martedì 1 ottobre 2024

XX EDIZIONE DI TORINO SPIRITUALITA'

 

 

L'imperfezione, l'errore, l'inciampo




 

 

Cinque giorni intensi: 15.000 presenze, 82 eventi, 150 ospiti. I dati, che tanto piacciono, sono interessanti. Ma, come dice Giovanni Allevi, abbandoniamo i numeri e pensiamo alle persone che hanno partecipato ai laboratori, hanno ascoltato in perfetto silenzio gli innumerevoli spunti di riflessione che giungevano dai 150 ospiti dislocati in molti luoghi della città.

La prima immagine che ti regalo, caro lettore e cara lettrice, è quella dei sorrisi che ho incontrato in questi giorni. Ho incrociato volti noti, volti cari, volti sconosciuti e su molti ho trovato un sorriso nei loro occhi.

È così raro oggi incontrare persone sorridenti, abbracciarsi per la gioia di vedersi: la tristezza, direi il senso della tragicità della vita umana permea ogni nostro comportamento e pensiero.

Che gioia quindi ascoltare filosofi, teologi, letterari, scienziati, poetesse, musicisti, ricercatori spirituali trattare il tema della nostra imperfezione, dei nostri errori e comprendere che sono proprio i nostri errori a permetterci di migliorare.

L’errore: quante volte diciamo di aver sbagliato tutto, di non poter tornare indietro e che quell’errore ha condizionato tutta la nostra vita? Oppure quante volte abbiamo sbagliato lavorando e ci è stato fatto pesare?  Quando insegnavo, partivo proprio dagli errori dei miei allievi per aiutarli. I loro errori erano preziosi, come lo sono tutti o forse quasi tutti. Diciamo che ci sono errori che sono letali e allora su quelli vorrei ragionare di più.

Quindi questi incontri sono stati liberatori: l’errore è stato sezionato, analizzato e è stato assunto a presenza della nostra vita, senza sensi di colpa.

Siamo imperfetti e desideriamo la perfezione. Anche quella spirituale.

Rispetto alle pratiche meditative, per tanti di noi difficili, proprio perché richiedono di stare fermi e in silenzio, in questo mondo in cui il movimento e il rumore sono le cifre, Gabriele Goria, artista, insegnante di arti marziali e maestro di vita spirituale, ci invita a considerare che, ogni volta che ci accorgiamo di esserci distratti durante la meditazione, vuol dire che siamo consapevoli. Dobbiamo quindi gioire, perché è la ricerca della consapevolezza ciò a cui tendiamo. Ciò che può apparire come un limite, un inciampo, un motivo per non meditare è invece una conquista e diventa un motivo per continuare nella pratica. Non esiste una pratica buona o cattiva, continua il Maestro, ma c’è solo la pratica che hai fatto e una che non hai fatto.

Non bisogna avere una idea di come deve andare la pratica: meglio vivere l’imperfezione. La vita meditativa potrebbe essere considerata inutile, come inutile per molti è l’arte e la cultura in generale: una perdita di tempo. Eppure, il percorso spirituale ci permette di entrare in contatto con il non visibile: le cose più vere sono quelle che non vediamo, per esempio le nostre relazioni.

Paolo Scquizzato, che ha dialogato con Gabriele Goria al Teatro Gobetti, ha sottolineato che Torino Spiritualità dimostra, con le sue numerose presenze, che la spiritualità sta a cuore a molti. Aggiungo che, i molti avrebbero potuto essere molti di più. Io stessa, recatami al Circolo dei Lettori per prenotare vari incontri, solo quattro giorni dopo l’inizio delle vendite dei biglietti, ho dovuto rinunciare a molti di essi a causa del sold out.

Sinceramente ero delusa: Torino Spiritualità è un evento che aspetto tutto l’anno, è uno dei motivi per cui a settembre non voglio partire per andare altrove e non trovare più biglietti per alcuni incontri mi ha deluso, anche perché era successo anche l’anno scorso (che aveva già contato tredicimila presenze).

La prima cosa che ho pensato: perché non prenotano spazi più ampi? Non bastano le belle sale del Circolo dei Lettori per alcuni incontri, o i teatri che ci hanno ospitato. C’è bisogno del Regio!

L’inaugurazione avviene solitamente nella Chiesa di San Filippo Neri: l’anno scorso fu spettacolare, con cinquanta tavolini rotondi, con una lampada al centro e intorno dieci persone per tavolo. Indimenticabile per il tema trattato, la morte e per il modo in cui è stato trattato: con delicatezza e rispetto. Quest’anno, meno scenografico ma ugualmente emozionante, la Chiesa pienissima, quando mai le Chiese sono piene di questi tempi?

Riprendo il pensiero di don Paolo: il bisogno di spiritualità dell’uomo contemporaneo è reale, concreto, tangibile. Non solo Torino spiritualità lo dimostra, ma i corsi di yoga, quelli di meditazione, il bisogno di ritrovarsi nella natura, a piedi scalzi o nelle foreste. La Chiesa dovrebbe tenerne conto e forse le Chiese sarebbero meno vuote.

Io, in fondo alla Chiesa, con una persona altissima davanti a me, non ho visto il viso di Neva Papachristou, maestra di Dharma e meditazione in dialogo con Luigi Maria Epicoco, sacerdote e teologo.

