Magrolina, alta, biondina o, meglio, castana
chiara, occhi chiari nascosti da grandi occhiali, corpo flessuoso e agile di
chi è abituato a tornare a casa per una stradina in salita di un piccolo borgo
montano sovrastato dal Re di Pietra.
Sara ci accoglie nella sua nuova casa di pietra e
legno: siamo tantissimi per entrarci tutti, scalzi, seduti un po’ ovunque, chi
per terra, chi sulla cassapanca, chi sul suo letto: riusciamo a starci e ad
ascoltare il racconto di Bruno e del suo bosco incantato.
Il suono magico del tamburo di Bruno Bossa fa il
resto. L’atmosfera è carica di spiritualità, manca solo lui. Sbircio dal suo
terrazzo alla ricerca del Monviso che so essere proprio lì, di fronte, ma
nulla, le basse nuvole lo celano al mio desideroso sguardo per tutto il tempo e
anche dopo.
Mi chiedo cosa faccia tutto il giorno una giovane
donna non ancora trentenne in un luogo sicuramente sano e bello, ma anche
isolato e lontano dai grandi centri urbani.
Lo sai tu, lettrice e lettore dei miei articoli e
delle mie interviste, che sono curiosa, che fiuto le storie, quelle che non
sempre arrivano al clamore della stampa e della tv, ma che sento storie di
scelte di vita.
Quella casa di pietra non è una casa qualsiasi.
Ricordi il film “Il vento fa il suo giro”? Ricordi quel pastore francese che
dai Pirenei scelse proprio le Alpi Cozie per fermarsi con la moglie e i figli e
creare una azienda di formaggi di capra? Fu lì, in quella casa, che oggi è
abitata da una giovane donna, che il pastore si fermò a vivere. Nel film tutto
sembra ambientato in val Maira, ma la storia reale si svolse ad Ostana.
Un paese che ha ripreso ad essere abitato da
qualche anno, complice la lungimiranza dei sindaci e alcuni giovani che, come
Sara, hanno deciso di viverci e lavorare.
Nella casa del pastore francese oggi Sara ospita:
gestisce e affitta su Airbnb un appartamento finemente ristrutturato che,
insieme ad altri piccoli lavori integrativi, le consente di essere
indipendente.
Vivere in montagna è comprendere cosa è
essenziale nella vita: niente sprechi, legna per riscaldarsi, buon cibo, grazie
anche al suo orto che d’estate la impegna molto. In questo borgo si possono
gustare ottimi prodotti del panificio e dei due giovani laureati, Matteo ed Eloïse, che dall'estate 2023 producono ottimo
formaggio di capra a 1600 mt.
In questa suo stare ai piedi del Monviso c’è la
tutela non solo del territorio, la sua impronta ecologica sostenibile, c’è
anche la gioia di avere il tempo per le relazioni, quelle con chi vive nel
paese e quelle con i suoi parenti e amici della pianura, a cui va incontro con
un altro spirito, con tempo da dare e da ricevere, senza quella fretta che
mangia in città ogni rapporto, anche i più intimi.
La solitudine non la spaventa, anzi la cerca o,
meglio, la vive, nella ricerca del suo stare al mondo, in relazione con
l’ambiente che la circonda.
La montagna è un amore condiviso con suo padre,
al quale deve l’abitudine a percorrerla fin dalla sua infanzia, fin dalle prime
luci dell’alba, quando piccola e assonnata, scendeva mal volentieri dal letto e
non amava quelle domeniche a camminare con tutta la sua famiglia.
Eppure, quell’andare nei boschi e per sentieri,
quella meraviglia delle cime innevate, dei profumi della terra e dei colori dei
fiori, quello stupore di una bimba allora ritrosa, è diventata la passione
della donna che Sara è oggi.
Una passione che ama condividere, come suo padre
con lei, con chi apprezza la natura come fonte inestinguibile di contatto con
il divino che permea l’universo e quindi ciascuno di noi.
Quella casa, sempre lei, emblema della scelta,
anni prima era in vendita: la mamma non riteneva opportuno comprarla. Nessuno
la comprò, fin al giorno in cui la sua famiglia si decise a farlo. La casa
aspettava proprio Sara: il cartello era ancora lì, pronta per lei e i suoi
sogni.
La immagino nelle giornate di sole e cielo terso,
seduta sulla sedia con un buon libro in mano in contemplazione del Monviso,
piena di gioia, mentre noi cittadini corriamo tra un semaforo e l’altro
rincorrendo il tempo, che Carlo Rovelli dice non esistere, eppure ci rovina
l’esistenza.
Se il tempo non esiste, il miglior modo di
scoprirlo è proprio quello di contemplare la bellezza e vivere
nell’essenzialità. Serve altro?
A proposito, ti suggerisco di fare uno sguardo al
sito del suo Airbnb.
http://airbnb.com/h/casamiribrart28
Molto bello. Anche noi abbiamo avuto ili piacere di essere ospiti da Sara e di apprezzare tantissimo lei, la sua casa e Ostana! (Dino Castrovilli)
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