UN KILO DI VOGLIA DI VIVERE
E’ una donna minuta, vestita alla moda, con i pantaloni di velluto al polpaccio, capelli a caschetto rigorosamente bianchi. Mi dice di essere molto distratta: quando inizia a raccontarmi la sua infanzia, intuisco come mai sia così distratta. La pelle del viso tradisce la sua età, mentre il corpo è magro e morbido. L’ho conosciuta anni fa, grazie alle attività culturali della Fondazione C. Molo. Mi piaceva molto la sua amicizia con Teresa e la sua energia, la voglia di fare e di esserci. Poi, per caso, un pomeriggio, su un pullman che ci portava all’Astelav, ad indagare il mondo del riciclo e del riuso, ho scoperto che Claudia, questo è il suo nome, è una profuga istriana. La sua storia te la devo raccontare. Nacque il giorno successivo all’uccisione di suo padre, in licenza per raggiungere la moglie per il parto. Padre di altri quattro figli, aveva scelto dopo l’8 settembre del 1943 di essere repubblichino. Fu colpito a Fiume da un cecchino il 23.02.1944...