Lorenzo Marone è un autore che
coniuga nelle sue storie il racconto vivace e intrigante e la riflessione su
momenti di vita che tutti noi abbiamo vissuto o che vivremo. Lo scrittore
napoletano affronta in questo libro il tema
del diritto dell’individuo morente di vivere gli ultimi giorni della
propria vita nel modo migliore per sé, di compiere gesti e di dire parole che
sanino ferite, che ricompongano puzzle, che facciano incontrare persone che
continueranno il loro cammino senza di lui o senza di lei.
E’ la storia di un figlio che
in poche ore riscopre il proprio padre, malato terminale, diventando complice
del progetto del padre di fuga dalla
stanza che puzza di alcool e di farmaci, riscoprendo sia l’isola che aveva voluto dimenticare
sia l’amore della sua vita che aveva cercato invano nelle tante storie vissute.
E’ la storia di un padre che,
dopo essere stato accudito amorevolmente e ossessivamente dalla figlia, decide
che prima di morire vuole tornare nella sua amata isola, Procida, e per farlo
sceglie il figlio lontano e assente, che per trent’anni non è tornato a Procida
ed ha evitato ogni contatto profondo con tutti coloro che gli ricordavano
l’adorata mamma.
E’ la storia di una famiglia
nella quale il padre, comandante di navi, tornava a casa raramente e un demone
lo agitava finché non riprendeva il mare, una famiglia nella quale la mamma,
una donna bellissima e fragile, aveva giorni sì e giorni no e nei giorni no non
si curava dei suoi due bellissimi figli.
E’ una storia di coraggio,
quello di ammettere i proprio errori e raccontare il non detto.
I personaggi citati, Andrea,
fotografo quarantenne, Libero, comandante in pensione, Ondina, l’amore di una
vita, Marina la sorella con ansia da controllo sono descritti in modo da renderli vivi e
nitidi nelle nostre menti, circondati dai profumi e dai colori della bella
isola mediterranea e intrecciati da momenti di profonda tenerezza e riparazione
del non detto tra padre e figlio, che scopre finalmente di essere amato e
stimato profondamente dal padre, ovvero ciò che tutti i figli desiderano.
Non voglio raccontarti di più,
caro amico lettore e cara amica lettrice del mio blog, perché il ritmo del
racconto è vivace ed io, come mi capita spesso quando le storie mi appassionano,
dopo averlo iniziato in un viaggio in treno l’ho terminato di notte, incurante
del sonno e spero di averti invogliato a leggerlo.
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