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Visualizzazione dei post da marzo, 2019

GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA

Ieri, 20.03.2019, si celebrava la giornata mondiale della felicità. La festeggio con una poesia, una delle tante da me amate, perché oggi è la giornata mondiale della poesia ed è anche il primo giorno di primavera e infine, non certo per importanza, la giornata contro le mafie. Anni fa a Torino, insieme a Libera e ai miei alunni, ascoltai i nomi di quasi 1000 morti a causa della delinquenza organizzata. Oggi in Tv da Padova, Luigi Ciotti ha parlato di più di 1100 morti.   Non sono trascorsi tanti anni da allora, ma il numero è aumentato. Ha aggiunto che sono “163 anni che parliamo di mafia”. Non sono capace di collegare l’inizio della primavera, l’amore per il lato poetico del mondo con la giornata in cui commemoriamo la morte di persone giuste, sperando di non dover aggiungere neanche un nome all’elenco. Forse è l’augurio di una nuova primavera per tutti. Sperando che quel giorno arrivi presto, copio qui una poesia, perché le poesie, questo è certo, aiutano a capire com...

BABY BLUES

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Anni fa, forse un paio, partecipai alla presentazione del libro Baby Blues ( After Birth) di Elisa Albert presso la libreria del mio quartiere,   la libreria Thérese. Il tema intorno al quale si dipanava la storia della protagonista, Ari, era il parto di suo figlio, Walker. Non ricordavo romanzi che trattassero tale tema, non ne avevo letti, a parte “ Lettere ad un bambino mai nato” di Oriana Fallaci, che più che di un parto tratta di un aborto. Parlare del parto è sempre stato difficile: c’è chi racconta di aver partorito al volo, minimizzando, chi racconta di aver sofferto molto, chi tace per non spaventare altre giovani donne. Per lo più non se ne parla. Sembra quasi di cattivo gusto parlarne, sembra quasi che non sei coraggiosa se racconti di aver sofferto, sembra quasi che non capisci quanto tu sia fortunata ad essere madre di figli/figlie sane, insomma, si tace. Pudore, vergogna, chissà. Ovviamente ci sono moltissimi manuali che insegnano a partorire co...

PARLAMI DI TE

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In modo delicato ed ironico il regista restituisce allo spettatore un evento drammatico della vita del protagonista, Alain. Il film diretto da Hervé Mimran è ispirato al libro autobiografico di C. Streiff, ex CEO di Airbus. Alain è uomo in affari, abituato al potere, a comandare, ad avere pochissimo tempo per gli affetti e per la bellezza del mondo circostante: la sua frase simbolo è “Mi riposerò quando sarò morto”. Minimizza, anzi ignora i primi segnali di evidente malessere, fino ad arrivare al coma per ictus. Si risveglia con una delle tante forme di afasia, quella che ti fa dire notte al posto di giorno o rasta al posto di basta,   ma se a interloquire con te è un manager altrettanto spietato come te, la speranza di essere accettato e compreso è ridotta allo zero per cento. Come succede spesso nei casi di malattie invalidanti, il soggetto scopre le piccole cose della vita, anzi direi la vita stessa scorrere intorno a lui. A noi che lo osserviamo appare pi...