Ho
conosciuto Paolo Cognetti al Circolo dei Lettori in occasione dell’Indie Night
su Fernanda Pivano.
Uno
scrittore giovane e timido, che ha scritto, tra l’altro, un libro edito da Einaudi
“ Le Otto montagne” e subito venduto in trenta paesi.
Ho deciso di
leggere questo romanzo per amore di mio figlio e di mia nuora, che amano camminare per ore in montagna,
con le pelli di foca o con i ramponi, purché
sia montagna, purché sia alta.
Il giovane scrittore nato e vissuto a Milano, sin dall'infanzia ha vissuto diviso tra la
sua vita cittadina dove “il cielo è indifferente alle stagioni…. E i
fiumi sono fiumi di auto, furgoni e
motorini sempre in piena” e la sua vita in montagna d’estate, libero
di esplorare, di annusare, toccare, pensare, camminare dietro ad un padre nato
in montagna e trasferitosi in città, sua guida anche dopo la morte.
La storia
raccontata nel libro, in gran parte autobiografico, racconta l’amicizia tra
Bruno e Pietro, che pur amando la montagna, prendono strade diverse, come nella
storia nepalese che recita così: al centro del mondo c’è una montagna altissima
Il Sumeru, altre otto montagne intorno, ognuna separata da un mare. Chi impara di più? Chi fa il giro delle otto
montagne o chi arriva in cima al monte Sumeru?
Bruno e
Pietro sono amici tra loro e amici della montagna, eppure nessuno dei due può
evitare che Pietro parta per esplorare e conoscere il mondo, mentre Bruno si
ostina a rimanere fedele all’unica vita che conosceva, a quel luogo, a quella
montagna, a quella baita, fino alla fine.
Nel romanzo
c’è molto di più di ciò che ho appena tratteggiato.
Buona
lettura.
Letto da poco, bello e interessante per introspezione vicende familiari e di amicizie/amori.
RispondiEliminaGrazie Roberto.
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