Le chiedo una intervista.
Sono incuriosita dalle sue molteplici attività, vorrei saperne di più per
raccontarle a te, lettrice e lettore del mio blog.
Il primo appuntamento
salta: l’intervistata ha troppi impegni e troppi interessi. Sorrido pensando a
come sono cambiate le nonne. Un tempo, negli anni 1960, gli anni della mia
giovinezza, io la mia nonnina l’andavo a trovare a casa e la trovavo sempre,
pulita e profumata, con la sua lunga treccia bianchissima, seduta sulla sua
poltrona ad aspettarmi e a ringraziarmi della visita, che le dava gioia e
sollievo nella vecchiaia.
Non mi è mai venuta a
prendere a scuola, né mi ha preparato torte alle mele e neanche ha mai pensato
ad organizzarmi momenti ludici o educativi.
Raccontava di sé, del suo
mondo ed io l’ascoltavo. Raccontava fiabe ed era bellissimo, mano nella mano,
quasi un atto religioso, il nostro. Ricordo ancora L’usignolo dell’imperatore. Lei
era la protagonista assoluta, a lei dovevo rispetto e gentilezza, attenzione e
cura. Non mi era difficile, affatto, era naturale proteggere chi era debole tra
noi, tra una ragazzina e una donna anziana, non vi era alcun dubbio.
Io sono grata per aver avuto
la fortuna di averla ascoltata: unica sopravvissuta dei quattro nonni, si era
salvata dai dieci parti, dalla influenza spagnola che seguì alla Prima Guerra
mondiale e dalla fame patita a Roma durante la Seconda Guerra M., dal dolore
della morte di quattro figli e del marito. Una donna forte e serena. Cieca.
La nonna che ho
intervistato invece è una pensionata attivissima e difficile da fermare nella
sua corsa.
Molte donne (persone, ma
ora mi concentro sulle donne) nate a cavallo o dopo la Seconda Guerra Mondiale sono
state protagoniste degli eventi storici che hanno caratterizzato la seconda
parte del Novecento in Europa: tempo di pace, tempo di riforme, tempo di speranze,
tempo di partecipazione, tempo di democrazia dopo i totalitarismi e i
cinquantamilioni di morti, dopo gli orrori che ci hanno convinto a credere
nella Pace duratura e a lavorare per essa ovunque, nelle case e nelle scuole,
negli oratori e nelle associazioni.
La donna che vi presento
riassume molto bene queste caratteristiche umane: ha sempre la stessa voglia di
cambiare il mondo che aveva da giovane.
Capelli grigi, corti, un
bel taglio con una frangetta che scosta dalla fronte molto spesso mentre parla,
corporatura media, quella della generazione di cui parlo, in cui poche di noi
erano alte, spalle un po’ curve che insieme alle rughe segnano l’età, ma occhi
vivacissimi ed eloquio sciolto.
Maria, nome reale, è un
vulcano di idee.
Io l’ho conosciuta come
coordinatrice e organizzatrice di un gruppo nato nel 2017, che chiamerò il
gruppo dei diciannove, formato da nonne e nonni e che si riunisce
periodicamente presso la Casa del Quartiere di San Salvario di Torino al fine
di confrontarsi sulla Nonnità.
Che bel termine! Un
neologismo non ancora registrato dalla Treccani.
La Nonnità.
Dentro c’è l’amore sconfinato
per i nipoti, i figli dei propri figli, per la loro crescita in questo mondo
agitato da tante tempeste, c’è il ricordo del nostro essere state giovani mamme,
c’è il dolore del distacco dai nipoti
che vivono all’estero; dentro questa parola c’è la responsabilità che sentiamo
per il mondo che abbiamo sognato, per il quale abbiamo lavorato e che oggi non
sentiamo nostro, perché ogni giorno ci dimostra che è molto diverso da quelle
conquiste che credevamo consolidate. Ed è il mondo che stiamo per lasciare in
eredità.
È il senso di
responsabilità che spinge Maria a vivere da cittadina attiva all’indomani della
pensione. E lo fa con amici e colleghi di una vita.
“Dopo
aver lavorato tutta una vita per cambiare il mondo, non è possibile fermarsi”
È il caso, come succede
spesso, a far nascere il progetto Nonninsieme.
Il gruppo si racconta nel libro “Essere
nonne e nonni oggi” Echos edizioni: la nascita, gli obiettivi, il
metodo,gli argomenti.
Il gruppo originario
decise di aprirsi a tutti coloro che sentivano la necessità di confrontarsi sui
rapporti a volte complicati con i figli,le figlie, le nuore, i generi, i
consuoceri e sulle problematiche tipiche dell’infanzia e dell’adolescenza di
oggi.
Nacquero
così le iniziative pubbliche, il Salotto delle nonne e dei nonni e gli
Aperinonni, a cui nel 2017, la prima volta, parteciparono trenta nonni, mentre oggi
ben settecento persone hanno lasciato la loro mail, li
chiamerò da ora il gruppo dei 700. Grazie alla tecnologia, di cui Maria e
Filippo, altro cofondatore storico del gruppo, sono padroni, gli incontri si
svolgono anche on line, oltreché in presenza.
