L’altra
notte ho sognato che a Balboutet vi era una casa di vacanze per l’orchestra e il coro del Regio di Torino.
Ho sognato
che la sera uscivo per recarmi in questa
casa, molto grande, dove i musicisti e i coristi suonavano e cantavano per
divertimento.
Non ero
sola, altri come me apprezzavano le serate insolite donateci dai musicisti, in
un' atmosfera di serenità e pace.
Un sogno,
quello di ascoltare la musica dal vivo e cantare in un luogo di grande bellezza
e semplicità, qual è Balboutet, borgata del più famoso comune di Usseaux, che
non a caso è uno dei borghi più belli d’Italia.
In realtà
questo mio sogno è il proseguimento notturno della giornata di domenica scorsa,
iniziata già sabato sera, vissuto in una
colonna sonora iniziata alle 10 del mattino e finita alle 19 di sera. Ore e ore
di musica, dalla classica alla musica rock, transitando per il jazz e il folk,
camminando per sentieri e sostando in antiche chiese.
Ecco, mio
amico lettore e lettrice, ti sto raccontando la Maratona musicale voluta e
organizzata dalla Pro Loco di Usseaux in collaborazione con la Pro Loco di Fenestrelle,
sabato 15 e domenica 16 luglio u.s.
Nell’affollata
chiesa di Fenestrelle sabato sera ho ascoltato il coro Roberto Goitre di Torino
e il coro Saint-Vincent di Aosta. Bravissimi tutti, hanno cantato anche i due
cori insieme in un tripudio di applausi.
Domenica,
nella bella chiesa di Usseaux, otto clarinetti accompagnati dalla voce
recitante di Alessia Donadio hanno eseguito la famosissima Carmen di Bizet, in
versione da camera. Molto apprezzata la narrazione che ha via via permesso a
tutti di conoscere i pensieri e la sofferenza della bella sigaraia spagnola. Un
ottimo modo per avvicinare all’opera classica, oggi meno conosciuta dei tempi
in cui in casa la maggior parte degli italiani canticchiava le arie più famose
delle opere.
Chi a piedi
e chi in macchina, il gruppo dei maratoneti musicali ha lasciato la musica
classica per avvicinarsi, nella piazzetta degli artisti di Balboutet, alla
musica jazz.
Qui, sotto
un cielo terso e un sole caldo, il compositore e arrangiatore Fulvio Chiara, ha
diretto un gruppo di giovani scelti tra i migliori studenti dei corsi di
formazione musicale della città di Torino, dove è docente.
E’ stato
emozionante vedere le persone sedute un po’ ovunque, sulle panche, sulle scale,
per terra, catturati dalla bravura del Maestro Fulvio Chiara e dei sui
allievi,in un luogo dove normalmente risuonano gli scarponi degli alpinisti, il
rumore della pioggia, i passetti dei bambini, i motori dei trattori che tornano
dai vicini prati, le voci delle donne, che parlano ancora la lingua occitana,
mentre tornano a casa con il secchio pieno di legna da far ardere anche nelle
sere d’estate, perché qui l’estate dura solo di giorno.
Il tempo di
un pasto presso i ristoratori di Balboutet ed Enrico, la maglia rosa della
proloco, ha guidato i maratoneti verso la borgata di Pourrieres, dove alle 15
ho incontrato una musicista e cantante, ma soprattutto una donna piena di
passione, Valeria Tron.
Una scoperta
per me, Valeria, laureata in lettere,
scrive e canta in patoua, originaria di Rodoretto, racconta nelle sue
canzoni la vita dura dei montanari.
Ama la sua
terra, la sua gente che ha resistito alle lusinghe del lavoro facile in Fiat
(non so cosa ne pensino gli operai), che oggi resiste al lavoro facile nel
turismo che vorrebbe far della montagna un grande parco giochi per chi vive in
città.
Le sue
canzoni parlano di resistenza gentile, le sue parole permettono ad un mondo
quasi scomparso di rivivere, sollecitano noi che ascoltiamo a riflettere ancora
una volta sulla preziosità e bellezza della montagna così come è, senza volerla
rendere simile alla città. Valeria è innamorata della sua lingua, che vorrebbe
fosse parlata, studiata, per dare realtà al mondo delle alte valli, al duro lavoro, alla resistenza gentile.
Toccata
profondamente dalle sue parole, così rare oggi, dalla sua passione, mi avvio
verso il lago del Laux, dove a suonare e cantare c’è un caro amico, Matteo
Lagrande con la sua simpatica band. Si tratta dei Dream Power, una Rock Band
che esegue sul prato davanti al lago, contornata dalla bellezza e dalla gente
che li ascolta, in una Woodstock in miniatura, sognando pace e amore.
Hanno
cantato con passione, quella dei sogni, coinvolgendo i presenti che hanno
finalmente potuto cantare, compresa la sottoscritta, che non vedeva l’ora!
Ecco, non smettevamo più, noi di ascoltarli e apprezzarli con applausi a scena
aperta e loro di suonare, nonostante la temperatura si fosse abbassata, come
spesso capita nelle estati alpine.
Provo a
sintetizzare : insieme (i cori e i Dream Power) possiamo resistere gentilmente
(Valeria Tron) per superare ogni forma di discriminazione (Carmen e musica
Jazz). Sembra semplice, quando è la musica a dircelo.
Tutti
abbiamo bisogno di musica, per essere migliori, per sentirci vivi, liberi, perché
cantare è una forma di libertà. Ed è estremamente vero, infatti là dove non c’è
libertà, una delle prime proibizioni è proprio quella relativa al canto e alla
musica in generale.
Bella
iniziativa a 1550 mt di altezza, difficile, complessa, che è stata possibile
grazie a molti volontari che hanno dedicato tempo e forze affinché le note
musicali e la loro energia potessero arrivare anche a chi difficilmente ha
tempo per scendere a valle per partecipare a concerti.
Provo a rifare il commento scritto ieri:
RispondiEliminaBellissimo racconto rende proprio bene l'idea e le emozioni provate in quei giorni
brava Roberta
Roberta Bonora
provo a inserire di nuovo il commento
RispondiEliminabellissimo racconto rende molto bene l'idea e le emozioni vissute in quei giorni
brava Roberta
Grazie Roberta.
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