vittima di violenza, ha usato solo parole di pace, parole di amore. Una sua riflessione in particolare desidero condividere: le donne che riescono a vivere questi rapporti estremamente difficili sono donne forti e non deboli, come si pensa normalmente. Un’indicazione per il futuro: concentrarsi sugli uomini maltrattanti. Credo che questo compito sia di tutti noi: ogni volta che sentiamo, vediamo maltrattare un’amica, una sorella, una madre, una figlia, pensiamo che noi possiamo e dobbiamo essere di aiuto.




Un particolare ringraziamento all’organizzatrice Deborah Severini, al Duo Battaglini che accompagna gli incontri con la musica e allo sponsor, l’albergo-ristorante Lago del Laux, per questi incontri con persone che ci aiutano a riflettere, a ricordare e poi a operare nel mondo in modo più consapevole. 


giovedì 27 luglio 2017

L'EUROPA SONO IO




http://www.ilpenninodinoaloi.it/pages/downloads/books/dox/fissolo.pdf
Questo libro, come indicato nel sottotitolo, è una guida per coloro che desiderano essere dei cittadini attivi, essere persone positive, propositive.
Il giovane autore ha scelto un punto di vista molto interessante per affrontare il tema della cittadinanza: in un mondo dove tutti si lamentano e criticano, anche, per assurdo, chi amministra la cosa pubblica da anni, accusando sempre altri di ogni decisione o non decisione, l’autore indica la strada della responsabilità e della consapevolezza.
Il testo è scritto con chiarezza e brevità, ad uso dei giovani, ma non solo, per dimostrare loro come tutto ciò che riguarda la loro vita, dalla decisione del percorso degli autobus della propria città, alle visite mediche, ai rapporti interpersonali fino alla salvaguardia dell’ambiente, tutto, proprio tutto è sempre una scelta politica, tutto è regolato da statuti, costituzioni, regolamenti, e se si vuole cambiare qualcosa, bisogna conoscere le regole.
Anche questo punto di vista, in una società sempre più affamata di comunicazione, che via via è sempre più frammentaria, superficiale, è interessante, perché conduce il giovane lettore alla necessità di conoscere i documenti, per poter cambiare le regole. Marco, il protagonista di questo cammino di cittadinanza attiva, è un giovane liceale che non accetta supinamente ciò che altri decidono: l’autore guida Marco a capire quali siano i modi per incidere, per far conoscere i propri bisogni a chi decide per tutti. In questo modo le istituzioni appaiono più vicine. Anche questo punto di vista è insolito oggi, in quanto è frequente sentire i cittadini affermare di sentirsi soli.
Ritengo che la solitudine di un cittadino sia politicamente e socialmente molto pericolosa oltre che essere segno di un fallimento delle Istituzioni.
La guida colma il bisogno di sentire che le istituzioni sono vicine, formate da persone reperibili facilmente tramite internet e consultabili con facilità. Meno facile è provare a cambiare le decisioni già prese collegialmente da Giunte o Parlamenti, ma il messaggio è chiaro: è possibile chiedere modifiche a leggi in vigore, è necessario però condividere gli obiettivi con altri cittadini, ci vogliono tempo e determinazione. Non è facile, certo, ma non è impossibile e non bisogna scoraggiarsi.
Da insegnante di storia e di educazione civica, oggi ribattezzata educazione alla cittadinanza, posso dire che normalmente le case editrici ci propongono testi che affrontano una moltitudine di problemi, dall’educazione al gioco, all’educazione stradale, dall’educazione alla pace all’educazione al benessere, inserendo a volte in allegato alcuni documenti essenziali, quali la Costituzione italiana e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo.
Troppi argomenti per un tempo che, almeno alla scuola secondaria di primo grado viene condiviso con l’insegnamento della storia: le due discipline sono ovviamente complementari, ma richiedono tempo e studio, quello che oggi pare essere cosa rara, per pochi volenterosi. I giovani sono occupati da mille attività e sostenuti dai genitori nella non necessità dello studio a casa, nella propria stanza, nel silenzio, l'unica condizione che permetta di riflettere e di memorizzare.
Si potrebbe insegnare il senso dell'appartenenza al genere umano e ai doveri che questo comporta con esempi di virtù, ma i tempi degli Orazi e dei Curiazi, di Muzio Scevola o di Cincinnato sono molto lontani. 
Ben venga quindi un testo agile, pratico, con continui rimandi nella versione ebook, che lascia libertà al docente di approfondire il nodo dell’educazione alla cittadinanza, ovvero avvicinare i giovani alla società nella quale vivono in modo che non la sentano lontana e nemica, come spesso i media, gli scandali, la narrazione della nostra storia contemporanea fanno.
Il docente potrà adattare il testo alle tematiche care ai propri allievi:
la guida fornisce in modo immediato gli strumenti per attivare i giovani studenti a risolvere i problemi che vivono nella loro città e non solo, i problemi che vivono come cittadini di questo mondo.
Il testo è corredato da vignette umoristiche del fumettista Claudio Mellana.
Questo libro permette di acquisire molte conoscenze utili alla sopravvivenza in qualità di cittadini.
Lo consiglio a tutti: "la storia siamo noi", come cantava un nostro famoso cantautore, "l'Europa siamo noi", come scrive il nostro giovane autore.




