domenica 1 novembre 2020

PANCHINE ALPINE

 

 

Le panchine panoramiche da Pian dell'Alpe a Balboutet.







 

Oggi voglio descrivere delle semplici panchine. Quello che si può guardare o immaginare stando seduti lì.

A Pian dell’Alpe, sito a mt 1950  sopra il livello del mare, si può arrivare dalla Val di Susa, esattamente da Meana di Susa, percorrendo una splendida strada sterrata  resa famosa da vari Giri d’Italia. La strada prima arriva al Colle delle Finestre, mt 2.178, un balcone che affaccia sia sulla Val Susa sia sulla Val Chisone, per continuare  verso la Val Chisone. Lungo la strada asfaltata   si raggiunge un vasto pianoro, abitato da marmotte fischianti e da mucche al pascolo durante le stagioni meno fredde. Il panorama sulla vallata sottostante solcata da piccoli ruscelli e adornata di larici, lascia incantati in ogni stagione, che sia il bianco scintillante il colore predominante o i mille fiori alpini estivi, o il giallo oro dei larici in autunno.

Siamo nel Parco Naturale Orsiera Rocciavrè. Se siamo fortunati, possiamo scorgere caprioli o cervi. E immaginare un lupo che ci osserva da lontano.

Oltre ai ciclisti, che arrivano numerosi dalla pianura. Qualche famiglia con amici è riunita intorno ai tavoli di legno posti nel campeggio: i bimbi giocano e i genitori preparano il pic nic.

Da Pian dell’Alpe si scende alla prima borgata di Usseaux, la più assolata, legata ancora ai ritmi delle stagioni, Balboutet, la borgata delle rondini e del sole.

La strada, che collega l’Altopiano alla Borgata, ha, in alcuni punti particolarmente panoramici, delle comode panchine. Possiamo decidere di lasciare la macchina al parcheggio di Pian dell’Alpe e scendere a piedi a visitare Balboutet e successivamente Usseaux e le altre borgate: Laux, Pourriers e Fraisse. Tutti gioiellini avvolti dal verde e accarezzati dai fianchi delle montagne.

Se invece vogliamo salire da Balboutet a Pian dell’Alpe, potete parcheggiare in Piazza, l'unica e iniziare la vostra camminata in salita.

Non vi parlerò della panchina gigante recentemente collocata al Lago delle Rane, punto ristoro sempre aperto sito a Pian dell’Alpe. Di quella potete leggere ciò che volete in rete.

Vi parlerò di panchine semplici, di legno, un po’ traballanti, a volte, collocate in punti panoramici per permettere al corpo di riposarsi e alla mente di gioire della bellezza del mondo. Panchine dove possiamo leggere, prendere il sole, chiacchierare con un’amica o un amico, esattamente come in un parco cittadino, con la differenza che qui si sente lo scampanellio delle mucche, il belare delle pecore, il gracchiare dei corvi, il motore del trattore, il silenzio. Qui l’occhio spazia lungo le creste delle montagne, che paiono ricami stagliati nel cielo blu, cerca animali selvatici lungo i canaletti, osserva le nuvole correre veloci. Qui su queste panchine possiamo sognare. Guardare e sognare. I sogni li lascio a te, lettore, lettrice.

Immagina di scendere dall’Altopiano. La prima panchina che  incontri guarda verso Pragelato e Sestriere.  Da qui si vede  una baita diroccata posta in un angolo paradisiaco, assolato e vicino a larici, oggi che scrivo, giallo sole.

Vicino alla baita passa il sentiero che porta all'incrocio tra la strada per Balboutet e la carrozzabile per Cerogne. Ora non lo percorreremo, perché andremo a cercare le altre panchine.

Di fronte a noi la maestosa cima dell'Albergian, oggi leggermente innevata.

Spesso in questo angolo di paradiso potete trovare degli amanti del parapendio o di aeromodellismo.

Continuando a camminare su un tappeto di morbidi aghi di pino, dopo diversi tornanti, immersi nelle conifere profumate, si trova la seconda panchina che affaccia su un balcone che guarda Balboutet , Fraisse e Soucheres basses e sempre l’Albergian.





Dopo aver contemplato questo paesaggio, si cammina ora verso Balboutet e si incontra dopo poco la terza panchina che guarda solo prati e boschi.

I borghi, incastonati qua e là, dalle mani sapienti dei nostri avi, con le case di pietra tra le pietre,  le alte strade che collegano luoghi distanti, sono improvvisamente spariti. Ci si immerge nella natura. Si dimentica l’uomo.


Continuando la camminata in discesa si arriva al bivio per Cerogne. Qui sono collocate due panchine da cui si gode il panorama sui pascoli verso Cerogne e si può contemplare la strada dell’Assietta, meta in estate, a giorni alterni di fuoristrada e moto, ma soprattutto solcata da molte mucche che salgono ai pascoli alti.






Si scende ancora ed ecco un tavolo, una panca, una croce. Da qui contempliamo il campanile della chiesetta di Balboutet e ascoltiamo il rumore del ruscello sottostante.

Si riparte, per l’ultima tappa, la borgata di Balboutet, con le sue meridiane, i suoi murales, le cassette del gas dipinte da abili mani di artista,  le sue galline che vivono libere di scorrazzare, i suoi orti e il suo famoso formaggio: il Plasentif, il formaggio delle viole.

Un luogo che ci racconta dei tempi passati e che con la sua colonnina di ricarica per le macchine elettriche posta nella piazza principale della borgata, ci racconta del presente e del futuro.

 

 



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