Caro lettore, lettrice, ti racconto qualche storia contenuta
in qualche libro che prima di tutto sono riuscita a finire di leggere, perché ultimamente
sembro un uccellino, spilucco un po’ un testo e un po’ un altro, ma soprattutto
perché anche se sono trascorsi mesi e la
storia, il personaggio sono rimasti impressi nella mia mente. Questo mi fa
propendere per l’idea che il libro sia consigliabile.
Nessuna novità strepitosa, libri che forse avrai in casa e
chissà, avrai anche letto. Nel caso prova a commentare, sul blog o su fb.
John Williams, Stoner
A Natale, quando acquisto i regali, un o più libri li compro
anche per me.
Ed è stato un
bellissimo regalo. Mi è stato consigliato da una mia amica, divoratrice di
libri. Mi sono appassionata subito al personaggio. Il libro è considerato un
caso letterario degli ultimi anni e uno dei capolavori della letteratura
americana del Novecento.
Ma non è per questo che ti consiglio di leggerlo. E’ per la
sensibilità e la chiarezza con le quali l’autore ritrae questo personaggio: un
professore universitario di cui alunni e colleghi poco ricordano, un
appassionato di letteratura, per la quale cambia facoltà e abbandona il lavoro
paterno, una vita come tante, ma indimenticabile.
Nato nel Missouri, il futuro professore, a sei anni mungeva
le vacche e dava da mangiare ai maiali,
figlio unico, il suo contributo era fondamentale. Il suo futuro era quello di
laurearsi in Agraria, ma decise di interrompere gli studi e iniziò a
frequentare i corsi di letteratura inglese. “vagava per i corridoi della biblioteca dell’università in mezzo a
migliaia di libri, inalando l’odore stantio del cuoio e della tela delle
vecchie pagine come se fosse un incenso esotico.” Divenne insegnante di
letteratura inglese, ma la sua passione rimase dentro di sé, “sentiva la sua voce piatta ripetere le
lezioni che aveva preparato, senza che il suo entusiasmo trasparisse
minimamente da quelle frasi”. Era un solitario, aveva pochi amici, ma
riuscì a sposarsi con Edith. Purtroppo “nel
giro di un mese realizzò che il suo matrimonio era un fallimento”.
Scrivevo prima, una vita come tante, un lavoro che ti piace,
che non cambi ma nel quale non eccelli, anzi hai chi ti ostacola, una relazione
matrimoniale infelice che non interrompi, che sopporti. Accennerò solo che la
moglie è la tipica persona che rovina la vita agli altri, in particolare il suo
compito pareva quello di rovinare la vita a Stoner.
Stoner continua per la sua strada, pare che l’unica sua
realtà sia quella del professore, per questa dimensione combatte anche quando
sembra non farlo, oggi useremo il termine “mobbing”, mentre si arrende ai
capricci della moglie e non difende la figlia dalle spire della madre.
Un amore, dal quale si allontanerà per morirne.
Lascia che tutto vada come gli altri vogliono.
Oppure no. Lo rileggerò ancora, so che voglio proprio bene a
Stoner che ha avuto una vita come tante, raccontata con acutezza e tenerezza.
Roddy Doyle, Smile
L’autore è contemporaneo, il tema è attualissimo.
Doyle ci conduce per mano nel cuore e nella mente di chi ha
subito violenza sessuale da giovane, l’ha rimossa per poter vivere, si è
inventato una vita che racconta con dettagli, fino a quando il lettore scoprirà
che quella vita è totalmente falsa e il protagonista con fatica ricorda ciò che
ha subito.
Il sentimento che ho provato non è quello della pietà, bensì
lo sgomento, molto simile a quello che provano, credo, coloro che subiscono
violenze e che rimangono segnati per tutta la vita dal senso di colpa per aver
subito.
Un tema difficile. Un libro da leggere.
Donatella di
Pietrantonio, Bella mia
Di questa scrittrice ho apprezzato moltissimo l’Arminuta, un
libro del quale scrissi l’anno scorso sul blog.
Bella mia racconta la tragedia della morte di Olivia, vittima
del terremoto dell’Aquila del 6 aprile del 2009, 9 anni fa. La protagonista è
la sorella gemella, Caterina, alle prese con il senso di colpa di essere sopravvissuta
alla sorella che riteneva migliore di lei in tutto. Mentre vive il suo lutto di
sorella gemella, sempre protetta da Olivia, deve occuparsi dell’educazione del
nipote adolescente e taciturno, il cui padre musicista vive a Roma e ha una
nuova relazione. La mamma, pur nella sua sofferenza, riesce ad abbracciare con
il suo calore figlia e nipote. Un libro che parla di amore, l’amore tra due sorelle
e la fatica di vivere dopo un lutto
improvviso ed ingiusto.
Elisabeth Strout, Olive
Kitteridge
Olive, un’insegnante di matematica in pensione, moglie del
farmacista del piccolo paese immaginario, Crosby nel quale si svolge la
vicenda, è la protagonista di 13 racconti che hanno lei come filo conduttore.
Olive e il suo sguardo disincantato sul mondo, sui rapporti
umani.
Ancora una volta una scrittrice americana racconta la vita
umana degli abitanti di un piccolo paese sperduto e lo fa con l’occhio di una
donna dal pessimo carattere, solitaria ma acuta.
Ha vinto il premio Pulitzer per la narrativa nel 2009.
Alle prossime storie.
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