venerdì 11 gennaio 2019

UNA NOTTE DI 12 ANNI









Da ieri si può vedere anche in Italia il film del regista Alvaro Brechner che racconta la storia di tre tupamaro, tre rivoluzionari uruguaiani arrestati e torturati dal 1973 al 1985, per 12 lunghissimi anni fino alla loro liberazione.
Il regista racconta pochissimo della storia politica del Paese, mentre approfondisce e scava nell’intimo, nella psiche di colui che vive una condizione estrema, una vita non vita, sporco, affamato, assetato, abbandonato, isolato, umiliato, stretto da alte mura bagnate e nude, senza un giaciglio, senza un indumento, senza un raggio di sole, senza il cielo, senza carta e penna, senza libri, senza oggetti, picchiato, offeso, incappucciato, spostato da una prigione all’altra, torturato.
Come può un uomo resistere a tutto ciò?
I tre Tupamaro potevano impazzire, mentre uno, Pepe Mujica è diventato Presidente dell’Uruguay, Eleuterio Fernandez Huidobro Ministro della Difesa e Mauricio Rosencof poeta e scrittore di fama mondiale.
Ognuno di loro riesce a sopravvivere, a salvarsi come avrebbe detto Primo Levi, anche grazie ai sogni: Mauricio sogna di scrivere poesie e per un attimo riesce a stabilire un contatto con un suo aguzzino proprio grazie alla poesia; Eleuterio sogna la moglie e il pensiero di lei gli dà la forza di resistere; Pepe è il più isolato tra i tre, rischia una psicosi, ma le rarissime visite della madre gli infondono la forza di resistere.
L’infinito spazio interiore dei tre protagonisti è costantemente rapportato alle mure delle celle, anguste, sporche, alte, nude.
Intorno ai tre, tranne  il secondino che ringrazia per le poesie che Mauricio gli detta per la sua fidanzata, c’è l’indifferenza di coloro che praticano il male. Sono tutte comparse, di loro non rimane traccia negli occhi e nella mente dello spettatore: tutti uguali.
Ancora un film che ci ricorda il rischio che tutti gli uomini corrono quando  la violenza guadagna spazio nei rapporti umani.
Gli attori sono stati straordinari: Antonio De la Torre , Alfonso Tort e Chino Darin.
Un film che merita di essere visto e di essere premiato.
Una storia che non si dimentica, che non si deve dimenticare.






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