Non tutti e 700
partecipano attivamente, ma grazie al canale Youtube Nonninsieme, è possibile
accedere alla registrazione degli incontri con gli esperti, che man mano
vengono invitati dal gruppo dei 19, o meglio dal gruppo ristretto degli
organizzatori.
È evidente che il successo
di questa proposta nasce da un bisogno presente nella cittadinanza. Ci sono
tantissimi nonni attivi in circolazione.
Viva
i nuovi nonni: competenti, rispettosi e accomodanti, dove i vecchi nonni, anzi
le vecchie nonne, pretendevano che la loro esperienza dettasse le regole.
Viva
i nonni che lavorano, studiano, si innamorano……[1]
Lo sai che l’Italia ha il
primato di anziani: chi sono questi over sessantacinquenni? E come vivono gli
anziani? Le ricerche sociologiche o scientifiche si soffermano spesso sugli
anziani non autosufficienti, oppure delle spese mediche, ma molto meno di
quanto sia necessario sul fatto che, per la prima volta nella storia
dell’umanità, gli anziani siano una risorsa affettiva ed economica per i
giovani. I nonni svolgono un ruolo importante per le giovani famiglie, sono di
aiuto e sostegno in moltissimi casi.
C’è la consapevolezza del
ruolo e della funzione educativa dei nonni?
Io sono diventata nonna nel
2018 e da quel momento ho iniziato a desiderare di condividere la mia
esperienza con altre nonne e altri nonni. Sono una nonna che viaggia, perché la
mia Italia non sempre sa valorizzare chi ha formato per anni nelle aule e lo
lascia andare altrove. I miei nipoti sono bilingui e globetrotter e quando li
vedo vorrei poter recuperare tutto il tempo perduto; sto moltissimo con loro
perché so che poi per un po’ non li vedrò e loro cresceranno e perderò le loro
conquiste, le loro fatiche. E li troverò sempre troppo cresciuti. E riannoderò
il filo rosso che ci lega, l’amore e riprenderò la storia iniziata a leggere e
non finita, il gioco non terminato, per indicare una continuità affettiva che
c’è, in una discontinuità spazio temporale che è reale. Da nonna che viaggia ne
consegue che non ho con chi condividere la mia esperienza e aver incontrato il
gruppo Nonninsieme è stato per me importante e arricchente. Ho ascoltato
storie, ho ascoltato suggerimenti, ho posto domande.
La solitudine fa male, la
partecipazione e la condivisione fanno bene.
Da questo principio, il
piacere e la necessità di condividere la propria esperienza nel gruppo dei
diciannove, che nasce e cresce il gruppo fino agli attuali settecento. La
necessità di condividere ciò che si vive è tipica del docente. Infatti Maria è una ex docente, già membro del
Gruppo per l’integrazione scolastica dell’ufficio scolastico di Torino, già
Responsabile dei servizi scolastici legge
104/92del Comune di Torino, nonché formatrice Feurstein, cosa che
meriterebbe una intervista e un articolo a parte.
Condividere. Fare ancora
ciò che si è fatto per una vita e mettere le proprie competenze al servizio.
È il motivo per cui è nato
il mio blog, questo spazio virtuale nel quale lancio messaggi a chi legge.
Nelle statistiche a volte
scopro che mi leggono da luoghi remoti e mi chiedo come sia possibile, visto
che il mio testo è scritto in italiano. Ovviamente mi fa piacere e spero sempre
che la mia intervista o la mia recensione possa essere utile a qualcuno. Dedico
il mio tempo anche a questo. Trovo terribilmente sterile sapere qualcosa e non
comunicarlo, condividerlo.
Se tu, lettore e lettrice, sei curiosa/o ti indico come saperne di più:
-
Pagine face book, Nonninsieme- gruppo San
Salvario Torino
-
Canale Youtube Nonninsieme
-
A.A.V.V. La nonnità, Neos edizioni, Torino, 2021
-
Nonni insieme, Essere nonne e nonni oggi, Echos edizioni, Giaveno, 2024
-
Silvana Quadrino, Mauro Doglio, Si fa presto a dire nonni, Uppa
edizioni, Bergamo,2022
In questi giorni in cui
l’ordine mondiale che si affermò con la Conferenza di Yalta sta cambiando
rapidamente sotto i nostri occhi, in questi giorni di incertezza e paura, in
questi giorni di lutto per le enormi sofferenze dei popoli in guerra, sentire
una nonna, una donna, una formatrice affermare che:
“ho voglia di cambiare il mondo e moltissima
speranza, desidero vivere al meglio, non pensare a me stessa e fare ciò che so
fare, quando incontro i miei nipoti e i Fridays sento che i giovani sono
meravigliosi”
Ecco, questo messaggio di
forza e di speranza non posso proprio tenerlo per me e lo lancio in rete, che
arrivi dove e a chi vorrà leggerlo e condividerlo, perché anche io faccio parte
di quella generazione che crede nella necessità della condivisione e della partecipazione per
vivere in una Democrazia imperfetta e perfettibile, ma pur sempre Democrazia.