domenica 7 gennaio 2018

LETTURE INVERNALI

CONSIGLI DI LETTURA




Molti di noi oggi porteranno in cantina l’albero di Natale, le statuette del Presepe, le luci. Per chi ha avuto ospiti a casa, per chi ha festeggiato in compagnia la festa è finita.
Per chi è stato solo finalmente le feste terminano e si torna alla normalità.
In casa la luce è poca, fuori pochissima: piove in città, Torino, sulle Alpi nevica. Dagli Usa arrivano immagini del gelo e degli aeroporti chiusi, mentre dall’Australia immagini di caldo torrido.
C’è chi ancora crede o vuole far credere che l’uomo, con la sua folle produzione di beni spesso inutili, non abbia affatto modificato gli equilibri millenari del pianeta più bello dell’Universo.
Molti torneranno a lavorare, alcuni non hanno mai smesso di farlo in questa società che non distingue più il tempo del lavoro dal tempo del riposo.
Per te lettore, lettrice, per le tue serate invernali in casa ho qualche consiglio di lettura.
1.Hisham Matar Il ritorno
Ho già trattato questo autore newyorkese, nato da genitori libici, con il libro Anatomia di una scomparsa.
Il libro “Il ritorno”, premio Pulitzer 2017 per l’autobiografia, è struggente.
Tutto il testo è pervaso dalla ossessiva ricerca del padre e dall’incontrarlo in ogni persona, fatto, luogo.
Intorno al padre perduto, il lettore ripercorre la storia della Libia dagli anni ‘80 al 2011.
Il padre di Hisham era una figura di spicco dell’opposizione negli anni ‘80 al regime dittatoriale. Molti oppositori erano stati uccisi, molti dissidenti in fuga erano stati sequestrati e uccisi ovunque.
Suo padre si era rifugiato con la famiglia in Egitto, dove credeva di essere al sicuro, nonostante usasse molte precauzioni nei suoi viaggi all’estero.
Purtroppo nel marzo del 1990 il padre fu sequestrato dai servizi segreti egiziani e consegnato a Gheddafi. Portato  nella prigione di Abu Salim, a Tripoli, tristemente nota come “l’ultima fermata”, ben presto si perdono le sue tracce.
Solo tre lettere furono recapitate ai familiari, Hisham torna in Libia dopo trentatré anni dalla loro fuga, alla ricerca di  testimonianze sulla prigionia di Jaballa, alla ricerca del padre, che spera ancora vivo.
Il figlio lo cerca nelle persone che sono state in prigione, in ogni cella che viene aperta, lo cerca invano, senza sapere qual è stata la sua fine e se quella forza che lo ha contraddistinto lungo la sua vita lo ha sorretto fino alla sua fine, ignota.
“magari fossi stato il figlio di un uomo felice
Che arriva alla vecchiaia con tutti i suoi beni,
….è scomparso nel nulla, ignoto, e ha lasciato
A me, pena e dolori….
(Odissea, libro I, vv 217-18 e 242-243)
Non aggiungo altro, tranne che è uno dei libri  imperdibili.
Addolora profondamente sapere che l’uomo si macchia ancora e ancora di crimini. Ogni storia proveniente da diversi luoghi del pianeta trasuda ingiustizia, sofferenza, dolore. Come non bastasse la sofferenza insita nella vita.
2.   
Kent Haruf, Trilogia della Pianura. Tutte e tre le storie si svolgono nella cittadina di Holt, in Colorado. Benedizione, Canto della pianura e Crepuscolo.
Ho scoperto Haruf questa estate grazie al suo libro,Le nostre anime di notte di cui  scrissi mesi fa. La storia è rimasta indelebilmente impressa nella mia memoria, quei due vecchi che si prendono per mano la notte, “il momento peggiore della giornata”, e si raccontano la loro vita, mi ha toccato profondamente, come solo un capolavoro può fare.
Dei tre libri della trilogia vi accenno qui a Canto della pianura, perché il suo tema, l’inizio della vita, mi piace.
Ad Holt, Haruf descrive un mosaico di vite: i violenti, i depressi, i disadattati. In questo libro, in cui mi sembra di seguire con una telecamera  i protagonisti nei minimi dettagli, vi accenno a Victoria, sedicenne cacciata di casa dalla mamma a seguito della sua gravidanza e accolta dai vecchi fratelli McPheron, che da solitari allevatori di mucche si convertono a difensori di una ragazza e della sua neonata con un’intensità e generosità che colpisce. Troverete traccia del padre della neonata, un uomo come tanti, irresponsabile ed egoista. Vi accenno ai fratelli Ike e Bobby, in attesa del ritorno a casa della loro mamma, sofferente di una grave forma di depressione. La piccola neonata riuscirà a riunire tutti o quasi tutti e a dare un senso alla loro vita.
Una storia più leggera rispetto alla prima suggerita.

3.    Ayelet Gundar-Goshen Svegliare i leoni
Una storia di rimorsi e sensi di colpa, una storia di bugie, una storia di ricatti. Uno scavo dell’essere umano.
Un medico, Eitan Green, persona integerrima, una notte, dopo il lavoro, decide di non tornare subito a casa dalla moglie e dai figli, bensì di guidare la sua jeep nel deserto a tutta velocità. Purtroppo investe un uomo e per la prima volta nella sua vita compie un atto immorale: scappa senza soccorrere l’investito, morente ma vivo.
I principi morali a cui ci appelliamo a volte sono fragili e così accade a Eitan, il quale subito dopo viene ricattato dalla moglie dell’uomo investito.
Da quella notte Eitan è costretto a curare e ad operare gli immigrati clandestini in un’autorimessa abbandonata. La sua vita diventa un inferno per le bugie che è costretto a raccontare alla sua famiglia, per i turni massacranti tra ospedale e autorimessa fino all’epilogo finale, nel quale prima trascorre delle ore in prigione e poi torna a casa come un eroe.
La sua vita riprende il verso giusto: ha pagato la sua colpa.

Buona lettura.

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