Il film è da vedere per tre motivi.
Il primo riguarda il tema della libertà di stampa, principio
fondamentale di ogni vera democrazia. Non dovremmo mai dimenticarlo.
Il secondo riguarda la volontà dei giornalisti di esercitare
il diritto alla libertà di stampa, il coraggio di scrivere ciò che emerge dalle
inchieste, dai documenti, senza timore di danneggiare i potenti, spesso troppo
amici dei giornalisti.
Il terzo riguarda la storia di una donna, un’eccelsa Maryl
Streep nei panni di Katharine Graham, editrice del Washington Post. Subentrata
al marito dopo essere rimasta vedova, deve decidere se pubblicare o no i
Pentagon Papers, rischiando l’azienda e persino il carcere. Con lei Tom Hanks
nei panni del Direttore del giornale.
Il film ricostruisce, come forse si è già capito, i fatti del
1971, ovvero quando la stampa americana pubblicò i documenti segretati nei
quali si raccontava la politica americana in Vietnam.
Come sempre nei film del regista Steven Spielberg, la
ricostruzione di un fatto storico è occasione per trattare temi di diritti
civili vitali per la convivenza umana, come sempre accanto ai protagonisti si
sente la coralità dell’umanità tutta, entra la Storia e si stenta a non
commuoversi per questa capacità profonda di indagare nel potere e nelle conseguenze drammatiche del
suo abuso.
Penso al protagonista del film Amistad, eroico, epico, ma la lotta di Cinqué è la lotta di tutti
gli schiavi neri. Nel film alcune scene conducono lo spettatore a superare il
singolo processo e a interessarsi della condizione di tutti gli schiavi.
Penso al film Schindler’s
list e a tutti i giusti che come Schindler hanno salvato migliaia di ebrei
dal massacro a costo della loro vita. Nel film c’è tutto il dramma del popolo
ebraico e non solo dei 1000 della lista.
Penso all’abile politico Abraham
Lincon nel film omonimo, che usa ogni mezzo pur di far approvare dal
Parlamento il XIII emendamento alla costituzione, ovvero l’abolizione della
schiavitù.
In the Post e nella realtà sia il New York Times, primo
giornale a pubblicare i papers e subito diffidato dal continuare, sia the W. Post
vengono scagionati. Si legge nella sentenza della Corte Suprema che
la stampa è per i governati e non per i governanti.
Ottima decisione. Subito dopo ci sarà the Watergate.
Il film lo consiglio vivamente.
Nessun commento:
Posta un commento