Una delle
venti regioni italiane, vicina al Piemonte, dove risiedo, da me conosciuta fin
da piccola, quando vivevo a Roma e il viaggio per arrivarci era lungo e si
complicava quando si arrivava al passo del Bracco, rimasto nella mia memoria
come il luogo dove qualcuno della famiglia doveva scendere dalla macchina per
la nausea.
Liguria, terra
di mare e montagna insieme, di nuotate e passeggiate sul mare e sui monti, con
scorci mozzafiato sulla via Aurelia, con luoghi ricchi di storia, con luce
scintillante sul mare increspato e aria salmastra e buio nei carrugi vicini al
lungo mare e aria profumata di erbe officinali e fiori.
Liguria,
terra di sapori forti, mediterranei, di pesce e focaccia.
Liguria
terra di poeti e scrittori.
Dal mio
arrivo alla mia partenza, la poesia mi ha accompagnato.
Sono partita
con un libro di poesie di Franco Arminio e
in ogni luogo dove sono andata ho incontrato messaggi poetici e
filosofici.
Ad Albenga,
sulle panchine del lungo mare ci sono stampate massime filosofiche, sulle
piastrelle dei carrugi pensieri poetici.
In via Balbi
a Genova ho scoperto lo Stendiversomio e ho letto poesie urbane che mi hanno
accompagnato nella mia esplorazione della vecchia città marinara
e , a Pieve di
Teco, un paesino lungo la strada che porta al passo di Nava, in una panetteria,
che ha il solo merito di sfornare pane naturale e dove alle 4 del pomeriggio il
pane era tutto terminato, anche lì, sul vetro della vetrinetta, pezzi di carta
riportavano massime filosofiche e versi poetici.
Per non
parlare della strada dell’amore e dei versi di Montale, strada che non percorro
da tempo, ma che ricordo molto bene,
dovremmo
prendere esempio dai liguri, che ricordano i loro padri,i loro poeti, gli
scrittori che hanno scelto la loro terra.
Vorrei
trovare per le strade romane i versi di Belli e di Trilussa, per Napoli i versi
di Edoardo, per Catania quelli di Pirandello, per Torino quelli di Pavese,
sulle alpi Ungaretti e Quasimodo, per Ferrara Ariosto, per Firenze Dante, Petrarca
e via così.
E poi entro
in un santuario sperduto e trovo degli affreschi che ritraggono la vita e la
morte di Gesù e sono belli e sono inattesi, quassù, sulle Alpi Marittime
e sono
felice di essere italiana, di potermi stupire di quanto abbiamo prodotto in
duemilasettecento anni di storia e vorrei non solo custodire, ma vorrei che da
tutto questo nascesse ancora e ancora un nuovo Dante, un nuovo Leonardo, un
novello Michelangelo, vorrei che si smettesse di pensare che tutto questo è
storia, perché tutta questa bellezza è oggi, è qui, è presente.
Però prima
di me lo ha detto pochi gg fa Alberto Angela e 5 milioni di spettatori si sono
lasciati affascinare dalla bellezza e milioni di turisti visitano musei e città
d’arte.
Qualcosa
significherà tutto questo.
Ancora porto
con me il diniego che il medico di famiglia mostrò quando gli dissi che mi ero
iscritta a Lettere. Facoltà inutile, mi disse. Sicuramente un medico è molto
più utile, ma voglio continuare a credere che la poesia e l’arte rendano la
vita dell’uomo migliore.
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