lunedì 21 novembre 2016

34 TORINO FILM FESTIVAL




Il 18.11 si è svolta l'inaugurazione del 34° TFF.
Per chi ama il cinema queste giornate sono eccitanti.
Sono 158 i film in visione fino a sabato 26.11.
Sfogliare il programma on-line o quello cartaceo è disorientante, troppi titoli, troppe trame, gruppi e sottogruppi, ma, superata questa difficoltà ho scelto.
Oggi pomeriggio ho visto  due film e tornando a casa ho sentito Fabio Fazio  che li presentava nel suo programma domenicale su Rai 3. 
Te li racconto in breve.









SULLY, l'ultimo lavoro di Clint Eastwood. Il film racconta una storia vera, accaduta il 15.01.2009 a New York, di cui io non ho alcuna memoria.
Un aereo di linea, con a bordo 155 persone, appena decollato dall'aereoporto, è costretto ad ammarare nell'Hudson per scelta coraggiosa del comandante Sullenberger, a seguito dell'avaria di entrambi i motori. Tutti si salvano, grazie alla velocità dei soccorsi e alla bravura del comandante. Sully, eroe per l'equipaggio, per i passeggeri, per gli USA, ultimo a salvarsi, come un vero comandante (chi non ricorda il caso di Schettino?) viene inquisito per via di dubbi sulla scelta da lui effettuata. Tom Hanks è un perfetto comandante di aerei, capace, sicuro di sé, saggio, con i nervi saldi sia durante il difficilissimo ammaraggio, sia durante il processo.
Ottima interpretazione del famoso attore e bella storia, che racconta di persone che fanno il loro lavoro nel modo migliore possibile.
Un unico neo, ma non nel film, bensì nella storia vera: il fatto che l'uomo cerchi sempre la colpa, l'errore nell'altro, la famosa “pagliuzza”, invece di cercare la “trave” nel proprio occhio. (Perchè guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?" Luca, 6,41)

ROBERTO BOLLE L'ARTE DELLA DANZA

Immagina di trovarti alle Terme di Caracalla, oppure all'Arena di Verona oppure nel teatro di Pompei, immagina di essere sedut* non in prima fila, no, molto più vicin*, sei ad un passo da Roberto Bolle e dai suoi amici danzatori. Sei vicin* così vicin* da poter vedere tutto, ogni muscolo che si muove e anche l'insieme, la grazia, la bravura, la bellezza.
Essere vicini a Roberto Bolle è veramente emozionante e questo pomeriggio Roberto era in sala, al Reposi 3, per la prima assoluta del film, insieme alla regista Francesca Pedroni.
L'idea di realizzare un film sul tour in Italia, al fine di rendere “popolare” la danza classica, sdoganarla dai classici teatri dell'Opera, portarla là dove la storia palpita ancora, per poi portarla al cinema, su grande schermo, per molti, al fine di “regalare” la bellezza, mi sembra un'idea ottima.
La cinepresa ha il pregio di mostrarci tanti punti di vista, tanti particolari che mai si vedono da una platea, men che meno dalla galleria di un Teatro.
Posso solo dirti che questo film è da vedere se ami la bellezza, la grazia, l'eleganza e anche la bravura e il sacrificio che sono sottesi a questi risultati straordinari.
Buona visione!





sabato 12 novembre 2016

IN GUERRA PER AMORE









Ho visto a cinema questo film il 31.10 u.s. Ho aspettato dodici giorni per raccontarti la storia, perché, nonostante io sapessi del rapporto tra la mafia siciliana e gli Alleati, il film di Pif mi ha con sapienza mostrato il perché ancora oggi noi siamo una nazione incapace di sconfiggere la criminalità organizzata. E questo non è facile da digerire.

La storia si svolge tra il 1943 e il 1945 tra New York e la Sicilia.
L'occasione per trattare ancora una volta di mafia è la storia d'amore tra Flora e Arturo, storia contrastata dallo zio di lei che vorrebbe Flora sposa del figlio di un boss di New York.
Arturo, per avere il permesso del padre della sua amata, si arruola nell'esercito americano che sta per sbarcare in Sicilia.
Da questo momento il film diventa politico e sociale. Lo spettatore assiste ai patti tra l'autorità americana e i mafiosi, che ben presto sostituiranno la classe dirigente fascista, subentrando nei ruoli di amministratori pubblici.
Invece di combattere la mafia, gli Alleati si sono accordati e hanno ceduto il potere.
Il film diventa quindi documento storico, il riferimento è al Rapporto Scotten.
Il film ritengo che andrebbe proiettato nelle scuole e nelle piazze, perchè dal 1945 in poi, tutti coloro che hanno amministrato onestamente hanno incontrato enormi difficoltà fino a volte a morire, per cercare di infrangere questo enorme errore .

Il pensiero corre, forse troppo, ad altre guerre combattute per la libertà e la democrazia e che hanno prodotto guerre civili ancora in corso.
Potrebbero esistere altri rapporti come quello di Scotten, che analizzano altre relazioni pericolose in varie zone del mondo.

Il film oltre che politico è anche un affresco sociale.
Pierfranco Diliberto fotografa una Sicilia dimenticata, quella dove conta molto ciò che dice la gente:“se la gente viene a sapere che a me non importa cosa pensa la gente, cosa può pensare la gente di me?”dirà il protagonista al tenente Philph Catelli, la Sicilia in cui comandavano la Madonna, il Duce e la Mafia.

Per approfondimenti:
https://casarrubea.files.wordpress.com/2010/02/rapporto-scotten.pdf