Pupi Avati ha
realizzato il film, tratto liberamente dal libro omonimo scritto da Giuseppe
Sgarbi e visibile su Sky.
Il film inizia con l’addio di Caterina (Stefania Sandrelli)
alla sua casa e al suo grande amore. Soccorsa da un’ autoambulanza, non tornerà
più a casa. Da questo momento Nino (Renato Pozzetto) si perde nei
ricordi dell’amore della sua vita, un amore che si erano giurati in gioventù e
che li avrebbe reso immortali.
Un ghostwriter
cinquantenne Amicangelo (Fabrizio Gifuni), padre separato, scrittore per conto
di altri, lui che non riesce a farsi pubblicare il romanzo della sua vita,
viene ingaggiato dalla figlia di Nino, per ascoltare la storia d’amore dei suoi
genitori e scriverne.
Nino ci crede che il loro amore li ha resi immortali e
continua a parlare con lei, chiuso nella sua camera da letto e ostile alle
richieste della figlia e dello scrittore.
Poi sarà proprio la differenza tra i due uomini, uno molto
romantico e fedele, l’altro concreto e insoddisfatto a creare la sintonia
necessaria per raccontarsi e raccontare.
Sposato da 65 anni, Nino ripercorre alcuni momenti della
loro vita. Il loro fidanzamento, i momenti lieti, trascorsi a ballare, il
lavoro da farmacisti, i figli, la passione per le opere d’arte. Tanta è la
tenerezza che si prova verso questo uomo
vecchio, malato e improvvisamente rimasto solo, senza di lei con la quale ha
condiviso tutta la sua vita.
Sì certo, è un film sulla morte, sul distacco, sul lutto,
sul dolore lancinante, quello che invade ogni fibra del corpo, che ti annienta,
quando chi ami non c’è più.
E’ anche un film sulla vita, sull’immortalità che è data a
chi vive nei ricordi dell’altro, nella memoria.
Il tema quindi è la memoria. Noi viviamo nella memoria di
coloro che ci hanno amato. Pavese
scrisse:“L’uomo mortale non ha che questo
di immortale: il ricordo che porta e il ricordo che lascia”.
Memoria individuale, intima che la nostra società ostacola.
Chi ha vissuto un lutto sa bene quanto sia difficile parlare della persona
morta con altri, siano anche familiari.
La nostra società esalta piuttosto la memoria storica, a
volte ipocritamente, non intervenendo in situazioni attuali e analoghe a quelle
che si commemorano (consiglio la lettura della recensione di Pierluigi Battista
su questo tema).
Il tema è la vita e non la morte. Chi vive con coraggio,
intensamente ogni attimo della sua vita, amando e seminando amore, rimane per
sempre.
Un film pieno di tenerezza e speranza.
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