venerdì 23 ottobre 2020

RECENSIONE a Lo racconto proprio a te

 

Ricevo da Pietro Tartamella, scrittore, poeta, lettore ad alta voce, di cui ho scritto nel mio blog (vai a vedere "Perchè è impossibile cambiare il mondo" e Ah-Che-Waga-Chun), in questa giornata di cielo grigio, di aria ferma, di notizie martellanti ed inquietanti, la recensione al mio libro.

Eccola.







“LO RACCONTO PROPRIO A TE    riflessioni, spunti e appunti”

di Roberta Isastia – edizioni il Pennino (TO)

 

 

 

Non possiamo dire che sia un libro di letteratura. Piuttosto una raccolta di “lettere”, con taglio giornalistico, che Roberta Isastia dal 2016 ha pubblicato sul suo blog “lo racconto proprio a te”.

Le lettere normalmente hanno un destinatario. Infatti i destinatari sono i lettori del suo blog e, nel momento in cui gli articoli vengono raccolti in un libro cartaceo, i destinatari diventano coloro che leggono il libro. Le parole “mi rivolgo proprio a te lettrice/lettore” – “caro lettore/lettrice” sono disseminate con dovizia lungo tutte le 295 pagine, segno di un bisogno grande di comunicare, di raccontare, di rendere partecipe gli altri delle proprie esperienze e delle proprie riflessioni.

La scrittura è scorrevole, vivace, e man mano svela le grandi passioni di Roberta, prima fra tutte, mi è sembrato di capire, la voglia di mostrare cosa vuol dire fare il “mestiere di cittadino”.

Da sola, o in compagnia di amiche, Roberta esplora la città come se fosse una casa, con la sua consueta curiosità creativa si informa, frequenta appuntamenti, manifestazioni, partecipa a dibattiti alla ricerca di voci che possano insegnarle qualcosa. La vediamo al Circolo dei Lettori, a Torino Spiritualità, al Salone del Libro, alla Giornata internazionale dello Yoga, al Torino Film Festival, alla ricerca di stimoli e momenti che possano suscitare in lei riflessioni e approfondimenti.

È stata un’insegnante delle scuole Medie Inferiori, ora in pensione, e ha sempre cercato di trasmettere ai suoi allievi, con l’esempio, questa sana curiosità per la cultura e il senso di essere “cittadini consapevoli”.

I luoghi in cui ha vissuto ha cercato di sentirli sempre come “casa”. La prima città-casa è Roma, l’amatissima città in cui è nata. Poi Torino, la città adottiva. Già me la vedo Roberta, nell’ipotesi che debba trasferirsi in un’altra città, esplorare curiosa le vie e le piazze, alla ricerca di angoli suggestivi, alla ricerca di eventi, realtà curiose, nascoste, a scovare manifestazioni e appuntamenti, finché il nuovo luogo non diventi per lei la sua nuova “casa”, tanta profonda è la sua passione e tanto irrinunciabile il suo impegno civile.

L’arte, la cultura, la bellezza come prevenzione. Un concetto che esprime spesso.

Prevenzione di che? Forse non è importante definire quel “di che”. Prevenzione, da sola, è parola sufficiente, lasciando aperte tutte le mille direzioni: arte, cultura, bellezza = prevenzione.

Emergono dal libro la sua vocazione per il lavoro di giornalista, la sua visione ecologista, il suo amore per la nonviolenza.

“Non so se siano incendi dolosi, so che vorrei più interesse verso quello che sta succedendo in molti luoghi boschivi del Piemonte. Penso che ora sia il momento di agire e vigilare, e dopo di giudicare e punire un gravissimo crimine verso la natura e quindi verso tutta l’umanità.

Io umilmente chiedo, a chi è famoso, di scrivere, di usare la pacifica penna per sensibilizzare, e a te di credere che cambiare sia possibile, anzi, che cambiare sia necessario, urgente. Di trovare il tuo secchio di acqua. Ognuno ha il suo”. (pag.18)

Roberta, pur se non è famosa, è pur sempre stata insegnante, ed ora anche blogger con la sua penna, ed è stata a contatto con i giovani, ed ecco che svela perché scrive: per sensibilizzare, per portare il suo secchio d’acqua.

A pag. 20 cerca di spiegare a se stessa che cos’è questo suo libro, il perché lo ha scritto:

Non è facile recensire questo libro, che non è un romanzo, non è un saggio, non è un diario, non è un’autobiografia. È un grido di aiuto, è un provare a svegliare i pigri e gli addormentati, tutti noi insomma, ed è un tentativo di parlare ai giornalisti, prima ancora che ai politici”.

È un grido di aiuto dunque, tanta è la preoccupazione per questa nostra casa comune che è il mondo! Tante cose condivisibili ho trovato.

Non posso che fare gli auguri a Roberta, affinché continui a scrivere sul suo blog.

 

 

Pietro Tartamella

un secchio d’acqua

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