In un palazzo signorile della Torino ottocentesca mi viene
incontro sorridente e solare una donna minuta ed elegante, che ha speso la sua
vita professionale nell’intento di cercare risposte ai problemi che i suoi
pazienti le presentavano via via: è la Dott.ssa Maria Teresa Molo, Presidente
della Fondazione Carlo Molo onlus.
Devo molto a Lei e alle persone che lavorano con lei e un modo per ringraziarLa è anche quello di
raccontare la sua storia qui, sul mio blog.
LA SUA FORMAZIONE:
Possiede due lauree, (a quei tempi cosa rara) di cui una in Psicologia,
conseguita all’Università di Padova negli anni ‘70. Inizia ad esercitare la sua
professione come consulente familiare, via via comprende che deve continuare a
formarsi e consegue diverse specializzazioni: in sessuologia, bioenergetica,
psicologia comportamentale e psicologia cognitiva.
Come consulente presso il consultorio di sessuologia
dell’Ospedale Mauriziano di Torino inizia ad occuparsi di disforia di genere
nel 1983.
Mentre racconta i suoi primi anni lavorativi sento la
passione di chi cerca di risolvere i problemi dei pazienti attraverso lo studio e la continua ricerca.
Il suo interesse era unire gli studi di neuropsicologia con
le teorie della personalità.
Il suo principio: ricordarsi dell’intima unione delle parti
fisiche e psichiche nell’essere umano.
Negli
anni Novanta, con alcuni colleghi decide di fondare un’associazione di ricerca
nelle neuroscienze il CeRNe.
Nelle
terapie viene utilizzato il biofeedback:
Il
biofeedback, termine derivato dalla contrazione delle parole inglesi biological
feedback, è una tecnica terapeutica utilizzata per il trattamento di vari
disturbi e malattie in medicina, in psichiatria e in psicosomatica. Il
principio su cui si basa è costituito dalla possibilità di apprendere a
controllare e ad autoregolare varie funzioni fisiologiche (come per es. la
tensione muscolare, la temperatura, la conduttanza cutanea, la pressione
arteriosa, la frequenza cardiaca ecc.) che normalmente sono al di fuori della
consapevolezza e del controllo volontario.
( da http://www.treccani.it/enciclopedia/biofeedback_%28Universo-del-Corpo%29/)
Ben presto però le difficoltà insite in un’associazione la
portano a decidere di trasformare il suo progetto iniziale in Fondazione, che
intitola a suo padre, Carlo Molo, morto quando lei era appena una bambina di
nove anni.
LA FONDAZIONE CARLO MOLO
E’ il 1997, febbraio.
Pochi mesi dopo sua mamma subisce un ictus.
Lei, psicologa, consulente in ospedale, conoscitrice di molte
tecniche terapeutiche, non sa cosa sia l’afasia.
Io ascolto incredula: ho ascoltato in questi ultimi dodici
anni molte storie di afasici e caregiver e molti hanno raccontato di non
sapere, di non aver avuto spiegazioni, di non sapere cosa fare e come farlo.
Sì, ma dalla dott.ssa Molo non mi aspettavo questa
dichiarazione.
Oggi la Fondazione Carlo Molo è un polo di eccellenza in
Piemonte e forse in Italia per l’attenzione che pone all’afasico nella fase
successiva alla riabilitazione logopedica ospedaliera. Tutto questo lo dobbiamo
alla malattia della mamma, alla fame di ricerca di risposte della figlia, alla sua
capacità di mettere in comune le nuove conoscenze, di essere utile ad altri.
Affronta con sua madre
questo cambiamento di vita nel modo in cui in quegli anni era possibile: un po’
di riabilitazione in ospedale, ma dopo la dimissione dall’ospedale, a casa
tutto diventa subito difficile, la mamma non vuole nessuno che si prenda cura
di lei, tranne i propri figli, che a loro volta lavorano e hanno una famiglia.
Maria Teresa scopre l’enorme difficoltà di gestire in queste
condizioni la vita di sua madre, donna dominatrice, con difficoltà di comunicazione
conseguenti all’evento sopra nominato.
Si rende subito conto dei bisogni che hanno coloro che
vengono colpiti dall’ictus e delle conseguenze sulle famiglie. Inizia ad
approfondire, apre le porte della Fondazione a due giovani laureati in
psicologia che diventeranno ben presto suoi validi collaboratori: Stefano Monte
e Alberto Giachero. Viene approfondita
l’Analisi conversazionale della professoressa Anna Basso, ci si ispira al metodo
della canadese Aura Kagan, si adottano principi riabilitativi del professore
statunitense George Prigatano, di Phoenix (entrambi invitati quali relatori in
un convegno sulla riabilitazione dell’afasia, organizzato dalla Fondazione).
La Fondazione svolge attività presso due centri: il CIRP e Il
Laboratorio Sperimentale Afasia.
Accanto all’afasia continuano le passioni di sempre, sessuologia
e neuroscienze. Anzi, proprio le nuove
scoperte sul funzionamento cerebrale, soprattutto il concetto di plasticità
neuronale, permettono di
avviare molti progetti aventi tutti come fine la
riabilitazione di coloro che hanno perso la voce, che non possono più
comunicare facilmente le loro emozioni, paure, bisogni, che sentono che il loro
ruolo nel mondo è messo seriamente in discussione mancando loro la possibilità
di difendersi, replicare, discutere o semplicemente sorridere di una battuta,
fare un po’ di sana ironia.
Muti.
La Fondazione Carlo Molo colma un vuoto istituzionale, che
tutti coloro che hanno vissuto l’esperienza di un ictus con conseguente afasia
conoscono molto bene.
Chi fosse interessato
potrà trovare tutte le informazioni sulle attività, sui professionisti, sui
metodi di lavoro sul sito:
http://www.fondazionecarlomolo.it/index.php/it/
Qui mi limito a raccontare alcuni progetti: quello di una
web-tv, isabile, con il sostegno della Compagnia di San Paolo, web tv come
mezzo di intrattenimento ed informazione per afasici e caregiver, come luogo
virtuale di incontro per persone che rischiano di trascorrere ore e ore in
solitudine.
Si avvia una proficua collaborazione con i laboratori
didattici dei Musei di Torino che ben presto diventerà il progetto Torino + Cultura
accessibile, per permettere ai disabili di usufruire della cultura, bene
supremo per affrontare e superare le difficoltà della vita.
LE DELUSIONI
La vita professionale della Dott.ssa Maria Teresa non è
esente da difficoltà e delusioni: la mancanza di facilitazioni da parte dello
Stato le impedisce per esempio di realizzare la web-tv così come desiderava.
Avrebbe voluto
accreditare la Fondazione come centro diurno, visto il servizio offerto
quotidianamente, ma altri problemi burocratici hanno impedito di realizzare
questo progetto.
I SUCCESSI
I successi però sono molti, le collaborazione con Università,
le ricerche, l’applicazione di nuove tecniche tra cui il neurofeedback (https://it.wikipedia.org/wiki/Neurofeedback), il benessere di tutti coloro che
in questi anni hanno frequentato la Fondazione, trovando nei collaboratori
della Dott.ssa Molo dei validi professionisti, la creazione della compagnia
teatrale permanente Teatro Babel, dove gli attori senior sono attori afasici
IL FUTURO
Io :”Il futuro, come lo
immagina?”
Dott.ssa Molo: “Spero
che i miei collaboratori portino avanti tutto quello che ho realizzato fin
ora”.
Per il mio lettore, lettrice, che volesse saperne di più,
invito a leggere l’intervista su neuroscienze.net del 2012:
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