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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

IL SECCHIO D'ACQUA

Cara amica e amico lettore, oggi potrei raccontarti di alcuni libri letti durante il mese o di qualche spettacolo teatrale, invece   ti parlo delle amate montagne e degli incendi che le stanno spogliando. Non posso farne a meno. Non userò foto per colpire la tua sensibilità, so che se stai leggendo è perché sei molto sensibile, so che mi aiuterai. Sono a Pian dell’Alpe, nei pressi del Colle delle Finestre, nel Parco Orsiera Rocciavrè, al confine tra la Val di Susa e la Val Chisone. E’ il 29 ottobre 2017,   sono circa le ore 12,   ora solare, a 2000 mt ci sono 16 gradi e molto vento. Troppo per una giornata di incendi. Troppo per fine ottobre. A volte non ci sono in agosto, sulle Alpi, 16 gradi, a volte in piena estate si è felici se si arriva a 20 gradi. A volte, appena il sole tramonta, bisogna riscaldare le case e indossare le giacche a vento per uscire. Succede d’estate, mentre altri boccheggiano in città ed altri ancora nuotano nel mare. Ora siam...

HUMAN FLOW

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Il documentario Human flow è stato presentato alla 74° mostra del cinema di Venezia ed è stato proiettato in via eccezionale nelle sale cinematografiche italiane in questi primi giorni di ottobre. Due ore di immagini e parole che illustrano chiaramente la fatica, la delusione se non la disperazione di coloro che, scappando dalla guerra o dalla fame, vengono fermati da muri e fili spinati nel loro viaggio verso una vita migliore o vengono rinchiusi in campi profughi dove vivono aspettando. Pochi ce la fanno. La dimensione dell'attesa in luoghi che io fatico a definire tali, tanto sono anonimi e spersonalizzanti, rende l'impotenza di persone che non possono tornare a casa e non possono raggiungere il luogo dove provare a cambiare in meglio la loro vita. Foto aeree che mostrano campi profughi immensi in zone aride e desertiche, ai confini degli stati, dove un marea umana vive, dove i bambini giocano nonostante tutto, dove chi aveva qualcosa non ha più nulla. Il r...

Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione

Cara, caro lettrice/lettore, non posso non scriverti oggi, giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, 3 ottobre. Dov'ero quattro anni fa? A scuola, a Torino, in classe, con i miei ragazzi e mi ricordo bene di aver parlato a lungo con loro della tragedia accaduta nelle acque del mare nostrum, nell'isola baluardo d' Europa, la bella e solidale Lampedusa. Oggi sono qui, guardo sfilare al Tg i volti di coloro che noi riteniamo abbiano potere di governare i problemi sociali, che gettano corone in mare, ascoltano i sopravvissuti, dicono “mai più”, ma tutti sappiamo che non è vero, che gli uomini continueranno a morire nei viaggi della speranza. Lascio allora la parola a chi solo sa dare voce al dolore di milioni di profughi di ieri e di oggi, sa toccare corde profonde, sa addolcire il cuore di chi davanti all'esodo biblico si chiede dove andremo a finire, che bisogna fermarli in ogni modo. J. Steinbeck nel 1939 con Furore seppe trovare le paro...