Cara lettrice, caro lettore, questa è una intervista ad un giovane e talentuoso musicista. Proprio oggi, leggendo il quotidiano La Stampa, trovo un trafiletto che parla di lui. Se non lo conosci, ti consiglio di recarti ad un suo concerto. Ci incontriamo in una splendida giornata di sole di inizio marzo. L’aria è profumata, grazie a otto giorni di pioggerellina che ha ridato la vita agli alberi, esausti dalla lunga siccità. Sono seduta su una panchina di legno, ancora un po’ umida e lo aspetto in questa piazza un po’ parigina, Piazza Bodoni, guardando la statua equestre e ascoltando involontariamente le difficoltà della vita che due giovani amiche, sedute accanto a me, si confidano. Conosco già David, perché l’ho ascoltato suonare al Conservatorio di Torino durante la serata intitolata “Spegniamo i confini”, ho apprezzato la sua introduzione, nella quale ci ha suggerito le emozioni che i musicisti da lui interpretati vollero trasmetterci. Ho apprezzato il silenzi...
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