martedì 3 settembre 2019

VINCENZO:UN ESEMPIO



Eccomi! Ho tanta voglia di raccontare.
Oggi una storia vera.

Alcuni anni fa, sulla spiaggia  del Tirrenino, ad Anzio, amena località turistica a sud della capitale, soggiornai nelle ore della calura sotto un ombrellone posizionato vicino a quello di una coppia che presto imparai a conoscere e ad apprezzare.
Lei giovane e comunicativa, lui atletico e sensibile ai problemi altrui, con la naturale  propensione alla comprensione e all'empatia.

Innamoratissimo di Anzio, non c'era giorno che non mi ripetesse che quasi quasi valeva la pena trasferirsi a vivere ad Anzio, il posto più  bello del mondo. Un po’ esagerato, lo so, considerando anche il fatto che il soggetto in questione aveva viaggiato parecchio, come mi raccontò.
Abituato a questa spiaggia fin da bambino, quando sua nonna, Filibeck, lo accoglieva durante l'estate.
Sull'etichetta dell’ombrellone c'è  ancora il cognome della nonna, famiglia famosa nel luogo di vacanza dei romani, alla cui famiglia è persino intitolata una strada cittadina.
Il fatto è  che il nostro nuovo amico, Vincenzo, è  affetto fin da bambino dalla retinite pigmentosa e anno dopo anno, con il peggioramento della malattia ha dovuto modificare la sua  vita.
In realtà  Vincenzo sprigiona una tale vitalità e una voglia di vivere tutto, proprio tutto quello che gli è  consentito dalla malattia e dalla legge, che la sua  vita è  più  ricca di quella di alcuni di noi, cosiddetti normali.
Per iniziare è  un portento con gli ausili informatici: messaggia, ascolta audio libri, ricerca su internet, grazie ai progressi della scienza e della tecnica, di cui lui è  padrone, usando la sua voce al posto dei polpastrelli. Non nego di avergli chiesto aiuto in più  di una occasione, ottenendolo.
Stargli vicino è  un piacere: non si lamenta e non chiede aiuto. È fiero di sé e grato verso i suoi genitori per quello che hanno fatto per lui, per avergli dato coraggio, infuso autonomia, consegnato il regalo più  grande: l'autostima.
Mi racconta che la gente si preoccupa perché  non conosce la realtà: è  l'ignoranza che fa nascere le paure. Come dargli torto?
Mi parla di tutti gli altri sensi di cui ciascuno di noi è dotato, ma ai quali diamo meno importanza: la cecità li acuisce, aiutandolo ad orientarsi.
Non nascondo che io stessa, a volte sono tentata di aiutarlo, quando si muove sulla spiaggia tappezzata di lettini messi nelle posizioni più  fantasiose, che non permettono ai piedi di trovare spazi di deambulazione. Ogni tanto cade, inciampa, sbatte, ma sempre con le spalle aperte, il petto in fuori, la testa alta, lo sguardo fiero di chi non si fa fermare dagli ostacoli che incontra per via.
Un esempio, uno stimolo per la determinazione e il coraggio che ha.
Perché vivere necessita di coraggio, sempre, per chiunque e quando qualcosa non va, quando il nostro meraviglioso corpo ha qualche dolore, qualche malattia, spesso ci sentiamo persi.
Noi non siamo il nostro    corpo, direi, ascoltando Vincenzo.
A volte ci dimentichiamo di questa verità.
Un giorno gli ho chiesto  se gli manchi qualche cosa. La risposta è  stata che gli manca la possibilità di guidare la macchina e di andare in bici per il senso di libertà che questi mezzi ti regalano.
Mi raccontò di quando andava in barca a vela e addirittura partecipò alle regate con i vedenti: la boa non la vedeva, il vento lo sentiva sulla pelle e l’oscillazione della barca la percepiva con il corpo e anche io, mentre mi descriveva quelle esperienze, sentivo il vento sulla pelle e il rullio della barca nel mio corpo.
Ama viaggiare, perché  sente gli odori e i rumori dei luoghi dove è  stato e tutto questo gli restituisce l'identità  del luogo.

Oggi è  campione nazionale dei non vedenti dei balli standard e dei latini americani. Balla con sicurezza, l'ho visto, è  fantastico. Guida, con sicurezza, la compagna di ballo, non vedente anch’essa.
Supporta come volontario uno psichiatra nella conduzione di gruppi di auto muto aiuto presso la scuola di santo Alessio: è stato scelto perché  infonde agli altri forza con il suo esempio.

Ha un sito internet, www.vincenzoluigimilanesi.it , ha scritto  due libri: “Retinite pigmentosa”, “Sessualità e affettività”.
 Ha partecipato a diverse trasmissioni radiofoniche e televisive, quali, Telethon 2002 e “Siamo noi” su Tv2000.

Vive una normale vita di coppia, si è  sposato con Fabiola un anno fa, è  accompagnato da un bellissimo cane guida  che si chiama Berta.

Per Vincenzo la paura aiuta a vivere, ma non deve impedirci di vivere la vita nel migliore dei modi possibili.

Grazie Vincenzo.

Allego una poesia, scritta dal pronipote di Trilussa, sul "posto più bello del mondo".



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