venerdì 21 luglio 2017

ALTRE NOTE 2017





L’altra notte ho sognato che a Balboutet vi era una casa di vacanze per l’orchestra  e il coro del Regio di Torino.
Ho sognato che la sera uscivo  per recarmi in questa casa, molto grande, dove i musicisti e i coristi suonavano e cantavano per divertimento.
Non ero sola, altri come me apprezzavano le serate insolite donateci dai musicisti, in un' atmosfera di serenità e pace.
Un sogno, quello di ascoltare la musica dal vivo e cantare in un luogo di grande bellezza e semplicità, qual è Balboutet, borgata del più famoso comune di Usseaux, che non a caso è uno dei borghi più belli d’Italia.
In realtà questo mio sogno è il proseguimento notturno della giornata di domenica scorsa, iniziata  già sabato sera, vissuto in una colonna sonora iniziata alle 10 del mattino e finita alle 19 di sera. Ore e ore di musica, dalla classica alla musica rock, transitando per il jazz e il folk, camminando per sentieri e sostando in antiche chiese.
Ecco, mio amico lettore e lettrice, ti sto raccontando la Maratona musicale voluta e organizzata dalla Pro Loco di Usseaux in collaborazione con la Pro Loco di Fenestrelle,  sabato 15 e domenica 16 luglio u.s.
Nell’affollata chiesa di Fenestrelle sabato sera ho ascoltato il coro Roberto Goitre di Torino e il coro Saint-Vincent di Aosta. Bravissimi tutti, hanno cantato anche i due cori insieme in un tripudio di applausi.
Domenica, nella bella chiesa di Usseaux, otto clarinetti accompagnati dalla voce recitante di Alessia Donadio hanno eseguito la famosissima Carmen di Bizet, in versione da camera. Molto apprezzata la narrazione che ha via via permesso a tutti di conoscere i pensieri e la sofferenza della bella sigaraia spagnola. Un ottimo modo per avvicinare all’opera classica, oggi meno conosciuta dei tempi in cui in casa la maggior parte degli italiani canticchiava le arie più famose delle opere.


Chi a piedi e chi in macchina, il gruppo dei maratoneti musicali ha lasciato la musica classica per avvicinarsi, nella piazzetta degli artisti di Balboutet, alla musica jazz.
Qui, sotto un cielo terso e un sole caldo, il compositore e arrangiatore Fulvio Chiara, ha diretto un gruppo di giovani scelti tra i migliori studenti dei corsi di formazione musicale della città di Torino, dove è docente.
E’ stato emozionante vedere le persone sedute un po’ ovunque, sulle panche, sulle scale, per terra, catturati dalla bravura del Maestro Fulvio Chiara e dei sui allievi,in un luogo dove normalmente risuonano gli scarponi degli alpinisti, il rumore della pioggia, i passetti dei bambini, i motori dei trattori che tornano dai vicini prati, le voci delle donne, che parlano ancora la lingua occitana, mentre tornano a casa con il secchio pieno di legna da far ardere anche nelle sere d’estate, perché qui l’estate dura solo di giorno.





Il tempo di un pasto presso i ristoratori di Balboutet ed Enrico, la maglia rosa della proloco, ha guidato i maratoneti verso la borgata di Pourrieres, dove alle 15 ho incontrato una musicista e cantante, ma soprattutto una donna piena di passione, Valeria Tron.
Una scoperta per me, Valeria, laureata in lettere,  scrive e canta in patoua, originaria di Rodoretto, racconta nelle sue canzoni la vita dura dei montanari.
Ama la sua terra, la sua gente che ha resistito alle lusinghe del lavoro facile in Fiat (non so cosa ne pensino gli operai), che oggi resiste al lavoro facile nel turismo che vorrebbe far della montagna un grande parco giochi per chi vive in città.
Le sue canzoni parlano di resistenza gentile, le sue parole permettono ad un mondo quasi scomparso di rivivere, sollecitano noi che ascoltiamo a riflettere ancora una volta sulla preziosità e bellezza della montagna così come è, senza volerla rendere simile alla città. Valeria è innamorata della sua lingua, che vorrebbe fosse parlata, studiata, per dare realtà al mondo delle alte valli, al  duro lavoro, alla  resistenza gentile.




Toccata profondamente dalle sue parole, così rare oggi, dalla sua passione, mi avvio verso il lago del Laux, dove a suonare e cantare c’è un caro amico, Matteo Lagrande con la sua simpatica band. Si tratta dei Dream Power, una Rock Band che esegue sul prato davanti al lago, contornata dalla bellezza e dalla gente che li ascolta, in una Woodstock in miniatura, sognando pace e amore.
Hanno cantato con passione, quella dei sogni, coinvolgendo i presenti che hanno finalmente potuto cantare, compresa la sottoscritta, che non vedeva l’ora! Ecco, non smettevamo più, noi di ascoltarli e apprezzarli con applausi a scena aperta e loro di suonare, nonostante la temperatura si fosse abbassata, come spesso capita nelle estati alpine.
Provo a sintetizzare : insieme (i cori e i Dream Power) possiamo resistere gentilmente (Valeria Tron) per superare ogni forma di discriminazione (Carmen e musica Jazz). Sembra semplice, quando è la musica a dircelo.
Tutti abbiamo bisogno di musica, per essere migliori, per sentirci vivi, liberi, perché cantare è una forma di libertà. Ed è estremamente vero, infatti là dove non c’è libertà, una delle prime proibizioni è proprio quella relativa al canto e alla musica in generale.
Bella iniziativa a 1550 mt di altezza, difficile, complessa, che è stata possibile grazie a molti volontari che hanno dedicato tempo e forze affinché le note musicali e la loro energia potessero arrivare anche a chi difficilmente ha tempo per scendere a valle per partecipare a concerti.