Oggi voglio recensire un libro che ho trovato interessantissimo.
L’autore è Wu Ming 1, uno
scrittore del collettivo Wu Ming, con cui ha scritto diversi romanzi.
Il titolo è piuttosto
sibillino: Gli uomini pesce
Recensirlo è una sfida,
essendo un libro complesso, che affronta diverse tematiche e diversi stili
letterari oltreché diversi linguaggi.
Inizio dai linguaggi: ho
trovato molto interessante e sfidante per me lettrice, leggere un testo scritto
in italiano, con dialoghi in inglese, riflessioni e sentenze in latino e in
greco, oltre al dialetto locale.
Il tutto senza traduzione a
piè pagina. Ignoro il dialetto ferrarese, ho studiato il latino ed il greco, ma
parecchi anni fa e in alcuni punti mi sono dovuta fermare a riflettere.
L’inglese lo conosco, non bene, come alcuni della mia generazione, ma me la
sono cavata. Ripeto, interessante.
La contaminazione riguarda
anche i generi letterari. È un romanzo, fuori dubbio, che contiene al suo
interno il memoriale del protagonista, Ilario Nevi (il partigiano Silvestro),
scritto sotto forma di appunti, oltre a lettere e documenti vari. Tutto
materiale occorrente per ricostruire la storia di Silvestro e Kairos (Erminio,
grande amico di Silvestro), tra il 1943 al 1945, storia personale che si
intreccia alla storia nazionale, tra misteri e uomini pesce.
La narratrice, colei che
raccoglie l’eredità di Ilario Nevi, suo zio, è Antonia, una giovane geografa,
sposata ad un famoso musicista americano che registra i suoni della natura. È
lei che nel 2022 si mette alla ricerca di fatti accaduti durante la II Guerra.
Antonia andrà alla ricerca
dei misteri, come una investigatrice: leggendo, ti inoltri nel Delta e senti
tutto l’amore per il Po, la sua valle e il suo Delta, la pena per un territorio
che è stato snaturato e che soffre. Si tratta della grande siccità del 2022.
Il Delta appare come un
luogo mitico, una terra fantastica abitata da uomini pesce. Luogo ideale per la
Resistenza.
“Il Polesine di San Giorgio
è perfetto per la guerriglia. Un giorno, con la bonifica, da Porto Maggiore a
Comacchio, sarà tutta terra, chi mai ci si potrà nascondere, senza sembrare un
birillo in mezzo a un bigliardo? Nel 1944 no, ci sono ancora paludi, muraglie
di canneti, barene, isolotti.[1]”
Infatti, i partigiani si
rifugiano nel Delta e
“gli invasori-tedeschi e per giunta militi, abituati a un pensiero squadrato e gerarchico, a un'organizzazione ferrea e indiscutibile, al mantenere ogni cosa nel posto assegnatole una volta e per sempre, a concetti rigidi che facevano da guardie penitenziarie alle loro menti prigioniere- erano non solo insofferenti alle sorprese ma incapaci di pensare l'informe, il fluido, lo sfuggente. L'indefinito. Ai loro occhi, la valle era tutto questo. Uno scenario anfibio e ambiguo che li spaventava, un nemico liquido che non sapevano da che parte prendere, letteralmente. Fu così che nacque la leggenda degli uomini pesce. Questi uscivano dai canali o dalle Valli come fossero più pesci che uomini, e catturavano kameraden, facendoli sparire per sempre. la leggenda circolava fra i tedeschi ma anche fra la popolazione di alcuni paesi ferraresi e romagnoli di media grandezza, né vicini né troppo lontani dalla valle…gli uomini pesce eravamo noi.”[2]
Un romanzo storico, quindi,
che ricostruisce eventi della Resistenza ferrarese e romanzo ambientalista,
quando descrive gli errori della bonifica, i problemi dell’habitat a seguito delle
trivelle e dei 1400 pozzi, e romanzo pieno di mistero quando racconta del
“grande progetto” del partigiano e artista Ilario Nevi e svela ciò che Ilario non
volle mai dire per tutta la sua vita.
Ilario Nevi è realmente
esistito, così come i fatti raccontati degli anni della guerra civile e anche
quelli successivi, come per esempio i processi ai partigiani per fatti accaduti
alla fine della guerra, mentre i fascisti come
“il Guida questore a Torino
che manda i celerini contro gli operai...
È lui -sussurro-quel Guida là.
Il direttore del confino a Ventotene
Niente di strano, in fondo.
Ce n'è tanti come lui nelle questure nelle prefetture, nelle procure, nelle
preture…
Lo hanno fatto questore a
Milano.[3]
E Marcello Guida è a Milano
quando morì Pinelli
Stiamo parlando
dell'uccisione di Pinelli. Erminio è sconvolto, un fatto così l'ha già visto
accadere, eh già allora c’entrava Guida.[4]
Ferrara, d'altronde, aveva
un cuore nero, che pompava sangue nero, che nutriva soggetti neri, mai sfiorati
da alcuna epurazione. Tra coperture e amnistie, la maggior parte dei fascisti,
dei collaborazionisti, degli italo-nazisti, se l’era cavata a buonissimo
mercato. Come in tutta Italia, del resto.[5]
Spero di averti suggerito
una nuova lettura.
[1] Wu Ming
1 Gli uomini pesce, Einaudi,2024 pagina 132.
[2] Idem, pagg. 308-309
[3] Idem pag. 127
[4] Idem, pag. 462
[5] Idem pag. 363
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