Eccomi! Ho
tanta voglia di raccontare.
Oggi una
storia vera.
Alcuni anni
fa, sulla spiaggia del Tirrenino, ad Anzio, amena località turistica a
sud della capitale, soggiornai nelle ore della calura sotto un ombrellone
posizionato vicino a quello di una coppia che presto imparai a conoscere e ad
apprezzare.
Lei giovane
e comunicativa, lui atletico e sensibile ai problemi altrui, con la
naturale propensione alla comprensione e all'empatia.
Innamoratissimo
di Anzio, non c'era giorno che non mi ripetesse che quasi quasi valeva la pena
trasferirsi a vivere ad Anzio, il posto più bello del mondo. Un po’ esagerato,
lo so, considerando anche il fatto che il soggetto in questione aveva viaggiato
parecchio, come mi raccontò.
Abituato a
questa spiaggia fin da bambino, quando sua nonna, Filibeck, lo accoglieva
durante l'estate.
Sull'etichetta
dell’ombrellone c'è ancora il cognome della nonna, famiglia famosa nel
luogo di vacanza dei romani, alla cui famiglia è persino intitolata una strada
cittadina.
Il fatto
è che il nostro nuovo amico, Vincenzo, è affetto fin da bambino
dalla retinite pigmentosa e anno dopo anno, con il peggioramento della malattia
ha dovuto modificare la sua vita.
In
realtà Vincenzo sprigiona una tale vitalità e una voglia di vivere tutto,
proprio tutto quello che gli è consentito dalla malattia e dalla legge,
che la sua vita è più ricca di quella di alcuni di noi,
cosiddetti normali.
Per iniziare
è un portento con gli ausili informatici: messaggia, ascolta audio libri,
ricerca su internet, grazie ai progressi della scienza e della tecnica, di cui
lui è padrone, usando la sua voce al posto dei polpastrelli. Non nego di
avergli chiesto aiuto in più di una occasione, ottenendolo.
Stargli
vicino è un piacere: non si lamenta e non chiede aiuto. È fiero di sé e
grato verso i suoi genitori per quello che hanno fatto per lui, per avergli
dato coraggio, infuso autonomia, consegnato il regalo più grande:
l'autostima.
Mi racconta
che la gente si preoccupa perché non conosce la realtà: è
l'ignoranza che fa nascere le paure. Come dargli torto?
Mi parla di
tutti gli altri sensi di cui ciascuno di noi è dotato, ma ai quali diamo meno importanza:
la cecità li acuisce, aiutandolo ad orientarsi.
Non nascondo
che io stessa, a volte sono tentata di aiutarlo, quando si muove sulla spiaggia
tappezzata di lettini messi nelle posizioni più fantasiose, che non
permettono ai piedi di trovare spazi di deambulazione. Ogni tanto cade, inciampa,
sbatte, ma sempre con le spalle aperte, il petto in fuori, la testa alta, lo sguardo
fiero di chi non si fa fermare dagli ostacoli che incontra per via.
Un esempio,
uno stimolo per la determinazione e il coraggio che ha.
Perché
vivere necessita di coraggio, sempre, per chiunque e quando qualcosa non va,
quando il nostro meraviglioso corpo ha qualche dolore, qualche malattia, spesso
ci sentiamo persi.
Noi non
siamo il nostro corpo, direi, ascoltando Vincenzo.
A volte ci
dimentichiamo di questa verità.
Un giorno
gli ho chiesto se gli manchi qualche cosa. La risposta è stata che
gli manca la possibilità di guidare la macchina e di andare in bici per il senso
di libertà che questi mezzi ti regalano.
Mi raccontò
di quando andava in barca a vela e addirittura partecipò alle regate con i
vedenti: la boa non la vedeva, il vento lo sentiva sulla pelle e l’oscillazione
della barca la percepiva con il corpo e anche io, mentre mi descriveva quelle
esperienze, sentivo il vento sulla pelle e il rullio della barca nel mio corpo.
Ama viaggiare,
perché sente gli odori e i rumori dei luoghi dove è stato e tutto
questo gli restituisce l'identità del luogo.
Oggi è
campione nazionale dei non vedenti dei balli standard e dei latini americani.
Balla con sicurezza, l'ho visto, è fantastico. Guida, con sicurezza, la
compagna di ballo, non vedente anch’essa.
Supporta
come volontario uno psichiatra nella conduzione di gruppi di auto muto aiuto
presso la scuola di santo Alessio: è stato scelto perché infonde agli
altri forza con il suo esempio.
Ha un sito
internet, www.vincenzoluigimilanesi.it , ha scritto due libri: “Retinite
pigmentosa”, “Sessualità e affettività”.
Ha partecipato a diverse trasmissioni radiofoniche
e televisive, quali, Telethon 2002 e “Siamo noi” su Tv2000.
Vive una normale
vita di coppia, si è sposato con Fabiola un anno fa, è accompagnato
da un bellissimo cane guida che si chiama Berta.
Per Vincenzo
la paura aiuta a vivere, ma non deve impedirci di vivere la vita nel migliore
dei modi possibili.
Grazie
Vincenzo.
Allego una poesia, scritta dal pronipote di Trilussa, sul "posto più bello del mondo".
Allego una poesia, scritta dal pronipote di Trilussa, sul "posto più bello del mondo".
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