Il libro che sto per raccontarti, caro lettore e cara lettrice, dopo tanto silenzio, mi ha tenuto compagnia nel mio viaggio di ritorno da Roma.
E’ stato come stare seduta su una comoda poltrona in un
salotto caldo con una tazza fumante di buon tè, a conversare con le due autrici
di amore e dei loro amori: mi sono dimenticata di essere seduta in treno e ho
persino dimenticato di osservare le stazioni che via via il mio treno superava,
immersa nella notte invernale e nei racconti ambientati tutti a Torino e nei
luoghi molto cari ai torinesi: la Liguria e le Valli di Lanzo.
Il filo conduttore dei cinque racconti contenuti nel libro e
dei loro personaggi è l’amore.
Lia, la protagonista del primo lungo racconto, ma anche
Giovanna e Milly narrano amori spenti, tristi, raccontano di tradimenti e di
melanconia.
Ricordano con nostalgia i primi amori, che a volte ritrovano,
a volte evocano: pare che le autrici vogliano dirci che l’amore tra un uomo e
una donna sia un’illusione e la solitudine dell’individuo l’unico modo di stare
al mondo.
I protagonisti positivi di questi racconti sono i figli:
buoni, affettuosi, generosi, sensibili. Nelle loro storie si intravede la
speranza: forse la generazione dei lori genitori non è stata capace di
alimentare l’amore della coppia con il trascorrere degli anni, forse non è
stata capace di difendersi da genitori invadenti, che hanno minato i rapporti
di coppia, mentre i loro figli, Ferruccio che incontra Beatrice e parte per una
lunga vacanza con lei e il figlio di Salvo, papà felice di due splendidi
bambini, restituiscono al lettore un po’ di fiducia e speranza nella
possibilità di una felicità, certo temporanea, ma possibile.
La specificità di questi racconti è che sono stati scritti a
due mani, da due colleghe e amiche, che hanno saputo sostenersi durante gli
anni dell’insegnamento, realizzando ottimi spettacoli teatrali con i loro
alunni e oggi hanno continuato il loro sodalizio scrivendo in modo parzialmente
autobiografico, ma soprattutto insieme, rendendo onore ad un’altra forma di
amore, l’amicizia, che sopravvive all’età, alla vecchiaia, che non risente di
tradimenti e gelosie, che non ha bisogno di menzogne, ma solo di comprensione e
disponibilità.
Forse questo è per me, che le conosco da molti anni, essendo
stata una loro collega, il messaggio più importante di tutto il libro.
Nei loro racconti questo amore puro è rappresentata da
Riccardo, un dono prezioso di cui Lia sa di dover avere molta cura.
Buona lettura.
Dimenticavo: Consuelo, una delle due scrittrici, è anche autrice degli acquarelli che precedono i racconti.
E non è poco.
Consuelo Cordara, Nellia Micheletti, Il segreto della minestrina e altre storie, editris
Roberta, docente e donna intelligente e sensibile, ha colto degli aspetti del nostro libro di cui, noi autrici, eravamo apparentemente inconsapevoli: la speranza rappresentata dalle nuove generazioni e il senso di condivisione, confidenza e disponibilità che è fondamentale in un'amicizia, sentimento questo, nobile e duraturo, in qualche modo simile all'amore,ma meno esposto al logorio della routine.
RispondiEliminaGrazie per questa recensione che, al di là dell'amicizia e della stima che ci legano, ha approfondito e messo in luce, criticamente, passaggi importanti della nostra prima prova d'autore.
Consuelo Cordara e Nellia Micheletti
Grazie a voi
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