Alain e Simona vivevano una vita caotica. Correvano dalla
mattina alla sera: per svolgere il loro lavoro dovevano viaggiare e si
ritrovavano alla sera, stanchi e insoddisfatti. I contratti di lavoro, come
capita a molti lavoratori, giovani o meno giovani, erano a tempo determinato,
venivano rinnovati ogni tre mesi, con tutte le conseguenze del caso. Escludo
che ci sia una lettrice o un lettore del mio blog che ignori gli enormi
problemi del mondo del lavoro, la giungla di contratti, il disamore dei
dipendenti verso datori di lavoro avidi e indifferenti ai bisogni degli esseri
umani, i ritmi, accelerati per chi lavora, inesistenti per chi cerca lavoro.
Ovviamente non tutti i datori di lavoro si ritrovano in questo ritratto, ma nel
mio blog ho già trattato questo argomento, grazie a due film che ho recensito,
entrambi del grande Ken Loach “I’m Daniel Blake e Sorry we missed you” e che ti
invito a leggere.
Sono due film molto efficaci nel rappresentare la situazione
lavorativa contemporanea.
Simona è una giovane donna, con un bel caschetto e sguardo
vivace che cerca di convincere la sua piccola Amalia che non è l’ora del
gelato.
Alain è un giovane uomo, con una folta barba bruna e una
bandana in testa per trattenere i capelli che immagino ricci e folti,
appoggiato allo stipite della loro bottega.
Li incontro ad Usseaux, uno dei borghi più belli di Italia,
che visito frequentemente dal 2008 e che da circa trent’anni non ha più avuto
un negozio di alimentari sul suo suolo.
I residenti hanno orti e mucche, ma chi ha una seconda casa
deve acquistare nel comune di residenza tutto il necessario e, una volta che si
stabilisce ad Usseaux e nelle sue borgate, si affida al negozio di Pourrieres,
da Marina, ben fornito e con un bel dehors dove serve panini e aperitivi.
Ecco, quindi, il mio stupore nel vedere pane, formaggi,
prosciutto e molti prodotti sfusi, nel negozio che è appartenuto a Claudio,
dove potevamo comprare portachiavi, cassette per la posta, nidi per uccelli,
giochi di legno per bimbi, ma anche tavoli e sedie, essendo Claudio un bravo
falegname oltre che titolare del posto tappa del GTA che gestiva con la moglie
Anna.
Era un luogo di accoglienza degli escursionisti e dei turisti
nei giorni di festa, dove nel grande salone si mangiavano ottime zuppe riscaldandosi
al calore della grande stufa.
Oggi, nel negozio dove Claudio esponeva i suoi manufatti, Alain e Simona vendono prodotti di qualità, di piccoli produttori, per valorizzarli e
dare al cliente prodotti biologici e sostenibili.
Conversando con loro torna spesso la parola “lentezza”.
I due giovani decisero di cambiare vita, di vendere prodotti sfusi, a tutela
dell’ambiente, quando nacque la piccola Amalia.
L’amore verso i figli riesce a innescare mutamenti profondi,
riesce a far trovare il coraggio di scelte spesso rinviate: non vedere crescere
i propri figli è un ottimo motivo per uscire dalle logiche dei contratti
lavorativi e diventare artefice del proprio futuro.
Il primo passo è stato aprire un negozio nel cuore di
Pinerolo dedicato al cibo e ai detersivi sfusi. Un modo per sensibilizzare sui
problemi legati all’acquisto consapevole e ai problemi dell’ambiente.
Entrambi insistono sulla parola “fiducia”. La grande distribuzione
ha leso i rapporti personali oltre all’economia. Loro, nel negozio La Burnia,
rispondono alle domande dei loro clienti, informandoli sulle qualità
organolettiche dei prodotti che vendono. Per due mesi all’anno, Luglio e
Agosto, provano a sperimentare lo stesso modello ad Usseaux.
Il tempo che ho trascorso con loro è stato punteggiato dalle espressioni
delle persone incuriosite nel trovare
un negozio di alimentari nel piccolo borgo, notoriamente senza negozi,
incuriosite dalle marmellate e dai vini in esposizione e Alain con
professionalità e pazienza ha dedicato tempo alle spiegazioni. Lentamente. Con
consapevolezza. Stabilendo un rapporto.
Amalia gioca felice, sapendo che mamma e papà sono vicini.
I nostri giovani commercianti si sentono accolti dalla
comunità locale, nella quale sono entrati con molto rispetto e con spirito di
collaborazione.
In altre parole, una esperienza lavorativa che sono certa farà
bene a tutti.
Auguro ad entrambi buona fortuna e a te lettore e lettrice,
invito a visitare a Pinerolo la loro bottega dello sfuso, La Burnìa, sita in
via Trento 16 oppure di fare una gita a Usseaux.
Brava Roberta! È un piacere leggerti..... proprio come averti affianco mentre racconti! 😘
RispondiEliminaGrazie!
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