Non è facile recensire questo libro, che non è un romanzo, non
è un saggio, non è un diario, non è un’autobiografia.
E’ un grido di aiuto, è un provare a svegliare i pigri e gli
addormentati, tutti noi insomma ed è un
tentativo di parlare ai giornalisti ancor prima che ai politici.
Un grido di aiuto non si può recensire, si può ascoltare per
accorrere in aiuto. Se l’aiuto da prestare è a tutto il Pianeta, ammetto che
provo un certo disagio, perché mi rendo conto, ormai da tempo, che la mia
personale educazione civica, il mio evitare imballaggi inutili, camminare o
usare mezzi pubblici, chiudere sempre il rubinetto dell’acqua mentre mi lavo i
denti, la luce nelle stanze vuote, ridurre drasticamente il consumo di carne e
via così, è troppo poco. Provo inadeguatezza, frustrazione, rabbia per essere
arrivati fino a questo punto di non ritorno. Il cambiamento nella mia vita
dovrebbe essere maggiore, radicale e con me dovrei poter contare molti altri,
milioni, miliardi disposti a cambiare vita. I cambiamenti riguardano viaggi,
alimentazione, uso degli elettrodomestici. Riguarda ciò che dovrei chiedere ai
miei governanti e ai giornalisti.
La famiglia Thunberg, autrice del libro, ha toccato
tantissimi problemi semplicemente raccontando la propria vita degli ultimi 5
anni, dalla preadolescenza di Greta ad oggi ed intrecciandola con il problema
di tutti, quello che tutti sappiamo e nessuno vuole affrontare, ovvero quello
del cambiamento climatico.
Chi, tra chi legge, non conosce Greta? L’adolescente svedese
con le treccine, che iniziò lo sciopero della frequenza scolastica sedendosi
con cartelli esplicativi sui problemi ambientali davanti al Parlamento svedese
fino alle elezioni legislative dell’autunno del 2018? E che ha continuato
viaggiando questo inverno per tutta l’Europa in treno?
Chi non ricorda il movimento di giovani che si è innescato
grazie allo sciopero di Greta? Gli scioperi del clima del venerdì? #
fridaysforfuture. Chiedere conto ai politici delle loro non – azioni, questo è
ciò che vogliono tutti i giovani che chiedono conto anche a noi, cittadini adulti,
del perché del nostro silenzio.
Greta si stupisce, a ragione, che i problemi della Terra non
siano affrontati tutti i giorni in tv.
E ha ragione quando afferma che “quelli strani siamo noi”,
non lei che è autistica, “in quanto le cose o sono bianche o sono nere”, ovvero
noi stiamo temporeggiando, ignorando il problema per procrastinare la nostra
personale comodità a scapito di chi verrà dopo di noi.
E’ vero o non è vero che stiamo vivendo un cambiamento
climatico dovuto ai nostri sconsiderati comportamenti?
Cosa stiamo facendo per ridurre, fermare tutto ciò?
Da quanti anni gli scienziati ci hanno avvisato?
Io ricordo, ed ero un ‘adolescente romana, il libro del Club
di Roma, I limiti dello sviluppo, che
avvisava negli anni 70 di ciò che sarebbe successo negli anni successivi.
Da allora ad oggi abbiamo letto relazioni, visto film e
documentari, ascoltato climatologi, i Grandi della Terra, se grandi si possono
chiamare coloro che non sanno governare i cambiamenti, si sono riuniti, hanno
preso decisioni a cui non sono seguite azioni. Cito solo il Protocollo di Kyoto,
1992, e i recenti accordi di Parigi.
Noi cittadini? Silenzio. Ognuno di noi fatica a vivere la
propria vita, molto spesso, tra lavori saltuari, lavori estenuanti, problemi di
salute, problemi affettivi. E su questo contano coloro che speculano
irresponsabilmente sul destino dell’ecosistema terreno. Veri e propri crimini
contro l’umanità, contro gli animali e i vegetali. Insomma contro tutte le
creature viventi.
La crisi ambientale si intreccia con la crisi dell’umanità.
Non potrebbe essere diversamente.
Ormai è certo, è storia che la Rivoluzione Industriale fu la
causa di un aumento delle malattie mentali: oggi quindi affrontiamo una nuova
emergenza che non si chiama più nevrosi o schizofrenia, bensì autismo, disturbi
ossessivi-compulsivi, mutismo selettivo, ADHD.
Nel libro i dati riportati sono relativi alla Svezia, patria
di Greta. “I disturbi psichici nei
ragazzi tra i 10 e i 17 anni sono aumentati di oltre il 100 per cento in dieci
anni. Il 100 per cento…..e le diagnosi di Adhd e autismo sono più che
raddoppiate negli ultimi 5 anni”.[1]
Apprendo con stupore che anche nella civile Svezia, quella
che per noi è da sempre un mito, chi è “diverso” fatica moltissimo ad essere
accettato, istruito, seguito, curato. A Stoccolma si può trovare un reparto
chiuso per ferie, una medicina non disponibile, insegnanti impreparati e
burocrazia cieca che vuole licenziare l’unica insegnante disposta ad aiutare Greta,
che per un periodo non ha potuto seguire le lezioni scolastiche. Non è
consolante, ma noi che amiamo denigrarci, capiamo che è proprio l’uomo storto e
non l’italiano.
L’analisi della famiglia Thunberg approfondisce le motivazioni
di questo disastro: in una società dove il successo, la competitività e la
fretta sono elementi fondamentali, chi è lento è destinato ad essere
emarginato.
“Il mondo intorno a noi
sta sempre peggio. I ghiacci si sciolgono. Gli insetti muoiono. I boschi
vengono saccheggiati e i mari e gli ecosistemi sono in ginocchio. Proprio come
molte persone intorno a noi. Gente che è andata in pezzi proprio come noi,
gente che è ancora devastata. Nostri amici.
Chi non è
riuscito a stare al passo con questa velocità.
Chi non è
riuscito ad adattarsi al modello.
Chi non ha
avuto la fortuna di trovare il medico giusto.
Chi non ha
nemmeno avuto un posto nelle statistiche.
Persone esaurite in un
pianeta esaurito”[2]
C’è speranza? Sì, è la
crisi stessa ad essere la soluzione della crisi. Nella crisi siamo capaci di
qualunque cosa[3]…..
Il nostro destino è nelle mani dei Media. Nessun altro ha il raggio di azione
necessario per il tempo che abbiamo a disposizione[4]….Dobbiamo
incominciare a parlare di come stiamo. Di bocca in bocca, di città in città, di
paese in paese”[5]
Velocemente. Il tempo è scaduto.
Ti consiglio di vedere i seguenti documentari:
Una scomoda verità di Al Gore
Una scomoda verità sequel
di Al Gore
Punto di non ritorno
O di seguire Luca Mercalli.
“L’unica cosa che
resterà di noi saranno quei gas serra che più o meno consapevolmente abbiamo
immesso nell’atmosfera, andando al lavoro, al supermercato, a fare shopping”[6]
[1] Greta
Thunberg, la nostra casa è in fiamme, Mondadori,GEDI, 2019, pag. 101
[2] Greta
Thungerg, la nostra casa è in fiamme, Mondadori,GEDI, 2019, pag. 97
[4] idem, p.
196
[6] Idem, p.
217
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