giovedì 15 aprile 2021

CHI HA VARCATO LA SOGLIA N. 13





Mi piace sempre di più questo progetto di Cascina Macondo: leggere storie che provengono da un mondo di persone rinchiuse, che anche grazie a questo tam tam che rimbalza da un sito web ad un quotidiano e poi ad un blog e ancora ad un altro sito non sono più isolate e sconosciute, ma viaggiano nell'etere, esistono, diventano presenze, generano pensieri e riflessioni.

Mi piace l'accentuazione ortoèpica, obiettivo perseguito con tenacia da Pietro Tartamella, l'unico scrittore italiano che pubblica tutti i suoi scritti accentati. Una scrittura che invita a essere letta ad alta voce, a essere declamata.

Quindi continuo a condividere il progetto, affinché anche tu lettore, lettrice possa continuare questo viaggio.


 

TESTIMONIANZA N° 13


 

Dante e l’asciugacapelli

di Fiorènza Alineri

 

 

Èra una bèlla doménica di sole quel novèmbre 2015 quando partivo per il càrcere di Saluzzo con Piètro e altre dùe lettrici volontarie. Avevamo stabilito di incontrarci a Cascina Macondo e viaggiare con una sola auto, partèndo alle 11.00, in mòdo da èssere a destinazione vèrso le 13.00.

Anche se èra la tèrza vòlta che entravo in quel càrcere, questa per me èra una novità. Nelle dùe precedènti occasioni èro andata a vedere gli spettàcoli dei detenuti, che si svolgévano nel salone adibito a teatro, ma non avevo avuto contatti dirètti.

In questo caso invece sarèi entrata nell’edificio dove le persone vivévano, e avrèi avuto la possibilità di parlare con loro, di lèggere ad alta voce, e ascoltare le loro letture.

Lo spazio assegnàtoci per gli incontri di Good Morning Poesìa, èra il locale Barberìa, al quarto piano: una pìccola stanza con all’intèrno il lavandino, lo spècchio, la poltrona del barbière, un tavolino, ma purtrèppo nessuna sèdia. E neppure il riscaldamento.

Che dire del primo incontro con i detenuti?

Èrano tutti molto gentili e anche un pò’ intimiditi, come del rèsto lo èro ìo, dato che non sapevo bène come pormi nei loro confronti. Molti di loro avévano partecipato sìa agli spettàcoli teatrali che alle lezioni del progètto Parol, per cùi conoscévano già Piètro, e questo ha chiaramente “sbloccato” l’imbarazzo iniziale.

Se non fóossimo stati in un càrcere l’atmosfèra che si èra creata somigliava un pò’ a quella di un bar o di un Cìrcolo, insomma dove la gènte si incontra per fare dùe chiàcchiere (in pièdi). 

Piètro aveva portato l’amplificatore, il micròfono e il leggìo. L’amplificatore èra stato sistemato sul tavolino contro la finèstra – apèrta! – in mòdo che le nòstre voci fóssero udìbili anche nel cortile.

Dopo l'ascolto di un brano musicale di Bèppe Finèllo, si iniziava a lèggere il tèsto “Good Morning Poesìa”, una poesìa scritta da Piètro. E questa sarèbbe stata la nòstra introduzione, la “sigla” di tutti gli appuntamenti a seguire.

Non so quanto duràvano complessivamente gli incontri, una vòlta varcata la sòglia perdevo la nozione del tèmpo.

Ricòrdo che già dal primo incontro avevo paùra che il tèsto da me scelto non andasse bène e questo timore mi ha sèmpre accompagnato, anche nelle doméniche successive. Per non sbagliare sceglievo sèmpre brani per lo più divertènti.

Sicuramente le mìe letture non hanno lasciato nulla agli ascoltatori, ma mi piace pensare di èssere riuscita a strappare qualche sorriso.

Purtròppo una vòlta terminate le letture bisognava andare vìa. Sarèbbe stato bèllo potér restare un pò’ di più a commentare i tèsti lètti, ma il tèmpo èra limitato.

Ricòrdo un fatto simpàtico accaduto pròprio quella doménica di novèmbre: uno dei detenuti, un gióvane che chiamerò M. (Èmme), conosceva a memòria il primo Canto dell’Infèrno di Dante e mentre, un pò’ emozionato, lo stava recitando, è entrato nel locale un ragazzo in accappatoio e si è asciugato i capelli! Ma Èmme, come se niènte fosse, ha continuato a recitare! Prima della conclusione dell’incontro, non ricòrdo chi stesse leggèndo, ne è arrivato un altro, sèmpre in accappatoio, ad asciugarsi i capelli. 

Il mio primo pensièro èra stato “Ma non potévano aspettare che andàssimo vìa??” Però, ripensàndoci… quello èra il locale Barberìa, quindi asciugarsi i capelli èra un loro diritto, gli intrusi eravamo noi!

Nel viaggio di ritorno abbiamo suggerito a Piètro, qualora avesse l’intenzione di scrìvere un diario degli incontri in càrcere, di intitolare se non il libro, almeno un capìtolo: “Dante e l’asciugacapelli”.

Mi màncano questi incontri. Èra un impegno di una doménica al mese, e quel giorno per me èra speciale.

 

 


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