TEMPO
SOSPESO
Car*lettore
o lettrice,
questa
volta non ti racconterò dell'ultimo film che ritengo meritevole di
un commento né di un libro che voglio sottoporre alla tua
attenzione, né di una mostra o di un evento culturale, voglio
raccontarti di una mia esperienza.
Ieri
sera al Circolo dei Lettori di Torino ho vissuto una piccola magia!
Sul
palco della sala grande, quella dove grandi scrittori hanno
presentato i loro libri, noi, 13 cittadini, amanti della lettura e
dell'arte della narrazione, abbiamo raccontato ad un pubblico a noi
estraneo, storie di sentimenti tratte dal libro di Goffredo Parise
dal titolo “I Sillabari”.
Questo
libro nacque nel 1969 con l'intento di spiegare con parole semplici i
sentimenti delle persone, così come è di ogni sillabario che usano
i bambini.
Semplicità,
immediatezza, evidenza.
Io
ho raccontato “Nostalgia”.
La
storia racconta di una donna, Laura, di circa 40 anni, con occhi
celestini, che si trovava a trascorrere le sue vacanze in un ospizio
per anziani su un cucuzzolo di una collina, in un paese con una
chiesa e una casa. L'ospizio era diretto da una ex maestra
elementare, enorme e gialla in volto, completamente cieca. Ad
aiutarla nella conduzione dell'ospizio una nipote giovane, magrissima
e con il naso mangiato dal lupus.
Nell'ospizio
gli anziani non si vedevano mai, in quanto erano molto malati.
Ospiti
paganti oltre a Laura e a suo figlio, un ragazzo di 12 anni amante
dello zolfo e del potassio, vi era un ingegnere navale appena
arrivato da Bengasi in quell'agosto del 1941, con la moglie araba e
due figli. L'ingegnere, alto, robusto e abbronzato non aveva un
braccio.
Inoltre
a fare compagnia a Laura, si univa un contadino al quale mancava una
gamba, persa durante la prima guerra mondiale.
Un
giorno decisero di fare una gita, una passeggiata fino al paese
accanto, che distava circa 3 km.
Laura
era felice: l'idea di mettersi in cammino, di andare verso un luogo,
di chiacchierare lungo la strada, di fare un pic nic le riempiva il
cuore di gioia..(non finisce qui, vi consiglio di leggere il libro)
e
così ognuno di noi ha raccontato la sua storia, fatta di bozzetti di
vita comune, esempi di sentimenti che ognuno di noi ha provato nella
vita, almeno una volta.
La
mia vita è ricca di nostalgia. Ecco, ieri sera io ero La Nostalgia.
E
i miei amici raccontatori erano gli Altri, la Grazia, l'Affetto,
la Libertà, la Noia, la Tristezza, la Guerra, la Simpatia, il
Bambino e via così.
La
serata è stata la conclusione del laboratorio “Il racconto dei
racconti” condotto da Davide Ferraris, il libraio indipendente
di Corso Belgio, uomo pieno di passione e di intelligenza per il suo
lavoro.
Al
termine della serata il presentatore ha parlato di un gran regalo,
quello che noi, raccontando, abbiamo prodotto: aver sospeso il tempo
per un'ora.
Il
pubblico era emozionato e attento, ed io sarei rimasta ancora sul
palco.
Quale
grande magia può produrre la letteratura, sia essa raccontata o
letta?
Riuscire
a sospendere il tempo, a fermarlo, ad essere altrove, orfani della
nostra vita, volontariamente, dimentichi dei nostri dolori e delle
nostre fatiche, aperti ai dolori e alle fatiche altrui, uniti nella
forza dell'essere uomini.
L'uomo
ha sempre avuto bisogno di storie, cantate, narrate, scritte.
Nelle
storie ognuno di noi trova se stesso e gli altri. E si sente meno
solo.
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