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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

I MIEI PICCOLI DISPIACERI

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Un famiglia dove si annida il seme della tristezza, della melanconia, anzi qualcosa di più, si annida il male di vivere che può portare al suicidio. Una cittadina mennonita, Winnipeg, in Canada, dove i vecchi saggi erano contrari a molte cose, anche allo studio della musica. Il primo a uccidersi è stato il padre, una morte atroce. La figlia Elf è bella, intelligente, colta e una pianista eccezionale che regala commozione a coloro che l’ascoltano. Ha l’agenda piena di impegni in Europa, è amata da Nic, giovane ricercatore medico, eppure ripetutamente cerca la morte e chiede alla sorella di essere portata in Svizzera a morire. Toccante il confronto con la sorella Yoli,   due figli da due padri, in via di divorzio, con un romanzo che sta scrivendo e il cui manoscritto gira con lei per ospedali dentro un sacchetto di plastica, lei, la più disordinata e apparentemente fallita, cerca disperatamente di tenere in vita l’amata sorella, con tutta la forza che possiede, coi...

LA TERRA BUONA

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Grazie alla segnalazione di una cara amica, ieri mi sono recata al   Reposi, unico cinema torinese che ha accettato di proiettare il film indipendente di un autore indipendente, insomma autoprodotto e autodistribuito. Un rischio: nessun battage pubblicitario sulle reti televisive, il regista non si è recato da Fabio Fazio (almeno credo) a raccontare del suo film, non ci sono cartelloni, insomma   chissà se qualcuno sapendolo saprà scegliere di rischiare il costo di un biglietto e due ore di vita. Il regista è Emanuele Caruso. Il film racconta tre storie vere, quella di Mastro, di Gea e di padre Sergio, l’unico che ha conservato nel film il suo vero nome. I tre protagonisti non si sono mai incontrati realmente nella vita, è il regista che, avendo conosciuto tutti e tre, cogliendo in tutti lo stesso anelito, la stessa ricerca, li fa incontrare nel film grazie ad un personaggio fittizio, Martino. I luoghi, la Val Grande, un’oasi di 152 km quadrati di natura incon...

GLI ABBAINI

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Preparare uno spettacolo è vivere una possibilità, una trasformazione, assistere ad un’apertura, ad un cambiamento, è prendersi cura di mille piccoli particolari, è costruire un puzzle, è vedere crescere giorno dopo giorno te stessa e chi ti è accanto fino all’incontro finale con gli altri, coloro che hai invitato tu personalmente e gli altri, coloro che non conosci e in quel momento la trasformazione si è completata, la magia sta accadendo, una fusione di cuori completa, un crescendo di intesa sottile, impalpabile, ma presente negli sguardi, nei sorrisi, negli applausi. Ieri sera ho cantato ancora una volta con il mio gruppo vocale “Gli Abbaini” nell’auditorium “Orpheus” dell’Educatorio della Provvidenza di Torino. I primi spettatori sono arrivati mentre noi ci esercitavamo, abbiamo chiuso il sipario per continuare inosservati e quando il sipario si è aperto, voilà, non solo la sala era piena di persone amiche sedute, ma la gente era in piedi, seduta per terra e la porta...

IL PADRE

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L’opera di   August Strindberg   interpretata da un eccelso Gabriele Lavia, in cartellone in questi giorni al Teatro Stabile di Torino, dopo essere stato in programma al Quirino a Roma, interroga lo spettatore su temi universali, supera il suo tempo ed interroga anche noi uomini e donne del XXI° secolo. La storia, apparentemente banale, si snoda nell’interno di una casa abitata da donne e da un unico uomo, padre, marito, capitano di cavalleria e si dipana intorno al conflitto tra donna e uomo per il potere sull’unica figlia.   La scena, ricoperta da un velluto di color rosso sangue, rappresenta un salotto di una famiglia borghese.   I protagonisti: due genitori alle prese con l’educazione della figlia. Lui la vorrebbe mandare a studiare in città, lontano dalle influenze della suocera superstiziosa e della mamma che la crede una novella “Michelangelo” , mentre la moglie vorrebbe trattenerla a casa. La tragedia potrebbe sembra...

DELLA STESSA SOSTANZA DELLE STELLE

Mentre scrivo alzo gli occhi dal monitor   e vedo   fiocchetti di neve nell’aria, leggeri, piccoli, agitati dal vento che danzano,   ora rallentano ora accelerano, ora scendono ora pare salgano, ora si incontrano, in realtà non si incontrano mai, uno per uno, sono tanti, tantissimi, piccoli, piccolissimi sono lì davanti a me , sospesi ed io so che la neve scende e poi si ferma e poi ghiaccia e poi si scioglie, di solito funziona così, da anni, da secoli, da millenni, ma nessuno sa cosa potrebbe accadere un giorno, potrebbe coprire tutto e tutti, forse. Apro il quotidiano, leggo che il Capo di Stato russo ha l’arma invincibile. Non è bastata la I Guerra Mondiale, non è stata sufficiente la II Guerra Mondiale e i suoi 50 milioni di morti, 50.000.000 di esseri umani che sono morti nel mondo, in tutto il mondo e che provenivano da tutto il mondo, abbiamo   voluto l’ONU, inviato caschi blu ovunque i contendenti politici non trovavano il bandolo della matassa, abbiamo...