Oggi è la
giornata internazionale dello yoga e molti maestri hanno organizzato incontri
per praticare all’aria aperta in compagnia.
Dare
visibilità allo yoga, uscire dalle palestre e dai luoghi chiusi, non temere il
giudizio altrui, perché non c’è nulla di esotico e nulla di eccentrico a voler
stare bene con se stessi e con il mondo.
Dovrebbe
essere la norma desiderare di stare bene, dovremmo imparare da piccoli il
potere della respirazione yogica e del silenzio.
Pratico yoga
con il Maestro James Erukkappattu da molti anni.
Insegno yoga
da due anni presso il Centro Oriente di Torino.
Spesso mi
fermo a pensare come sarebbe la mia vita senza la pratica quotidiana di questa
disciplina nata in Oriente e molto apprezzata in Occidente nell’ultimo secolo.
Praticare
yoga significa imparare a stare fermi con se stessi, conoscere ciò che possiamo
essere e possiamo dare senza la dimensione dell’azione, del fare, del
movimento, che nella nostra società è spesso continuo, spasmodico, nevrotico.
Spesso ci
chiediamo o almeno spesso mi chiedo cosa identifichi di più l’essere umano, se
il fare, le sue azioni oppure l’essere, il suo pensiero.
I filosofi
nei secoli ci hanno proposto diverse interpretazioni, nessuna però mi soddisfa
pienamente e la ricerca del senso del nostro essere al mondo, la ricerca del
modo migliore di essere nel mondo, per il piccolissimo tratto di strada che ci
è concesso di vivere, è una ricerca continua, a tratti confusa a tratti più
chiara, per me come penso per molti.
La ricerca
individuale si inserisce in una ricerca collettiva di senso , di un mondo di
cui conosciamo minuto per minuto, in una diretta continua e spaventosa, le
atrocità, le tragedie, le assurdità e la mia ricerca, ora cercherò di evitare
il noi, si fa sempre più difficile.
Mi seggo sul
tappetino, in silenzio, chiudo gli occhi.
Quella forza
che il mondo impazzito, i rapporti umani difficili, vorrebbero annullare in un
mare di angoscia, quella forza torna, la forza di vivere e di vivere meglio che
sia possibile.
Pratico in
silenzio esercizi semplici di respirazione, pratiche che dovrebbero essere
insegnate a scuola ai giovani, per indicare loro che nei momenti di
disperazione non esiste solo l’alcool o la droga a lenire il dolore
esistenziale, esiste invece un modo semplice, naturale, sano, per evitare di
cadere nella disperazione, per prevenirla, per vivere pienamente, per
riconoscerla, per gestirla.
Quando
insegnavo lettere nella scuola media, insegnavo ai miei allievi più ansiosi
semplici esercizi di respirazione e subito, dico subito, stavano meglio. E dopo
mi raccontavano di avere usato quel metodo in altre situazioni difficili della
loro vita.
Chi non ha
assistito o conosciuto qualche partoriente, che ha utilizzato pratiche
respiratorie per controllare il dolore del travaglio?
Chi di noi
non ha subito qualche analisi invasiva, durante la quale la concentrazione sulla
propria respirazione avrebbe potuto evitare l’uso di oppiacei?
La pratica
dello yoga non si limita alla respirazione, ma oggi è prevalentemente di questo
che vi ho parlato perché respiriamo tutti, sempre, è la vita che è in noi e
possiamo semplicemente cercare di esserne consapevoli.
Pratico e
torno a me stessa, ma non per egoismo, semplicemente per poter stare al mondo
senza la rabbia, che distrugge, senza la tristezza, che impigrisce, senza la
paura, che blocca.
Non aggiungo
altro, perché lo yoga è sì una filosofia di vita ma è soprattutto esperienza.
Quindi a te
lettore/lettrice, nella giornata internazionale dello yoga, propongo di
provarci, una volta nella vita.
Se la gente capisse che è così semplice... yoga npn è ginnastica, non è stretching, non è riposo, non è soltanto rilassamento . ma il cervello pensante della gente è duro come il granito. noi non ci diamo per vinte vero?
RispondiEliminase la gente capisse che cosa NON è yoga! non è soltanto rilassamento, non è stretching, non è ginnastica, non sono le posizioni, non è stare seduti a gambe incrociate, non è ... ma noi non ci diamo per vinte, vero?
RispondiElimina