Carissim*,
ho partecipato con entusiasmo e motivazione alla richiesta della Dott.ssa Maria Teresa Matera, socia fondatrice del CIRP, di raccontare in un video CLICCA QUI la mia esperienza di caregiver insieme all’amica Maria Nella Abbassetti.
Nel blog non ne ho mai parlato
espressamente, velatamente sì in “Prendo amore” e “Pesce d’aprile”.
Alcuni dati per circoscrivere
il problema:
1. Nel mondo
l’ictus è la prima causa di disabilità.
2. In Italia
esistono 7 milioni di caregiver, ovvero di persone che si prendono cura delle
persone disabili (fonte Istat)
3. Molti di
loro vivono la disabilità del proprio parente con sintomi ansiosi o con
sindromi depressive
4. Le cure
sanitarie in Italia sono rivolte esclusivamente al malato
5. Il caregiver
deve affrontare da solo il cambiamento
della propria vita e della vita del proprio caro.
Se ne
deduce facilmente che occuparsi dei
caregiver non è tempo sprecato, non sono soldi persi, bensì si tratta di un
investimento sulla salute di tutti, disabili, familiari, caregiver.
Ancora
oggi, anzi direi soprattutto oggi, nel pieno della pandemia, non si può
attendere che la sanità pubblica se ne occupi, già oberata da altre urgenze. Speriamo
che sia possibile nel futuro.
Proprio
oggi però le persone sono ancora più isolate e sole con i loro problemi.
Urge
aiutare, specialmente quando i confini sono quelli dell’appartamento e gli unici
a potervi stare sono i conviventi.
Si nasce anagraficamente una
volta, ma psicologicamente moltissime volte.
Se potete condividere il post,
il video e l’iniziativa, se potete sostenere il progetto, anche con cifre
minime, fatelo, farete sicuramente il bene di qualcuno.
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