La storia inizia con la nonna di Cora, una delle 88 anime
vendute per 60 casse di rum e polvere da sparo a Ouidau.
La nonna, Aiarry, fu venduta e comprata molte volte prima di
finire nella piantagione dei Randall, in Georgia, dove morì, in mezzo al cotone.
Ebbe tre mariti, 5 figli e una sola sopravvisse, Mabel, la
mamma di Cora, che fuggirà e troverà la morte poco lontano dalla piantagione.
Cora, abbandonata dalla mamma quando era ancora una bambina,
impara molto presto a sopravvivere alla brutalità dei bianchi, a difendere quel
poco che la mamma le aveva lasciato, fino al giorno in cui decide di ribellarsi
proteggendo con il suo corpo quello di un bambino, Chester, picchiato per
capriccio, per piacere sadico, come accadeva sempre nella piantagione dei
Randall. Di quel giorno porterà la cicatrice per tutta la vita.
Come la mamma, Cora decide di fuggire da lì, con Caesar.
A salvarli una ferrovia sotterranea, costruita per portare al
Nord i fuggiaschi, le cui stazioni erano installate sotto case di bianchi
abolizionisti e coraggiosi.
La loro storia continua da fuggitivi, mai del tutto integrati
e voluti, dalla Carolina del Sud, dove sperano di restare per tutta la vita, a
quella del Nord, inseguiti da un cacciatore di schiavi, Ridgeway.
Sfilano sotto i nostri occhi, i corpi martoriati di decine e
decine di schiavi.
La vita di Cora si intreccia con quella di bianchi coraggiosi
e di neri nati liberi che sognano di realizzare un mondo migliore. Quasi tutti
moriranno tragicamente.
La storia trasuda violenza ad ogni pagina, ma senza
soffermarsi, senza indugiare, racconta in modo chiaro ciò che succedeva in
America prima dell’abolizione della schiavitù.
Non è il primo libro a trattare questo tema, abbiamo tutti
noi, credo, letto e/ visto film in merito, questo testo però ha il merito di
aver trasferito in un romanzo parte delle memorie di ex schiavi raccolte nel
Federal Writers’ Project, voluto da F. Roosevelt negli anni Trenta.
Non è un libro storico, l’autore si avvale della finzione
letteraria della ferrovia sotterranea per portarci di Stato in Stato a
conoscere i bianchi antischiavisti, a scoprire i diversi modi di trattare i
neri, fino a comunità come quella di Valentine, in Indiana.
Pochi minuti prima che i bianchi irrompessero nella comunità
e uccidessero Valentine, distruggendo tutto ciò che aveva costruito, disse che lui era fuggito dalla Virginia per
risparmiare ai suoi figli i danni del pregiudizio, ma salvare due bambini non è
abbastanza perché:
“ Finchè uno solo della
nostra stirpe subiva i tormenti della schiavitù, io ero un uomo libero solo di
nome. Voglio esprimere la mia gratitudine a tutti i presenti per avermi aiutato
a rimediare. Che voi siate qui con noi da anni o solo da poche ore, mi avete
salvato la vita”.
Libro molto utile, da leggere non solo
per affezionarsi a Cora, una grande donna animata dalla speranza di diventare
libera, ma anche per ricordarsi che il pericolo della violenza dell’uomo
sull’altro uomo per futili motivi finirà solo alla fine dei tempi.
Nel frattempo dobbiamo scegliere da che parte stare.
Vincitore del Premio Pulitzer, questo libro è destinato a
diventare un classico della letteratura nordamericana.
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