venerdì 5 gennaio 2018

BARBARA DELLE CAPRE

TANTE ITALIE

Eccomi, car* lettore/lettrice,
a raccontarti una storia italiana, una storia vera, raccolta in giro per la nostra splendita terra.
Viaggiare per l’Italia è scoprire ogni volta realtà nuove, stupirsi, entrare come protagonisti in cartoline d’epoca, smarrirsi nel traffico e perdersi nei boschi appenninici desertici, incontrare mille e mille borghi costruiti sui cuccuzzoli dalle Alpi Marittime fino alle propaggini appenniniche, paesi adagiati nelle valli come in culle, strade deserte che si inerpicano per raggiungere luoghi abitati da pochi coraggiosi abitanti, che ti chiedi di cosa vivano.
Oggi, per caso, grazie  ad un formaggio buonissimo di capra, comprato ad un mercatino di prodotti biologici, con amici mi sono recata a pranzo in un agriturismo situato come ho descritto sopra, e ho conosciuto una donna che con orgoglio si fa chiamare “Barbara delle capre”.



 Romana, nipote di Renato Rascel, abitava e lavorava a San Lorenzo al mare, quando decise di cambiare totalmente vita e trasferirsi al Santuario della Madonna bambina a Rezzo, dove con 25 capre ha iniziato a vivere in solitudine, dedicandosi alle capre e alla cura del santuario.
E’ iniziata così una nuova vita, che a sua volta ha dato vita ad un luogo rimasto deserto e ha creato lavoro, visto che ora lavorano nei periodi estivi anche cinque persone e ha portato turisti dalla costa, dove vende al mercato i suoi prodotti, turisti che, come noi, non si spaventano di dover percorrere un’ora di macchina per gustare una cucina genuina, frutto di cibo prodotti da lei, cucinati con maestria e leggerezza dalla cuoca.
Barbara aveva un sogno fin da bambina, curare gli animali e oggi si prende cura di molte capre e dei capretti appena nati, delle galline, dell’orto.
Mentre mi raccontava la sua storia, sulla scia delle mie domande di giornalista in erba,  pensavo al coraggio, alla determinazione, allo spirito imprenditoriale di questa  donna e con stupore le ho visto qualche lacrima solcarle il viso.
Ciò che la sfianca sono le leggi italiane, che non aiutano i piccoli imprenditori, con le mille regole che tarpano le ali a chi deve lavorare.
Mi chiedo se i legislatori viaggiano per la ns. bella penisola, incontrando le mille realtà diverse, frutto di un territorio così diverso e con bisogni diversi. Una piccola imprenditrice non può competere con gli allevamenti intensivi, non ha la forza di occuparsi delle capre, della vendita di formaggi, delle leggi che cambiano e che si intersecano al solo scopo di creare confusione  e stanchezza in chi le deve applicare.
Semplificare e conoscere le mille realtà italiane, questo dovrebbe essere l’imperativo categorico di chi si dedica alla politica.



Dimenticavo: all'interno del Santuario vi sono degli affreschi che mai mi sarei aspettata di trovare. Non conosco l'artista, ma ho potuto scorrere la vita di Gesù e della sua Passione lungo la navata di destra. Insomma, non esiste un angolo della ns Penisola che non ci riservi sorprese.

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