CONSIGLI DI LETTURA
Molti di noi
oggi porteranno in cantina l’albero di Natale, le statuette del Presepe, le
luci. Per chi ha avuto ospiti a casa, per chi ha festeggiato in compagnia la
festa è finita.
Per chi è
stato solo finalmente le feste terminano e si torna alla normalità.
In casa la
luce è poca, fuori pochissima: piove in città, Torino, sulle Alpi nevica. Dagli
Usa arrivano immagini del gelo e degli aeroporti chiusi, mentre dall’Australia
immagini di caldo torrido.
C’è chi
ancora crede o vuole far credere che l’uomo, con la sua folle produzione di
beni spesso inutili, non abbia affatto modificato gli equilibri millenari del
pianeta più bello dell’Universo.
Molti
torneranno a lavorare, alcuni non hanno mai smesso di farlo in questa società
che non distingue più il tempo del lavoro dal tempo del riposo.
Per te lettore, lettrice, per le tue serate invernali in casa
ho qualche consiglio di lettura.
1.Hisham Matar Il
ritorno
Ho già
trattato questo autore newyorkese, nato da genitori libici, con il libro Anatomia di una scomparsa.
Il libro “Il ritorno”, premio Pulitzer 2017 per
l’autobiografia, è struggente.
Tutto il
testo è pervaso dalla ossessiva ricerca del padre e dall’incontrarlo in ogni
persona, fatto, luogo.
Intorno al
padre perduto, il lettore ripercorre la storia della Libia dagli anni ‘80 al
2011.
Il padre di
Hisham era una figura di spicco dell’opposizione negli anni ‘80 al regime
dittatoriale. Molti oppositori erano stati uccisi, molti dissidenti in fuga
erano stati sequestrati e uccisi ovunque.
Suo padre si
era rifugiato con la famiglia in Egitto, dove credeva di essere al sicuro,
nonostante usasse molte precauzioni nei suoi viaggi all’estero.
Purtroppo
nel marzo del 1990 il padre fu sequestrato dai servizi segreti egiziani e
consegnato a Gheddafi. Portato nella
prigione di Abu Salim, a Tripoli, tristemente nota come “l’ultima fermata”, ben
presto si perdono le sue tracce.
Solo tre
lettere furono recapitate ai familiari, Hisham torna in Libia dopo trentatré
anni dalla loro fuga, alla ricerca di testimonianze sulla prigionia di Jaballa, alla
ricerca del padre, che spera ancora vivo.
Il figlio lo
cerca nelle persone che sono state in prigione, in ogni cella che viene aperta,
lo cerca invano, senza sapere qual è stata la sua fine e se quella forza che lo
ha contraddistinto lungo la sua vita lo ha sorretto fino alla sua fine, ignota.
“magari fossi stato il
figlio di un uomo felice
Che arriva alla
vecchiaia con tutti i suoi beni,
….è scomparso nel
nulla, ignoto, e ha lasciato
A me, pena e dolori….
(Odissea, libro I, vv
217-18 e 242-243)
Non aggiungo altro, tranne che è uno dei libri imperdibili.
Addolora
profondamente sapere che l’uomo si macchia ancora e ancora di crimini. Ogni
storia proveniente da diversi luoghi del pianeta trasuda ingiustizia,
sofferenza, dolore. Come non bastasse la sofferenza insita nella vita.
2.
Kent Haruf, Trilogia della Pianura. Tutte e tre le storie si svolgono nella
cittadina di Holt, in Colorado. Benedizione, Canto della pianura e Crepuscolo.
Ho scoperto
Haruf questa estate grazie al suo libro,Le
nostre anime di notte di cui scrissi
mesi fa. La storia è rimasta indelebilmente impressa nella mia memoria, quei
due vecchi che si prendono per mano la notte, “il momento peggiore della
giornata”, e si raccontano la loro vita, mi ha toccato profondamente, come solo
un capolavoro può fare.
Dei tre
libri della trilogia vi accenno qui a Canto
della pianura, perché il suo tema, l’inizio della vita, mi piace.
Ad Holt,
Haruf descrive un mosaico di vite: i violenti, i depressi, i disadattati. In
questo libro, in cui mi sembra di seguire con una telecamera i protagonisti nei minimi dettagli, vi
accenno a Victoria, sedicenne cacciata di casa dalla mamma a seguito della sua
gravidanza e accolta dai vecchi fratelli McPheron, che da solitari allevatori
di mucche si convertono a difensori di una ragazza e della sua neonata con
un’intensità e generosità che colpisce. Troverete traccia del padre della
neonata, un uomo come tanti, irresponsabile ed egoista. Vi accenno ai fratelli
Ike e Bobby, in attesa del ritorno a casa della loro mamma, sofferente di una
grave forma di depressione. La piccola neonata riuscirà a riunire tutti o quasi
tutti e a dare un senso alla loro vita.
Una storia
più leggera rispetto alla prima suggerita.
3.
Ayelet Gundar-Goshen Svegliare i
leoni
Una storia
di rimorsi e sensi di colpa, una storia di bugie, una storia di ricatti. Uno
scavo dell’essere umano.
Un medico,
Eitan Green, persona integerrima, una notte, dopo il lavoro, decide di non
tornare subito a casa dalla moglie e dai figli, bensì di guidare la sua jeep
nel deserto a tutta velocità. Purtroppo investe un uomo e per la prima volta
nella sua vita compie un atto immorale: scappa senza soccorrere l’investito,
morente ma vivo.
I principi
morali a cui ci appelliamo a volte sono fragili e così accade a Eitan, il quale
subito dopo viene ricattato dalla moglie dell’uomo investito.
Da quella
notte Eitan è costretto a curare e ad operare gli immigrati clandestini in
un’autorimessa abbandonata. La sua vita diventa un inferno per le bugie che è
costretto a raccontare alla sua famiglia, per i turni massacranti tra ospedale
e autorimessa fino all’epilogo finale, nel quale prima trascorre delle ore in
prigione e poi torna a casa come un eroe.
La sua vita
riprende il verso giusto: ha pagato la sua colpa.
Buona
lettura.
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