Festeggio
un anno da blogger
In
un mondo così ricco di ogni forma di comunicazione, in un mondo nel
quale si stenta a trovare luoghi e momenti di silenzio, in un mondo
in cui siamo sommersi dal rumore delle voci discordanti, urlanti,
prepotenti, a volte minacciose, perché io dovrei continuare ad unire
alle tante voci anche la mia? E perché mai tu lettore e lettrice
dovresti continuare a leggere ciò che io via via ti racconto?
E'
giusto che un anno dopo io faccia un bilancio.
Prima
di tutto, grazie a tutti coloro che hanno letto il blog. Sono molto
lusingata dal numero dei lettori e sempre curiosa di sapere chi
siete.
Confermo
che io sono blogger perché amo “raccontare” a più persone
esperienze, emozioni, ragionamenti, al fine di condividerli.
Per
festeggiare con te il mio primo anno da blogger, ti racconto la
visita alla mostra “Suoni dal mondo”, mostra interattiva
di strumenti etnici e religiosi, presente presso la Circoscrizione 3
a Torino, sperando di meravigliarti.
Il
curatore della mostra, Lucio Caracciolo, ha accolto me e i miei amici
con la colonna sonora del film Mission di Ennio Morricone.
Se
non hai visto il film, sappi che si tratta del racconto del tentativo
disperato di alcuni padri gesuiti, disobbedienti al Papa, di salvare
il popolo dei Guaranì dalla furia dei colonizzatori spagnoli e
portoghesi. I discendenti dei Guaranì esistono ancora. La musica
svolge in ruolo fondamentale nell'avvicinare i selvaggi Guaranì al
missionario e poi a favorire la loro conversione religiosa. Le
abilità musicali dei Guaranì, costruttori di violini, purtroppo non
sono sufficienti a convincere i colonizzatori, dell'"umanità" di queste
creature “selvagge”, ritenute da loro bestie e non uomini.
All'interno
della sala vi sono molti strumenti musicali, collezionati nel corso
degli anni e provenienti da tutte le parti del mondo.
I
materiali usati per gli strumenti sono principalmente la zucca, che
simboleggia la Madre e il bambù, che simboleggia il Padre.
Il
figlio è il suono prodotto.
Ogni
strumento che ci è stato mostrato abbiamo potuto provare a suonarlo
e ti assicuro che non abbiamo smesso di meravigliarci, sia per la
creatività nella scelta dei materiali, gusci di tartaruga e di
armadillo, crani di Re, mascelle di asino, zucche, tante, di tutti i
tipi e grandezze, ma anche gusci di noci di cocco, sia per i suoni
che producono e che imitano la natura, il tuono, l'acqua, il
crepitare del fuoco.
Inoltre
la collezione contiene strumenti musicali religiosi provenienti da
tutte le religioni.
Questa
foto si riferisce al “ Balafon”. Come vedi, la cassa di risonanza
è realizzata da piccole zucche, che sottostanno ad ogni fascia di
legno.
Il
suono prodotto da questo strumento è estremamente dolce ed
assomiglia al suono dell'acqua, quando scende lentamente da una
sorgente in montagna.
Le
altre foto si riferiscono a diverse “Kalimba” . Anche in questo
caso le vibrazioni prodotte dallo strumento sono tali da essere utili
e consigliate nella musicoterapia attiva.
Attraverso
gli strumenti e la loro storia abbiamo viaggiato dal Mali al Burkina
Faso, dal Ghana al Perù fino ai Maori in Nuova Zelanda, passando per
il Sud d'Italia, tutti uniti dalla magia del suono prodotto da ogni
oggetto naturale e non, modificato al fine di accompagnare la vita di
gruppi tribali e comunità nei momenti fondamentali della loro vita.
Il
suono, origine di tutto.
Consiglio
la visita a questa mostra. Per informazioni potete consultare la
pagina web della circoscrizione 3 di Torino o chiedere direttamente a
me.
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