Ho ascoltato in silenzio, mentre le luci accarezzavano le colonne di marmo rendendole rosse e magiche.

Budda parla dell’errore etico come di ciò che non è salutare: l’errore non ci fa stare bene. Credo che sia vero quasi sempre, tranne per le personalità malate, che pare non sentano il male. Terribile. Se un individuo non percepisce il dolore che nasce dal male che agisce, come può rimediare al male stesso? Questo però è un mio personale pensiero.

 Una frase porto con me come un gioiello prezioso:

la casa è dove puoi sbagliare, è dove puoi stare nudo, è dove c’è la tua umanità.

So che alcuni di noi devono ancora trovarla quella casa e l’unica casa in cui so di poter rimanere nuda è dentro di me.

A seguire l’immersione sonora guidata da Simone Campa mi ha regalato, come sempre, una esperienza profonda. Simone Campa, che ho conosciuto molti anni fa a Torino Spiritualità e che ho intervistato per questo blog, è un musicista, suono terapeuta e ti consiglio di leggere l’intervista.

Il giorno dopo sono andata ad ascoltare Guidalberto Bormolini, noto tanatologo.

Il titolo “Ho ancora tanti errori da commettere, ti prego lasciameli fare” era decisamente accattivante. Sul palco il curatore di Torino Spiritualità, Armando Buonaiuto, riconoscibile dai suoi capelli a spazzola e dai suoi modi accoglienti. Accanto, alla sua destra un uomo con una lunghissima barba bianca e lunghi capelli grigi, con le maniche arrotolate e una penna per prendere appunti, Padre Bormolini. Alla sua sinistra un cantautore che pareva cercare i pensieri nella tasca della sua giacca, Vasco Brondi, una scoperta per me. Insieme, tutti e tre hanno mostrato come la storia umana viaggia intorno all’errore (non difficile da credere, a parte i miti e la storia biblica, è la storia contemporanea che ci mostra con estrema chiarezza il ripetersi degli errori umani), ma aprendo una finestra:l’intenzione è ciò che conta nel nostro fare, ognuno dà ciò che non è suo (questo pensiero è da incorniciare sopra il letto) e quindi se l’intenzione è sana (Budda) è buona (le religioni) non puoi sbagliare. A noi resta il compito di dare una direzione alla forza che sentiamo dentro di noi.

Ognuno da ciò che non è suo: nasciamo nudi ma abbiamo tutto. Nasciamo senza nulla e moriremo senza nulla. Quello che diamo non è nostro.È semplicemente rivoluzionario. Già ascoltato da altri maestri, uno fra tanti, James Eruppakkattu, ma non basta mai, perché tendiamo purtroppo a pensare che ciò che diamo agli altri sia nostro.

Termino questo breve percorso, in cui ti ho voluto avvicinare a questo evento torinese che amo, per invitarti a venire o a partecipare il prossimo anno, oppure ad ascoltare le registrazioni che trovi sul sito di Torino Spiritualità, con l’ultimo evento di domenica: Giovanni Allevi e Paolo Scquizzato al Teatro Colosseo: “Lo sguardo dritto sui fiori mentre cammini nell’inferno”.

Un regalo, un dono il musicista e compositore Giovanni Allevi. Ha trasformato il dolore della malattia, la paura della morte in ricchezza per sé e per gli altri. Allevi soffre di un forte mal di schiena causato dal mieloma che lo ha colpito due anni fa. Si alza, non riesce a stare fermo, si muove un po', ma sorride, a volte ride, gioisce nel raccontare la gioia nata dall’inferno della malattia, della sofferenza.È riconoscente. Qualcosa nuovamente di rivoluzionario, inusuale.

Il regalo più importante di questi incontri è avere incontrato anime luminose, persone che hanno saputo scegliere la direzione da dare alla loro vita, hanno scelto l’intenzione. Sbaglieranno ancora, sono esseri umani, ma sapranno riprendere il loro cammino.

Il regalo più prezioso del festival è constatare che questi esseri umani esistono veramente. Ho potuto rincontrare Padre Andrea Schnoller, un Maestro di spiritualità, un essere luminoso, accanto al quale si sta meravigliosamente bene. Non lo incontravo dall’inizio della pandemia di Covid: a causa della sua età, terminati i vincoli e l’epidemia, Padre Andrea non è tornato a visitare i suoi gruppi di meditanti.

Bello vederlo, ascoltarlo, ha una voce profonda, baritonale: importante leggere la sua storia raccontata da altri “Consapevolmente uomo” Gabrielli editore

Quella sfilata di assassini, ladri, impostori, violenti nella vita privata e in quella pubblica che tanto male recano agli altri, siano essi individui o tragicamente popoli, esistono ma non sono la totalità dell’umanità e noi che in loro non ci riconosciamo, che ci indigniamo, che nel nostro piccolo proviamo a dare una direzione al nostro fare, non siamo soli.

Importantissimo non sentirsi soli nel tentativo di vivere la nostra imperfezione nel migliore dei modi possibili.

Grazie ad Armando Buonaiuto e a tutti coloro che credono nell’importanza di queste giornate, che si adoperano per realizzarle, per finanziarle.

 

 

 

 

 

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