lunedì 1 agosto 2022

GENERAZIONI FORTUNATE


 Vorrei rispondere alla scrittrice, da me molto stimata, nonché collega, Stefania Auci che esamina sulla Stampa di domenica 31.07 la situazione esistenziale della generazione X e implicitamente rispondo anche a chi in precedenza ha scritto sul presunto conflitto generazionale tra boomer e millenial.

Mentre leggevo l’articolo, lo riscrivevo così:

Sono nato quando l’Italia dichiarò guerra all’Impero Austro-ungarico;

Sono diventato orfano nel 1918, perché i miei genitori hanno contratto la terribile influenza spagnola, appena terminò la guerra;

Ho studiato, camminando anche nella neve per raggiungere la scuola, con i pantaloncini corti e i geloni;

Mi sono sposato il 2 giugno del 1943, la casa dove avrei dovuto abitare con la mia sposa fu bombardata dagli americani il 19 luglio del 1943 (Roma, San Lorenzo);

Ho lavorato con onestà (quella vera) e tutti mi stimavano;

Ho avuto tre figlie;

Ho comprato la  casa  quando andai in pensione con i soldi della liquidazione.

Ecco, mio padre non è mai stato certo che avrebbe avuto tutto, mio padre sapeva di non avere nulla e dal nulla ha lasciato una eredità spirituale e materiale alle sue figlie e ai suoi nipoti.

Generazioni e generazioni hanno vissuto guerre, fame, carestie, pestilenze, deportazioni, genocidi: l’unica speranza spesso era sopravvivere.

Cari adulti delle varie generazioni, anche noi boomer, che tanto invidiate, siamo cresciuti sapendo che tutto si conquista, che non si butta nulla (“mangia con il pane”, era ciò che ci veniva ripetuto più spesso a tavola), che si risparmia , che non si buttano i soldi nei bar, negli aperitivi: la guerra è stato lo sfondo della nostra infanzia, perché nelle famiglie se ne parlava, per ogni cosa. La tragedia della guerra, della paura costante, del suono degli scarponi di tedeschi per le strade, del caffè con la cicoria e del pane nero, della fame, dei cappelli di carta e dei cappotti rivoltati che diventavano vestiti. Non si buttava nulla.

Noi boomer abbiamo respirato questa atmosfera: siamo stati fortunati come voi a non vivere la guerra e la fame, ma non abbiamo vissuto nel lusso.

Avevamo una certezza: la scuola e la formazione culturale erano le vie per migliorare la propria vita.

 So che oggi è tutto molto complicato, complesso, ma vi invito a confrontarvi con le generazioni passate cogliendo quanto voi della generazione x o voi millenial avete avuto dalla vita in questi anni oltre a quanto non avete avuto.

Per quanto riguarda il fatto che siete  “la generazione della fine degli ideali”, sinceramente non credo che la generazione dei primi anni del Novecento avesse dei grandi ideali visto il risultato: fascismo, nazismo, II G.M., lager, shoah, gulag. Alcuni sì, certo, i pochi resistenti, gli illuminati, che ci sono sempre stati e sempre ci saranno.

Durante le mie lezioni di storia ho sempre detto ai miei alunni che noi contemporanei viviamo meglio del Re Sole.

Detto questo, rimbocchiamoci le maniche perché c’è moltissimo da fare per chi è giovane oggi: la rabbia usiamola per imporre un’agenda ai potenti della terra, a chi decide, affinché al primo posto ci sia veramente il risanamento ambientale se non vogliamo tutti cuocere a fuoco lento.

 

 


 

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