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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

DAI TAVOLI ALLE TELE

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    Ci siamo conosciute grazie ad un progetto della Fondazione Carlo Molo e della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino dal titolo, “Vie d’Uscita”. Lei giovane, alta, bruna, occhi spalancati sul mondo, io una senior, una caregiver,   bassa, con chioma argentata e occhi disincantati dalla vita. Quando si presenta, lei tirocinante presso la Fondazione Sandretto, racconta che lavora nel campo della ristorazione e deve concordare i permessi per poter partecipare ai nostri incontri, siano essi in presenza oppure on line, come a volte, causa pandemia, si decide di realizzarli. Il progetto Vie d’Uscita è un percorso di arte e movimento dedicato a persone con afasia e ai loro caregiver, nato in risposta al distanziamento sociale e dai luoghi della cultura. A settembre del 2020 in Italia ci è sembrato di essere quasi fuori dal tunnel: molti italiani avevano effettuato la doppia dose di vaccino,   casi di contagio risultavano pochi, le giornate erano ancora...

CI VUOLE CORAGGIO

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  Ci siamo conosciute alcuni anni fa nella Scuola Secondaria di primo grado, dove insegnavo in quel periodo (non è più semplice e chiaro scrivere Scuole Medie? Sono Medie, perché non sono Elementari e non sono Superiori). Si presenta in classe: sorridente, occhi luminosi, capelli grigi, spigliata e soprattutto decisa. Io, insegnante di lettere e responsabile delle attività di promozione alla lettura nel mio Istituto Comprensivo e lei, volontaria della lettura. Ricordo ancora il piacere che quei momenti dedicati alla lettura ad alta voce regalavano a tutti noi, docenti e discenti. Cercavo di organizzarne molti, tra noi in classe, con i volontari come Linda che ho avuto l’onore di conoscere in quegli anni, nelle ore di supplenza, con i genitori la sera. Poi sono trascorsi molti anni e i nostri incontri sono diventati virtuali: ci incontravamo su face book, legate da commenti ai fatti politici, spesso in sintonia.   Di Linda non sapevo nulla, se non della sua disponib...

CARTE GEOGRAFICHE

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  Siamo come le carte geografiche stropicciate Le macchie e i nei sul viso sono i segni della luce incontrata per via. Le rughe sono le cicatrici delle delusioni, dei dolorosi distacchi da chi si amava,   dei conti che non tornano mai, delle malattie che non ti abbandonano. Sono lì disegnate sul viso per ricordarci quante storie abbiamo vissuto, quante ne abbiamo ascoltate e tenute nel cuore, fino a penetrare nelle cellule della pelle, la nostra corazza, al punto da mostrare a tutti, senza pudore l’esperienza accumulata. E quando ci guardiamo allo specchio quella pelle stropicciata, macchiata e con formazioni varie, piccoli approdi nel mare della vita,   leggiamo la nostra vita come una carta geografica usata, segnata dalla penna indelebile, il cui proprietario non riesce a ripiegare e renderla perfetta ed è costretto ad arrendersi all’impossibilità di farla tornare come nuova.  

CIELO STELLATO

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    Ho trascorso gli ultimi minuti del 2021 contemplando il cielo stellato di Balboutet, un piccolo borgo delle Alpi Cozie. Anche quest’anno non era opportuno invitare conoscenti per brindare. La frenesia di festeggiare il tempo che passa devo dire che non ce l’ho e forse non l’ho mai avuta. Da piccola mi piaceva ritrovarmi con i parenti e giocare a tombola e allo scoccare della mezzanotte accendere le stelline. Mi piaceva assistere ai fuochi artificiali, al baccano che si scatenava per le strade romane o napoletane, quando ci recavamo dai parenti. Mille raccomandazioni su dove parcheggiare l’auto, su l’orario del rientro per paura di qualche oggetto lanciato dai terrazzi, sui fuochi pericolosi mi hanno sempre lasciato l’amaro per questa festa strana di passaggio. Ma passaggio di cosa? Perché il 31 dicembre?   Per me l’anno inizia a settembre, quando si fanno i buoni propositi, ristorati dalle ferie, pieni di energia: le lingue da studiare, i viaggi da fare, gli a...