Cara/o lettrice, lettore immagino che tu abbia già avuto
modo di vedere il film che ha vinto il
Golden Globe a Los Angeles quest’anno come miglior film e quindi spero che
avrai voglia di commentare questo post.
Il regista ci racconta la storia di Chiron, un ragazzo
afroamericano che vive in un sobborgo periferico di Miami. La sua storia è suddivisa
in tre periodi: infanzia, adolescenza, età adulta.
Ad ogni età del protagonista corrisponde un nome, che indica
l’identità che gli altri hanno voluto attribuito a questo ragazzo, silenzioso
ed introverso, perennemente alla ricerca di sé stesso.
I:Piccolo
Chiron è un bambino che vive con una mamma tossicodipendente,
che, per sopravvivere alla sua dipendenza, si prostituisce, negando al figlio
ogni attenzione e ogni affetto. Piccolo, così lo chiamano i suoi compagni di
scuola, spesso è oggetto di episodi di bullismo e trova in Juan, uno
spacciatore, attenzioni e cure.
II: Chiron
Chiron è un adolescente timido, introverso, pauroso,
silenzioso, in dubbio sulla sua identità sessuale. Juan è morto e la madre è
sempre più disturbata. Trova in un amico, l’unico, la risposta ad una sua
domanda. Purtroppo però è vittima di un pestaggio e decide di cambiare
completamente atteggiamento nei confronti dei prepotenti.
III: Black
Chiron ha scontato anni di carcere ad Atlanta per aver
aggredito un compagno di classe, colpevole del suo pestaggio, rimasto impunito.
In carcere, come spesso accade, diventerà un altro,
diventerà Black, uno spacciatore con i denti d’oro.
Il finale non lo scrivo nel caso uno tra voi non abbia già
visto il film e volesse vederlo.
Film di formazione nel quale, ancora una volta, si
sottolinea la forza che l’ambiente esercita sull’individuo nel forgiarlo e
renderlo diverso da quello che sarebbe potuto essere, si sottolinea la mancanza
delle agenzie educative, famiglia e scuola, nel comprendere le difficoltà di un
giovane ed aiutarlo, ascoltarlo, semplicemente dargli ciò che è essenziale per
chiunque, ovvero attenzione, calore, comprensione, fiducia.
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