sabato 2 aprile 2022

LA SAGA DEI FLORIO

 

 


Stefania Auci ha scritto  la storia dei Florio: un romanzo storico che è  un grande affresco della storia di Palermo, della Sicilia e dell'Italia.

Anzi i romanzi sono due: I leoni di Sicilia e l’Inverno dei leoni.

Il primo romanzo lo lessi nell’estate del 2019, il secondo solo in questi giorni. Molto difficile riassumerlo, troppi i fatti che vengono narrati e che meritano la tua attenzione.

In entrambi ho apprezzato la capacità dell’autrice di descrivere le diverse epoche storiche e la vivacità, la determinazione e la dignità della famiglia Florio, la capacità di farmi palpitare con Donna Giulia e Donna Franca.

E’ la storia degli Ignazio e dei Vincenzo Florio, che si susseguono dal 1776 al 1959, portando in eredità dapprima povertà e miseria e poi il nome di casa Florio da onorare e perpetuare di erede in erede.

Mentre leggevo il pensiero correva ad altri autori siciliani, prima fra tutti a Giovanni Verga che ci ha magistralmente narrato la storia degli ultimi.

Stefania Auci percorre la storia descrivendo una famiglia che dal nulla diventa una delle più potenti dei secoli XIX° e XX°. Il focus non è sugli ultimi, ma sui primi. Gli ultimi li incrociamo durante le pestilenze, nelle stanze della servitù, appena accennati, comparse, durante gli scioperi o con il cappello in mano per onorare il padrone che è diventato padre di un maschio.

Una storia molto lontana da me, dal mio modo di vivere e di pensare, lontana da ciò che stiamo vivendo tutti, eppure, forse proprio per questo, necessaria.

Una storia molto lontana quindi da quelle raccontate da Verga, più vicina forse ai Viceré di De Roberto e al Gattopardo di Tomasi di Lampedusa.

Questo affermano molti critici letterari, ma sinceramente, pur sapendo bene che tutti noi scrivendo e oserei dire, vivendo, ripercorriamo le orme di chi ci ha preceduto, credo che la Prof.ssa e scrittrice abbia un suo posto nel panorama letterario contemporaneo. Mi piace molto che sia anche una Professoressa, così come Viola Ardone, giovane promessa che ha scritto due romanzi imperdibili e dei quali ho già trattato nel blog.

Ripercorriamo a grandi linee la storia, dal terremoto di Bagnara Calabra del 1799, attraverso il susseguirsi di regnanti, di leggi, di epidemie, di altri tragici terremoti, come quello di Messina, fino alle Due Guerre Mondiali.

Il punto di vista è spesso quello delle donne che diventano le mogli dei Florio.

Osserviamo attraverso lo sguardo attento di Giuseppina Saffietti, moglie infelice di Paolo Florio, amata in silenzio dal cognato Ignazio, la sofferta decisione di trasferirsi a Palermo, dove i fratelli Florio hanno una putìa, un negozio di spezie, un’aromateria.

 

“Cannella, pepe, cumino, anice, coriandolo, zafferano,sommacco, cassia….non servono solo per cucinare..sono farmaci, cosmetici, veleni, profumi e memorie di terre lontane che in pochi hanno visto.”

….ricco è chi può acquistarle, ricco è chi riesce a venderle”.

 

A Palermo si avvererà il sogno di Paolo, realizzato da Ignazio per la morte precoce del fratello.

 

In trent’anni, grazie ad Ignazio, tutto è cambiato: ha trasformato la loro putìa in un’impresa, li ha resi ciò che sono, i Florio di Palermo.

Alla sua morte gli succede il nipote Vincenzo, figlio di Paolo.

Vincenzo si trova ad amministrare il commercio di spezie e beni coloniali, ha quote di proprietà di vari piroscafi e navi da carico, gestisce diverse tonnare, ma soprattutto produce il famoso liquore, quello che tutti abbiamo nelle nostre casa: il Marsala.

La madre Giuseppina, che a suo tempo aveva sofferto per amore, lotta con tutta se stessa per impedire che Vincenzo si sposi con Giulia Portalupi. I due si amano profondamente, Giulia accetta il disonore pur di stargli accanto finché non nascerà Ignazio e solo allora Vincenzo si deciderà a sposare Giulia e a riconoscere le figlie nate prima del matrimonio: è nato l’erede, colui che amministrerà le proprietà Florio.

La storia continua ad articolarsi intorno agli affari, alle potenti amicizie dei Florio e agli amori. E’ un crescendo: alla morte di Vincenzo, Ignazio, che chiamo Senior per distinguerlo dal figlio, realizzerà grandi opere per Palermo accanto a Giovanna, ma alla sua morte, avvenuta precocemente all'età di 50 anni, suo figlio Ignazio è del tutto impreparato a gestire un patrimonio così ricco e articolato. La famiglia è proprietaria, tra l'altro, della Società di Navigazione e Ignazio  senatore della Regno.

Ignazio junior si sposa  Donna Franca. Sono molto innamorati inizialmente, lei è bellissima, elegante, colta ma Ignazio j. è un donnaiolo: le sue numerose amanti inaridiscono e induriscono il cuore di Donna Franca, che gli resta accanto  solo per il ruolo sociale che ha a Palermo e nel mondo.

 Casa Florio dà lavoro a Palermo e alla Sicilia intera.

Non c'è alcun dubbio che i Florio siano uomini di genio, capaci di concepire grandi imprese, lungimiranti.

Ignazio junior e Donna Franca non badano a progetti e acquisti di ville, barche personali, gioielli, feste mondane, viaggi e soggiorni in Costa Azzurra, sulle Alpi Svizzere, a Roma, a Parigi, a corse di macchine, ma anche beneficienza, realizzazione del teatro Massimo a Palermo, esposizione nazionale a Palermo, voluta da Ignazio Senior:  lentamente gli affari iniziano a mostrare scricchiolii, le eccessive spese per la servitù, le ristrutturazioni delle ville. Piano piano le spese superano le entrate e i creditori iniziano a non fidarsi più della liquidità dei Florio.

La storia di una famiglia così ricca e potente si intreccia con la storia d'Italia, con gli scandali bancari, con le crisi sociali e politiche, con gli scontri tra industriali del Nord e quelli del Sud, con i politici che a volte aiutano il Sud e spesso il Nord.

Camminiamo insieme a donna Franca per le stanze e i giardini delle sue ville, nel suo cuore palpitante, sofferente per la morte precoce dei suoi tre figli, gelato, ghiacciato come dice lei quando capisce di aver perso definitivamente Ignazio  per la sua ultima amante, Vera.

A Donna Franca restano i suoi preziosissimi gioielli, di cui è estremamente gelosa, memorabile la collana di 365 perle, considerandoli il simbolo  del suo stare al mondo in quella famiglia, il prezzo del suo silenzio, della sua pazienza, non potendo più contare sull'amore del marito, da sempre donnaiolo e recentemente innamorato di Vera, con la quale Ignazio vive a Roma. 

Donna Franca, ignara dei gravissimi problemi finanziari di casa Florio, inizia a perdere somme ingenti al gioco, contribuendo alla definitiva caduta dei Leoni di Sicilia. Ignazio e Franca termineranno la loro vita da ospiti nelle case delle figlie, dopo aver svenduto, per pagare i numerosi debiti, tutto ciò che per generazioni era stato con fatica e sudore costruito.

Ovviamente consiglio la lettura di questi due romanzi.


 

 


 

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