venerdì 1 settembre 2023

FAME D'ARIA

 



 


D'estate, quando il caldo annebbia il cervello e il corpo cerca refrigerio, è difficile anche scrivere. Il braccio, sudato, si incolla alla scrivania, non scorre, tutto è immobile, difficile, anche il semplice gesto di scrivere al pc.
Servono pioggia e vento, aria più fresca per far tornare la voglia di dedicarsi alle recensioni, ai consigli di lettura o di visioni di film. Sono sempre alla ricerca di storie migliori di quelle che leggo sui quotidiani, storie di uomini e donne che sappiano amare, che sappiano vivere senza ferocia, perché le storie che ci circondano ci annichiliscono. Spero sempre di essere utile a te che hai voglia di leggermi.
A volte mi sento una specie in via di estinzione e non ho ben chiaro se i miei nipoti avranno come amici dei robot pensanti o degli uomini bruti. Mi appare che tanto la scienza e la tecnica progrediscono sulla strada dell'intelligenza artificiale, tanto l'essere umano arretri nella comprensione del dolore altrui.
Buona ripresa amico e amica lettrice, dei tuoi studi o del tuo lavoro, nell'estate che lentamente si allontana.

Daniele Mencarelli ha il pregio di scrivere intorno a temi delicatissimi, quali la malattia mentale ( Tutto chiede salvezza) e la fatica di essere genitore di un figlio gravemente disabile e di farlo con una delicatezza verso i protagonisti che intenerisce inevitabilmente coloro che leggono.

 Fame d’aria, l’ultimo suo libro pubblicato da Mondadori.

E’ la storia di un padre cinquantenne, Pietro Borzacchi, che viaggia con suo figlio Jacopo nell’entroterra appenninico in direzione di Marina di Ginosa, luogo dove la storia iniziò.

La macchina sulla quale viaggiano è una vecchia Golf con duecentoquarantamila chilometri. Un guasto lo costringe a fermarsi a Sant’Anna del Sannio: un piccolo paese dove sono rimasti in pochi e dove il tempo sembra essersi fermato. In questo luogo Pietro, povero e senza alcuna speranza per sé e per suo figlio Jacopo, trova il sorriso di Gaia, la giovane cameriera e le attenzioni di Agata, presso la quale alloggia in attesa che il meccanico in pensione Oliviero aggiusti la vecchia Golf.

Jacopo è affetto da autismo a basso, bassissimo funzionamento, come spiega il padre a chi lo guarda con curiosità. Poi aggiunge: “ significa che non parla, non sa fare nulla, si piscia e caca addosso”. Questa scena la ripete ogni volta sperando di togliere al mondo la voglia di chiedere.

Il protagonista trascorre i giorni aspettando di riavere la sua auto per ripartire. Solo alla fine del libro si scopre il vero motivo del viaggio verso Marina di Ginosa . Le lacrime scendono sul viso, impossibile non commuoversi dinanzi alla fatica titanica del genitore che vive quotidianamente la realtà amara di  un figlio che non potrà mai recuperare. L’abbraccio finale dei corpi dei genitori di Jacopo, intorno al corpo del figlio salvato dal padre da morte certa, parla di amore infinito, di risorse indicibili dell’essere umano capace di affrontare prove durissime.

Sant’Anna insieme ai suoi pochi abitanti, Agata, Gaia e Oliviero sceglie di accogliere questa enorme sofferenza e condividerla per renderla meno annientante.

I capitoli sono quadri o se si vuole scene teatrali.

Dei libri letti durante l’estate 2023 questo è il primo libro che ti consiglio di leggere caro lettore, cara lettrice del mio blog.

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