Le panchine panoramiche da Pian dell'Alpe a Balboutet.
Oggi voglio descrivere delle semplici panchine. Quello che si
può guardare o immaginare stando seduti lì.
A Pian dell’Alpe, sito a mt 1950 sopra il livello del mare, si può arrivare
dalla Val di Susa, esattamente da Meana di Susa, percorrendo una splendida
strada sterrata resa famosa da vari Giri d’Italia. La strada prima arriva al
Colle delle Finestre, mt 2.178, un balcone che affaccia sia sulla Val Susa sia
sulla Val Chisone, per continuare verso
la Val Chisone. Lungo la strada asfaltata si
raggiunge un vasto pianoro, abitato da marmotte fischianti e da mucche al
pascolo durante le stagioni meno fredde. Il panorama sulla vallata sottostante
solcata da piccoli ruscelli e adornata di larici, lascia incantati in ogni
stagione, che sia il bianco scintillante il colore predominante o i mille fiori
alpini estivi, o il giallo oro dei larici in autunno.
Siamo nel Parco Naturale Orsiera Rocciavrè. Se siamo fortunati,
possiamo scorgere caprioli o cervi. E immaginare un lupo che ci osserva da
lontano.
Oltre ai ciclisti, che arrivano numerosi dalla pianura. Qualche
famiglia con amici è riunita intorno ai tavoli di legno posti nel campeggio: i
bimbi giocano e i genitori preparano il pic nic.
Da Pian dell’Alpe si scende alla prima borgata di Usseaux, la
più assolata, legata ancora ai ritmi delle stagioni, Balboutet, la borgata
delle rondini e del sole.
La strada, che collega l’Altopiano alla Borgata, ha, in
alcuni punti particolarmente panoramici, delle comode panchine. Possiamo
decidere di lasciare la macchina al parcheggio di Pian dell’Alpe e scendere a
piedi a visitare Balboutet e successivamente Usseaux e le altre borgate: Laux,
Pourriers e Fraisse. Tutti gioiellini avvolti dal verde e accarezzati dai
fianchi delle montagne.
Se invece vogliamo salire da Balboutet a Pian dell’Alpe, potete
parcheggiare in Piazza, l'unica e iniziare la vostra camminata in salita.
Non vi parlerò della panchina gigante recentemente
collocata al Lago delle Rane, punto ristoro sempre aperto sito a Pian dell’Alpe.
Di quella potete leggere ciò che volete in rete.
Vi parlerò di panchine semplici, di legno, un po’ traballanti,
a volte, collocate in punti panoramici per permettere al corpo di riposarsi e
alla mente di gioire della bellezza del mondo. Panchine dove possiamo leggere,
prendere il sole, chiacchierare con un’amica o un amico, esattamente come in un
parco cittadino, con la differenza che qui si sente lo scampanellio delle
mucche, il belare delle pecore, il gracchiare dei corvi, il motore del
trattore, il silenzio. Qui l’occhio spazia
lungo le creste delle montagne, che paiono ricami stagliati nel cielo blu,
cerca animali selvatici lungo i canaletti, osserva le nuvole correre veloci. Qui
su queste panchine possiamo sognare. Guardare e sognare. I sogni li lascio a
te, lettore, lettrice.
Immagina di scendere dall’Altopiano. La prima panchina
che incontri guarda verso Pragelato e
Sestriere. Da qui si vede una baita diroccata posta in un angolo
paradisiaco, assolato e vicino a larici, oggi che scrivo, giallo sole.
Vicino alla baita passa il sentiero che porta all'incrocio tra
la strada per Balboutet e la carrozzabile per Cerogne. Ora non lo percorreremo,
perché andremo a cercare le altre panchine.
Di fronte a noi la maestosa cima dell'Albergian, oggi
leggermente innevata.
Spesso in questo angolo di paradiso potete trovare degli amanti
del parapendio o di aeromodellismo.
Continuando a camminare su un tappeto di morbidi aghi di pino, dopo
diversi tornanti, immersi nelle conifere profumate, si trova la seconda
panchina che affaccia su un balcone che guarda Balboutet , Fraisse e Soucheres basses
e sempre l’Albergian.
Dopo aver contemplato questo paesaggio, si cammina ora verso Balboutet
e si incontra dopo poco la terza panchina che guarda solo prati e boschi.
I borghi, incastonati qua e là, dalle mani sapienti dei nostri
avi, con le case di pietra tra le pietre, le alte strade che collegano luoghi distanti,
sono improvvisamente spariti. Ci si immerge nella natura. Si dimentica l’uomo.
Continuando la camminata in discesa si arriva al bivio per Cerogne.
Qui sono collocate due panchine da cui si gode il panorama sui pascoli verso
Cerogne e si può contemplare la strada dell’Assietta, meta in estate, a giorni
alterni di fuoristrada e moto, ma soprattutto solcata da molte mucche che
salgono ai pascoli alti.
Si scende ancora ed ecco un tavolo, una panca, una croce. Da qui
contempliamo il campanile della chiesetta di Balboutet e ascoltiamo il rumore
del ruscello sottostante.
Si riparte, per l’ultima tappa, la borgata di Balboutet, con le
sue meridiane, i suoi murales, le cassette del gas dipinte da abili mani di artista, le sue galline che vivono libere di scorrazzare,
i suoi orti e il suo famoso formaggio: il Plasentif, il formaggio delle viole.
Un luogo che ci racconta dei tempi passati e che con la sua
colonnina di ricarica per le macchine elettriche posta nella piazza principale
della borgata, ci racconta del presente e del futuro.
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