Per me Saramago è un
genio.
Certo, mi rendo conto che non sia una
scoperta, essendo stato premiato con il Premio Nobel nel 1998.
I suoi libri, sempre
contenuti, di duecento pagine circa ciascuno,
sono delle enciclopedie
sul genere umano. Pensa, lettore e lettrice, a Cecità. In questo romanzo ha descritto con estrema lucidità come la
paura del contagio renda gli uomini feroci con gli altri uomini, ha anticipato
una epidemia che nessuno immaginava e le reazioni abnormi che sono seguite. Un libro che fu letto da molti
durante la pandemia del Covid 19 insieme al libro di Camus “La peste”.
Qui voglio scrivere del
suo libro “Le intermittenze della morte”.
Sicuramente il titolo non è invitante, la parola morte potrebbe
allontanarci dal suo capolavoro, l’ennesimo, credendo il testo un po'
indigesto. Lo chiesi in regalo a mia sorella Annamaria per Natale. Si rifiutò di regalarmelo.
L’ottimo sistema
bibliotecario torinese mi ha dato la possibilità di leggerlo, non di
sottolinearlo, ovviamente, cosa che mi fa molto soffrire, per cui ora dovrò
fare ricorso alla mia memoria per scrivere. Come ho già scritto, sto cercando
di acquistare meno libri di un tempo per motivi di spazio. E’ una fatica, per
chi come me è abituata a leggere e a rileggere i libri migliori.
Non ci crederai, ma Il testo è a tratti persino comico, ho
accennato a qualche sorriso mentre leggevo.
La genialità del premio
Nobel sta tutta già nell’incipit:
“Il
giorno seguente non morì nessuno. Il fatto, poiché assolutamente contrario alle
norme della vita, causò negli spiriti un enorme turbamento, cosa del tutto
giustificata, ci basterà ricordare che non si riscontrava notizia nei quaranta
volumi della storia universale…….che trascorresse un giorno intero, …..,senza
che fosse avvenuto un decesso per malattia, una caduta mortale, un suicidio
condotto a buon fine, niente di niente, zero spaccato.”[1]
In un determinato luogo
del Pianeta Terra la morte decide che non morirà più nessuno allo scoccare
della mezzanotte. Attenzione, la popolazione continua ad ammalarsi, a subire
incidenti e tutto ciò che capita quotidianamente al genere umano. La vita degli
uomini continua nella gioia e nel dolore, ma, la morte non colpisce più
nessuno. Ora, sai bene che l’uomo, dall’antichità, da quando abbiamo traccia
scritta del suo pensiero, ha desiderato e desidera l’immortalità. Quindi ci
aspettiamo uomini sollevati dalla evidenza della non morte, addirittura
felicità.
Invece Saramago descrive
cosa potrebbe succedere ad una società dove la morte smettesse di eseguire il
suo compito, quello di dare un limite alla nostra vita.
Descrive il caos che
consegue a questa decisione della morte.
Prima di tutto la Chiesa,
il cardinale chiama il Primo ministro per esprimere tutto il suo sgomento, la
gravità di quanto sta succedendo e gli ricorda che:
“Senza
la morte non c’è la resurrezione, senza resurrezione non c’è chiesa”[2]
I malati terminali rimangono
nella loro terribile condizione, senza speranza di poter trovare la giusta pace
nella morte. I parenti devono sostenere la fatica e la pena di assistere al
dolore eterno dei propri cari.
Gli impiegati delle pompe
funebri perdono il lavoro: provano a reinventarsi, proponendo funerali a tutti
gli animali domestici esistenti.
Gli ospedali si riempiono
di malati e così le RSA. Per medici ed infermieri e’ una vita infernale.
Per non nominare i
problemi delle compagnie assicurative. Ogni settore produttivo cerca di
salvarsi da questa novità: l’immortalità.
La popolazione sana però è
euforica: tutti issano una bandiera sui propri balconi in un rinnovato fervore
patriottico
Il fatto è che fuori dalle
frontiere del paese in questione si continua a morire con la massima normalità.
L’uomo, come sempre, sa trovare soluzioni ai problemi e una
famiglia che viveva poco lontano dalla frontiera aveva in casa due morti non
morti, un anziano padre e un bambino.
“Non
morivano ma non erano vivi, il medico condotto che li visitava diceva che non
poteva fare più niente per loro”.
Il patriarca, seppur molto
malato, riesce a chiedere ai propri cari di morire e l’unico sistema è quello
di essere portarlo a morire al di là della frontiera.
Appena si seppe, molti
altri iniziarono a viaggiare verso la frontiera e dopo ancora un po' di tempo
purtroppo la mafia iniziò ad organizzare i viaggi della morte.
La morte, così come aveva
deciso di sospendere il suo lavoro, inviò una lettera viola al direttore della
televisione, con la quale comunicò che avrebbe ripreso il suo lavoro quotidiano
dalla mezzanotte di quel giorno.
Signor
direttore generale della televisione nazionale, ……. sono qui per informare che
a partire dalla mezzanotte di oggi si tornerà a morire come succedeva, …., sin
dal principio dei tempi e fino al giorno trentuno dicembre dello scorso anno,
devo spiegare che l’intenzione che mi ha portato a interrompere la mia
attività, a smettere di ammazzare….è stata di offrire a quegli esseri umani che
tanto mi detestano una piccola dimostrazione di cosa sarebbe per loro vivere
per sempre, cioè eternamente….tenendo conto degli incresciosi risultati dell’esperimento,
tanto da un punto di vista morale…ho considerato che la cosa migliore….sarebbe
stato annunciare l’immediato ritorno alla normalità….[3]
D’ora in poi tutti saranno
avvertiti con una lettera viola una settimana prima per avere il tempo di fare
testamento e di perdonare o essere perdonati.
La storia narrata non
finisce qui e se la leggerai ti potrà stupire ancora molto. Non voglio
anticiparti nulla, ma credimi, è disorientante.
Spesso leggo recensioni in
cui si sottolinea le difficoltà di lettura delle opere del premio Nobel per via
della mancanza di punteggiatura. Personalmente amo la sua questa prosa
paratattica e la punteggiatura manca solo nei dialoghi, che vengono ben
evidenziati dalle maiuscole.
Il contenuto è sempre
spiazzante, unico, geniale.
Buona lettura.